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I Giardini di Marzo si vestono di nuovi colori. A che ora? Dove? Perché?

“I giardini di Marzo si vestono di nuovi colori, e le giovani donne in quei mesi vivono nuovi amori”, nel 1972 a chi ascoltava Lucio Battisti non sarebbe mai venuto in mente di chiedersi:si, ma quale giorno? Siamo sicuri che tutti gli anni sia lo stesso giorno? Se è cambiato è per colpa dell’uomo? La primavera all’epoca si sapeva che era “capricciosa”, ed era bella anche per questo, tanto che nella canzone di Battisti il giorno che segna il suo inizio è ricordato per un avvenimento molto più certo di quelli meteorologici: “Il carretto passava e quell’uomo gridava gelati, al 21 del mese i nostri soldi erano già finiti”.

Nel terzo millennio invece tutto cambia, “l’uomo della green-economy” non apprezza più i colori e la variabilità della natura, è convinto che a marzo l’evento più importante da seguire sia la fioritura dei ciliegi giapponesi, non per ammirarlo con stupore ma per chiedersi quale giorno avverrà? Sarà una data diversa dallo scorso anno? Se cambia giorno vale come dimostrazione scientifica del cambiamento del clima globale? Quando il fenomeno non avverrà più per colpa delle emissioni umane?

Per soddisfare tali fondamentali domande solitamente ad inizio marzo i mass media iniziano a diffondere previsioni e notizie relative. Il 2010 non è stato differente, infatti, l’11 marzo si informava che “CLIMA: GIAPPONE; EFFETTO SERRA, GIA’ SBOCCIATI PRIMI CILIEGI” e nel testo era riportato:”[…] sono sbocciati con un anticipo record di sei giorni sull’anno precedente e di 13 giorni sulla media del dopoguerra, in seguito probabilmente alle ”giornate calde che si sono susseguite dalla fine di febbraio[…]” (qui e qui).

Tale notizia è stata ampiamente diffusa nei giorni successivi, ne riportiamo solo alcuni esempi. Il 21 Marzo altro comunicato ANSA dal titolo “Clima: le follie della Primavera“ e “Pazza primavera, pesa l’effetto serra“, il 22 Marzo pubblicato sul Corriere della Sera, articolo con sottotitolo “Gli scherzi del clima. In Giappone i ciliegi fioriscono in anticipo”.

Il 22 Marzo finalmente avviene la fioritura a Tokyo dei ciliegi, in anticipo di 6 giorni sulla media ma in ritardo rispetto l’anno precedente (potete verificare l’informazione qui, qui e qui); da notare che oltre il confronto con la media sarebbe stato opportuno conoscere anche gli estremi della serie storica.

Il 23 Marzo l’ANSA comunica la data corretta della fioritura, ma nessun cenno all’informazioni sbagliate fornite i giorni precedenti. Perché l’11 Marzo già scrivevano di fiori sbocciati e tutti hanno ripreso l’informazione senza verificare? Questo non sembra per il mondo dell’informazione un quesito interessante.

Nel 2007 analogamente c’era stato il 7 Marzo un comunicato che iniziava così: “Per il riscaldamento globale i ciliegi fioriranno quest’anno a Tokyo il 18 Marzo, la data piu’ prematura di tutti gli annali meteorologici”, successivamente però si era rivelato sbagliato in quanto la fioritura avvenne il 21 Marzo.

Per il bene delle generazioni future occorrerebbe invece interrogarsi sul perché ormai siamo assuefatti a questo tipo d’informazione che rende sempre patologica la variabilità naturale e spiegabile con il cambiamento climatico ogni evento. Ad esempio in Italia gli alberi di ciliegio hanno fiorito in ritardo. Per dimostrare l’esistenza del riscaldamento globale vale di più il ritardo dei ciliegi italiani o l’anticipo di quelli giapponesi?

Generalmente, su gran parte dei quotidiani, gli effetti del riscaldamento globale comprendono tutti i fenomeni, sia l’anticipo sia il ritardo sono sempre effetti della stessa causa. L’aver perso il contatto con la natura ed il vederla attraverso la TV ha reso possibile che molti di noi sono convinti, più o meno consciamente, che all’epoca del “mulino bianco” in tutto il mondo i ciliegi fiorivano alla stessa ora, poi è arrivata l’industrializzazione.

Quanto scritto è messo in modo volutamente provocatorio, ma è solo un tentativo per cercare di stimolare una riflessione critica al fine di poter cercare con i nostri figli di osservare ed apprezzare la bellezza della natura, l’unicità degli eventi che accadono attorno a noi, prima i colori e poi le date, “combattendo” un sistema che troppo spesso cerca di farci vedere in modo semplicistico e predefinito il mondo, che usa la previsione per drammatizzare e poi trascura il dato osservato quando non coincide con il previsto.

Al prossimo che vi dirà che il clima è impazzito perché la primavera non inizia più lo stesso giorno del passato, rispondete che se per comprendere un sistema complesso come quello climatico fossero sufficienti solo gli orari di fioritura dei ciliegi, non sarebbe necessaria la ricerca scientifica per studiarlo, sarebbero forse più idonei i capistazione (con tutto il rispetto per l’importante lavoro che svolgono).

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Published inAttualitàNews

9 Comments

  1. Bruno Stucchi

    Errata:
    Il titolo di Internet e’ sbagliato: “Storia del clima DALL’anno Mille” e non DELL’anno Mille”. C’e’ una bella differenza!

  2. Bruno Stucchi

    Fenologia. Raccomando la lettura di:
    “Tempo di festa, tempo di carestia. Storia del clima dell’Anno Mille” di Emmanuel Le Roy Ladurie. Einaudi paperbak. L’edizione originale pero’ e’ del 1975….
    Nel libro, interessante, l’autore (noto storico e ora direttore della biblioteca nazionale di Parigi) basandosi sulle date della vendemmia ricostruisce la storia del clima. Concludeva allora l’autore che stavamo uscendo dalla Piccola Era Glaciale. Ora, per salire sul carro del vincitore (AWG) cerca di smentirsi addosso..

  3. andrea

    ottimo articolo ancora una volta e ottimi i commenti a seguire.
    mi scuso di postare forse non coerentemente al tema specifico della fioritura, ma sempre relativo alla disinformazione sovrana che non da tregua per assillarci con l’aumento delle temperature.
    si tratta di una notizia che appare sul comunque valido sito peacereporter:

    http://it.peacereporter.net/articolo/20990/L%27isola+che+non+c%27%26egrave%3B+pi%26ugrave%3B

    chiedo a questo punto aiuto a voi esperti.
    come è possibile che le acque crescano solo in una zona dei vasti oceani?
    non sarà forse che sono le isole a sprofondare partendo dal basso?
    esiste uno studio approfondito e serio delle cause di tale innalzamento?
    non potrebbe essere tutto legato alle condizioni del delta del fiume Gange?

    • Duepassi

      Mi stupisco di te. Ma come, non sai che nel Bangladesh, a causa forse dei forti influssi della dea Kalì, il mare si alza a forma di collinetta ? Addirittura forma catene di collinette che sommergono quest’isoletta si, e questa no, contraddicendo il principio dei vasi comunicanti, perché pare che lì nessuno costruisca vasi, né in terracotta, né in altra materia prima… al massimo ceste. Ceste grandi e piccole, e anche cestini.
      E credo che questa notizia la puoi buttare appunto in uno di questi ottimi cestini 🙂
      ps
      Non credo che però questa notizia sia confermata da nessuno scienziato serio, per quanto sostenitore dell’AGWT.
      Vorrei però che si levasse anche la loro voce contro questi abusi mediatici, queste bufale del delta del Bengala, che invece di far mozzarella, fanno riso.
      🙂

      Secondo me.

    • andreax

      il fatto è che non ho un cestino così grande. 🙂 l’informazione da bar è un enorme flusso continuo inarrestabile. stasera che avevo tempo mi sono letto la notizia da almeno tre fonti differenti ma che poi hanno copiato dalla stessa fonte. in ogni caso sono riuscito a mettere insieme il puzzle e ho capito che in fondo si tratta di semplice erosione e che “l’isola” si ergeva di ben 2 metri sul pelo dell’acqua.
      per quanto riguarda l’intervento del mondo scientifico a rettificare certa spazzatura, dovrebbero istituire un gruppo di studiosi adibiti solo allo scovare tutto quanto è spacciato per scienza ma è solo fumo e niente arrosto.
      e con la crisi occupazionale che avanza non è detto che lo formino. 😀

    • duepassi

      Infatti, se, come leggiamo nell’articolo di oggi “nella zona il mare è cresciuto di ben 19,4mm all’incessante rateo di 0,54mm per anno”, e l’isola era alta due metri, ossia 2.000 (dico duemila, non venti) millimetri, mi domando con quale faccia si possa attribuire questa scomparsa al riscaldamento globale. Evidentemente ci sono tutt’altre ragioni.
      Secondo me.

  4. davide bertozzi

    Concordo con lei ogni singola parola.Occorrerebbe davvero una
    PAR CONDICIO “climatica”;gli ambientalisti da salotto sono dav
    vero antipatici,e prendono ogni singolo dato per sbandierare le
    loro assurde teorie (se fa freddo é colpa dell’AGW ,se fa caldo na
    turalmente etc.)
    Un caro saluto .

  5. Duepassi

    Gli ambientalisti parlano in tv senza par condicio. E qualcuno si lamenta che ci sia qualcuno che osi avere dei dubbi. Come si permette la gente di dubitare che una previsione di maggior caldo sia un fatto climatico importante (mentre sia trascurabile il fatto che questa stessa previsione non si avveri) ?
    I sakura giapponesi quindi entrano in questo gioco di parte, gioco assimmetrico, dove l’unico nostro alleato, paradossalmente, è il tempo, nelle due vesti climatica e cronologica, che pare stare decisamente dalla nostra parte, oltre le mie iniziali speranze.
    Quando il trend era negativo, gridarono alla glaciazione (si deve pur spaventare la gente, no ?), ma poi il trend è cambiato, ed ecco che andremmo arrosto. Non solo, ma ci hanno vinto un premio nobel con un ascensore che non può salire nemmeno al primo piano… è rimasto a pian terreno.
    Mi domando cosa sia il riscaldamento globale, nel senso che se sia davvero globale, e se sia davvero un trend inarrestabile, a meno di immensi sacrifici, com’è nell’immaginario della gente.
    Che sia globale (osservando la mappa delle anomalie termiche) mi fa fatica capirlo, anche se il concetto è così semplice che lo capirebbe anche il mio portinaio (se l’avessi, non per offesa ad un mestiere onesto e lodevole, ma per riferirmi a persone che hanno in genere altri interessi nella vita). Eppure, se appena cerco di concretizzare questo concetto sorgono difficoltà non indifferenti. Dove si misurerebbe questa temperatura media globale ? Ovviamente, essendo una media non c’è “un” posto dove misurarla, che sia quindi unico e indiscutibile, ma è la media (appunto) di varie misurazioni, e qui il discorso si sposterebbe (ma mi fermo qui) sulla validità rappresentativa del campione di misure usato per determinarla, e sulla sua eventuale variazione al variare di questo.
    Ma dire “riscaldamento globale” vuol dire solo che in questo momento la Terra si starebbe riscaldando, ma che nulla osti a che fra poco si registri un trend negativo, com’è nella storia miliardaria d’anni di questo nostro pianeta ?
    (Non è in dubbio che “si sia” scaldata, quanto il fatto che stia ancora maggiormente scaldandosi).
    La temperatura ha avuto oscillazioni di ogni genere, ed ha avuto trend negativi e positivi… parlare di “riscaldamento globale” vuol dire riferirsi ad una di queste oscillazioni, o ad un fenomeno altrimenti irreversibile ?
    L’hokey stick di Mann voleva farci pensare proprio ad una temperatura fondamente stabile, con blande oscillazioni, che improvvisamente, a causa dell’uomo, si sarebbe instabilizzata assai vertiginosamente.
    Ci ha pensato il clima stesso a rassicurare chi soffre di vertigini, mitigando questa crescita, e tagliando i fili all’ascensore di gore.
    Ci sono persone che nei loro blog criticano Scafetta, ma a me pare che non abbiano capito il suo messaggio. Quel che pare a me di capire è che Scafetta non contesti tanto il fatto che esista o meno un AGW, ma lo vorrebbe depurare del fattore solare, per ricondurlo in termini più chiari e più veri. Pare a me operazione scientifica pregevole, e non capisco l’atteggiamento malizioso e malevolo di questi illustri studiosi.
    Se togliamo infatti dalle variazioni climatiche i contributi vari di cicli legati ad altri fattori, non umani, quel che resta non può che essere più comprensibile e più indicativo.
    Ma non è facile nuotare controcorrente in un fiume mediatico in cui il mainstream ricorre alla demonizzazione dell’avversario, alla sistematica esaltazione di qualsiasi evento possa anche solo sembrare favorevole all’AGWT, e al silenzio mediatico su qualsiasi cosa la contrasti o la metta in dubbio.
    Lo sbocciare dei cigliegi in fiore è un momento di poesia che fa sospirare il rude samurai mentre rivolge ai suoi dèi la preghiera del mattino…non sporchiamo questo momento di commozione con delle furbate mediatiche che il tempo smaschererà di sicuro!

    Secondo me.

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