Un autentico sasso nello stagno quello lanciato da Daniel Sarewitz dalle pagine di Nature, tempio della comunicazione scientifica mondiale. L’argomento è tutto nel titolo:
Science must be seen to bridge the political divide (La scienza deve essere intesa come ponte per le divisioni politiche).
Cosa che, ovviamente, non è. Anzi, lui la definisce un affare dei Democratici, non una cosa democratica, nel senso che ormai, negli ultimi decenni, negli USA come nel resto del mondo (almeno quello in cui sono tangibili e sottoposti al regime dell’alternanza indirizzi politici ascrivibili ai modelli concettuali di destra e sinistra), la scienza, specie con riferimento alle grandi organizzazioni scientifiche, ha deciso di essere in larga parte schierata a sinistra, fondendo pericolosamente l’aspetto ideologico con quello scientifico. Con grave danno, egli dice, per l’autorevolezza del messaggio scientifico. Intendiamoci, lo stesso sarebbe stato, naturalmente, se fosse stata “preferita” l’altra parte, ma questo semplicemente non è accaduto.
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