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L’ONU, il Clima, le Donne

“I gas serra non si sarebbero accumulati così drammaticamente se il numero degli abitanti della terra non fosse cresciuto così rapidamente, se cioè fosse rimasto a 300 milioni di persone, ossia la popolazione mondiale di mille anni fa, anziché raggiungere gli attuali 6,8 miliardi” […] “gli scienziati, inclusi gli autori dei rapporti del Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici, riconoscono che l’importanza della velocità e della portata della recente crescita demografica inciderà sull’aumento delle future emissioni di gas serra”.

Pesco questo virgolettato dalle pagine del Foglio, un articolo a firma di Nicoletta Tiliacos. Sono le parole del Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon. E così il collegamento uomo-clima è completo. Dal momento che sono le attività umane a condurre il clima al disastro, occorre ridurre il numero degli esseri umani. Da dove arriva questo spettacolare proponimento? Dal rapporto dell’UNFPA1, che mette la donna al centro del problema, in qualità di vittima come tutti dei futuri disastri climatici, ma al tempo stesso artefice del problema e bisognosa di educazione alla pianificazione familiare, per conseguire l’ottimo risultato di diminuire la consistenza del genere umano.

L’immagine di una povera donna in balia degli eventi atmosferici è già di per sé tutta un programma, ma quanto si legge nel rapporto stesso è un vero capolavoro di affermazioni prive di alcun fondamento scientifico e spacciate per inequivocabili, di ipocrisia e di condizionamento ideologico, con largo uso di immagini ad effetto di tempeste di vento, mareggiate e nembi minacciosi, usando nel peggiore dei modi la leva della catastrofe imminente. UNFPA, una struttura che si dovrebbe occupare della popolazione mondiale in questo modo:

“UNFPA, the United Nations Population Fund, is an international development agency that promotes the right of every woman, man and child to enjoy a life of health and equal opportunity. UNFPA supports countries in using population data for policies and programmes to reduce poverty and to ensure that every pregnancy is wanted, every birth is safe, every young person is free of HIV/AIDS, and every girl and woman is treated with dignity and respect”.

Oggi l’UNFPA scopre e tenta di vendere che il cambiamento climatico è più che un problema di efficienza energetica o di emissioni derivate da attività industriali, è anche un problema di dinamiche della popolazione, povertà e uguaglianza di genere. E così punta a risolvere i problemi del mondo all’antica maniera, eliminandone “letteralmente” l’origine alla radice. Sono quasi cento pagine, non ce n’è una in cui la crescita demografica non sia messa in relazione con i cambiamenti climatici. Mi chiedo che genere di opportunità si conti di concedere a chi è negata la vita, o a chi è negata la possibilità di possedere l’unica ricchiezza che deriva esclusivamente dal fatto di essere, quella di avere dei figli, quando tutto il resto è solo legato all’avere. Sono quasi cento pagine, veramente un capolavoro.

Nel frattempo, come fa giustamente notare la Tiliacos nella sua conclusione, “non una sola parola sui cento milioni di bambine scomparse in Asia (abortite, lasciate morire, non curate) alle quali l’Economist ha dedicato la sua storia di copertina due settimane fa. Una catastrofe reale e senza precedenti, contro la quale le diplomazie onusiane non hanno mai mostrato una gran voglia di intervenire. Preferiscono, si sa, occuparsi di aria calda (anzi, fritta)”.

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  1. United Nations Population Fund []
Published inAttualitàNews

6 Comments

  1. […] direi, anche di cattivo gusto. Gli argomenti trattati sono molto vicini a quelli  dell’articolo di Guido Guidi, anche se partono da posizioni apparentemente distanti tra […]

  2. andrea

    scusate della precipitosità riguardo al sito che ho segnalato sopra.
    alcune pensate non sono del tutto sbagliate se pensiamo alla poca lungimiranza del genere umano nell’utilizzo dell’ambiente che gli permette la vita.

  3. andrea

    in inglese un apprezzabile lista di massime sparate da “importanti” personaggi purtroppo pubblici ed influenti riguardo alla riduzione umana sul pianeta.
    siamo davvero messi bene!

    http://blog.tv2.dk/santagohome/entry298814.html

    • duepassi

      Se volete potrei darvi la traduzione di quelle frasi, col metodo Shelburn, (un poco al giorno).
      Fatemi sapere se vi interessa.

  4. Duepassi

    Non si può che constatare come l’ambientalismo sia legato a certi correnti di pensiero malthusiane o neomalthusiane, che vorrebbero ridurre la popolazione secondo progetti vari, che vanno dai 2 miliardi (rispetto ai 6,8 miliardi che cita l’articolo) per i più “buoni” (“Rientro dolce”) fino all’opzione zero, e passando per varie ipotesi intermedie.
    Vedi
    http://www.rientrodolce.org/
    (Per un ritorno “dolce” a due milieardi di persone)
    vedi anche, per le varie ipotesi su a quante centinaia di milioni ridurre la popolazione:
    http://www.green-agenda.com/
    dove sono riportate frasi a mio parere sconvolgenti.
    Non aggiungerò il mio commento a frasi che parlano da sole,
    mi chiedo solo con quali mezzi intendano raggiungere questo scopo.
    E concludo riportando una frase, di una persona della quale ho avuto la stoltezza di comprare due enciclopedie.
    Dal sito appena citato:

    “One America burdens the earth much more than
    twenty Bangladeshes. This is a terrible thing to say.
    In order to stabilize world population,we must eliminate
    350,000 people per day. It is a horrible thing to say,
    but it’s just as bad not to say it.”
    – Jacques Cousteau,
    UNESCO Courier

    traduco la frase
    “we must eliminate 350,000 people per day.”
    “dobbiamo eliminare 350 mila persone al giorno”
    …e come ? Non oso immaginarlo.
    Mia moglie, quando gliel’ho fatta leggere, mi ha detto:
    “butta via le enciclopedie”

    Secondo me.

    • Fabio

      Grazie della segnalazione dei due siti, non pensavo esistesse roba del genere. Interessanti anche le frasi dei climatologi Hansen, Lovelock, Schneider, etc. riportate in prima pagina.

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