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Tag: Berkeley

Temperature stabili e scienziati turbolenti

Ok, i giorni passano e l’operazione di ricalcolo delle temperature medie superficiali relative alle sole terre emerse portata avanti dal gruppo Berkeley (BEST) si sta rivelando per quello che è. Un’ottima pietanza per i media, una stampella per i traballanti negoziati che vedranno l’ennesimo nulla di fatto a Durban, una bombola di ossigeno per il moribondo movimento che promette di salvare i Pianeta da un disfacimento climatico che non c’è.

Troppo? No, perché questa non è la mia opinione. Questo è quello che viene da pensare nel vedere che la critica più feroce e più autorevole al lavoro del gruppo viene da dentro il gruppo stesso.

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Alla scoperta del Pianeta caldo

È in corso uno sforzo considerevole da parte di molte persone (tra cui il Dr Richard Muller), per ritrarre le pre-pre-pre-pre-pubblicazioni del gruppo BEST come una sorta di colpo mortale allo scetticismo climatico, come se tutto il dibattito sia stato un match sportivo, e tutti i partecipanti incasellabili in due campi opposti: qui, gli scienziati nobili che scoprono il mondo si sta riscaldando, di là, gli scettici ignobili che fanno finta che il mondo non si stia riscaldando.

Naturalmente, si tratta della solita e grossolana (e vetusta) propensione alla menzogna..

Come faccio a saperlo? Lo so dalla pagina “About” del mio blog Omniclimate – The Unbearable Nakedness of Climate Change. Perché? Poiché quella pagina non contiene solo un mio modestissimo contributo, ma anche una lunga citazione di Willis Eschenbach, noto e prolifico blogger climatico.

All’epoca notai come si trattasse di un’argomentazione semplicemente appropriata, informata, breve e diritta al punto, quanto di meglio dunque per descrivere quasi tutti i miei sforzi futuri nel blog.

Luogo e data di pubblicazione originale? Il gruppo yahoo “ClimateSceptics“, Lun 22 Ott 22, 2007, 12:22:

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Wow, il mondo si scalda, le città no.

Il compito era improbo, ma si sono messi d’impegno. Il gruppo Berkeley ha completato le prime quattro pubblicazioni inerenti il progetto di ridefinizione del dataset delle temperature superficiali globali, dei metodi di omogeneizzazione spaziale e temporale, della determinazione del peso, se di peso si tratta, dell’effetto Isola di Calore Urbano, dell’incidenza del posizionamento dei punti di osservazione e, ultimo ma non meno importante lavoro, la correlazione individuata tra l’indice AMO e la variabilità climatica – espressa attraverso il dataset appena ridefinito – tra il 1950  e il 2010.

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