Salta al contenuto

E ti pareva che qualcuno non sapeva?

Dall’inizio della fase più violenta dell’eruzione del vulcano sapete-come-si-chiama, ci sono voluti tre soli giorni perché qualcuno ne attribuisse l’attività alla deriva del clima verso la caldarrosta planetaria. Dieci ne sono passati invece perché si potesse ventilare l’ipotesi che qualcuno sapeva e non ci ha avvertito.

Succede su L’espresso Panorama di venerdì scorso, il titolo è “2010, non ci avevano avvertito”. Possibile? No, infatti nell’articolo non c’è traccia di omissione alcuna, quanto piuttosto delle sensate affermazioni circa l’impossibilità di prevedere con esattezza questo tipo di eventi anche in presenza di uno stato d’allerta generato da numerosi segnali di avvertimento.

Va bene, passi il titolo. Nel pezzo però ci sono anche alcune considerazioni dell’amico Antonello Pasini circa l’effetto che questo evento eruttivo potrebbe avere sul clima nel breve e medio periodo. Anche qui, tutto in linea con quello che abbiamo letto negli ultimi giorni, tranne la chiosa finale dell’intervento: “Se l’eruzione dovesse continuare a lungo, l’effetto sarebbe quello di un ritardo di uno-due anni su quanto previsto dai modelli”. L’ho già scritto in un’altra occasione e lo ripeto: non ci credo che la frase originale suonasse così, perché questo implica due cose non vere. La prima è che i modelli si sono sostituiti alla realtà, ovvero hanno imparato a riprodurla esattamente anche e soprattutto nel breve periodo, quando sappiamo benissimo che così non è. La seconda è che quanto previsto dai modelli si sta avverando, altra cosa non vera, soprattutto nel breve-medio periodo. Qualcuno sembra abbia detto di recente che le temperature medie superficiali non hanno avuto alcuna oscillazione statisticamente significativa negli ultimi quindici anni. Né su né giù, mentre i modelli le vedono andare solo su.

Ancora due parole su questo pezzo, la cui chiusura mi lascia alquanto perplesso:

“La nube, però, non ha prodotto solo danni […] ha avuto anche un effetto positivo. Possibile? Parlano le cifre: ogni giorno l’aviazione europea produce 344 mila tonnellate di CO2 (anidride carbonica). L’eruzione del vulcano ne ha prodotte 7 mila al giorno. Risultato: nel giro di pochi giorni abbiamo risparmiato 200 mila tonnellate di CO2. La Terra ringrazia”.

Una bella ma tragicomicamente falsa notizia. La stima (perché di questo si tratta, non può essere altrimenti) di 7 mila tonnellate al giorno è a dir poco risibile. Anche il Guardian è incappato in un errore analogo (chi lo avrebbe mai detto), riportando però una cifra doppia, ovvero 15 mila tonnelate, salvo poi tornarci su e aggiungere uno zero, allineando così l’informazione alle stime che la comunità scientifica ha prodotto in questi giorni. L’espresso dovrebbe quindi aggiungere uno zero e poi moltiplicare per due.

In effetti però, anche quella cifra sarebbe inferiore alle emissioni prodotte dal traffico aereo, se non fosse che sfuggono alcuni piccoli particolari:

  • Il blocco del traffico aereo è durato 6 giorni (3 quello totale, poi varie percentuali), mentre l’eruzione dura da più di un mese e non si è ancora conclusa e gli aerei hanno ripreso a volare; nessuno sa quanta (probabilmente molta) CO2 sia stata prodotta prima della fase acuta.
  • I trasporti su gomma, rotaie e persino navi da guerra che sono stati messi in opera in fretta e furia hanno prodotto di sicuro molte altre emissioni.
  • Le compagnie aeree avranno fatto e faranno parecchi voli in più per recuperare quelli persi.

I conti li lascio a voi, se ci riuscite e se ne avete voglia, quel che conta è che il bilancio netto della CO2 è certamente positivo. Se il messaggio che avremmo dovuto recepire è quello che gli sconquassi generati da questo evento riportando il mondo indietro di un secolo hanno fatto del bene, mi dispiace ma non è così, e alla fine la Terra non può ringraziare, perché si limita come sempre e da sempre a fare quello che gli pare, anche con la CO2.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...Facebooktwitterlinkedinmail
Published inAttualitàNews

4 Comments

  1. Fabrizio

    L’articolo è uscito su Panorama, non su L’Espresso.

    • Fabrizio non so se sia uscito anche su Panorama, ma quello nel link è indubbiamente L’espresso. Anzi, se su Panorama (?) si dicono cose diverse sarebbe interessante leggerlo. Lo puoi procurare?
      gg

    • Fabrizio

      L’articolo del link è esattamente (comprese foto e impaginazione) quello uscito su Panorama n. 18 di Venerdì scorso alle pagg. 128-131. A pag. 2 dell’articolo del vostro link c’è un riquadro con la pubblicità del QR code di PANORAMA LIVE, che non credo venga pubblicato anche dall’Espresso…

    • Fabrizio, chiedo scusa a te ed agli altri lettori. La rassegna stampa dell’ENEA ha pubblicato l’articolo accreditandolo all’espresso e io come un pollo mi sono fidato dell’intestazione. Per di più l’autore scrive senza dubbio su Panorama. Provvedo subito a correggere. Grazie veramente per la segnalazione.
      gg

Rispondi a Fabrizio Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Categorie

Termini di utilizzo

Licenza Creative Commons
Climatemonitor di Guido Guidi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso info@climatemonitor.it.
scrivi a info@climatemonitor.it
Translate »