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Categoria: Meteorologia

A qualcuno piace caldo

Qualche giorno fa abbiamo pubblicato i dati provenienti dalle sonde satellitari per il mese di dicembre riscontrando un’anomalia positiva leggermente inferiore a quella dei mesi…

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Il futuro è nel passato?

Il mondo ha fretta e soffre d’ansia per l’indomani. Con le previsioni del tempo il problema lo abbiamo quasi risolto, il margine di attendibilità a…

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Il cuore oltre l’ostacolo

I lettori più attenti si saranno accorti che nella home page di Climate Monitor è comparso un nuovo link. Volendo usare un termine tecnico piuttosto comune…

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Una smoking gun caricata a salve

Negli ultimi mesi abbiamo assistito ad un fenomeno abbastanza curioso. Nonostante continui ad esserci un notevole margine d’incertezza nella comprensione delle dinamiche del clima, ivi…

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Dall’ottobrata all’alluvione

Nell’ultimo post ci siamo salutati con un accenno all’evolvere della stagione nel breve periodo. Oggi, cosa insolita per queste pagine, cercheremo di entrare un pò più…

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Il futuro in un cubetto di ghiaccio

Dalla fine dell’estate, abbiamo sentito rimbalzare sui media la notizia che l’estensione dei ghiacci artici ha fatto segnare un nuovo record negativo, secondo soltanto al…

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L’anello di congiunzione

[photopress:Ike.jpg,full,pp_image] Si potrebbe dire che la molla abbia avuto tutto il tempo di caricarsi. Una lunga fase fredda delle temperature di superficie dell’Oceano Pacifico Tropicale, altrimenti nota come La Niña, ha preparato una stagione degli uragani nell’Oceano Atlantico piuttosto intensa. La transizione ad una modesta fase di riscaldamento (El Niño), è in effetti giunta forse troppo tardi. Alcuni mesi fa abbiamo accennato a questa teleconnessione in questo post, uno dei pochi in cui abbiamo cercato di parlare contemporaneamente del tempo atmosferico e del clima.

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E’ arrivata l’estate!

L’abbiamo attesa a lungo, divisi tra il sollievo di poter continuare a lavorare senza essere messi a dura prova dalle temperature troppo alte, ed il timore che l’instabilità e le piogge di questa primavera un po’ tardiva finissero per allungarsi anche sulle ferie di massa. A questo punto chi invece – e non son pochi- è già partito subito dopo la chiusura delle scuole sarà tentato di voltar pagina, però pregherei sia questi che gli altri di avere la bontà di leggere quanto segue.

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I Cicli pluriennali del clima – Lo shift del 1976

Con questo post iniziamo una serie di approfondimenti che ci porteranno a conoscere alcuni dei fenomeni naturali che governano le dinamiche del clima. Molti di questi presentano ancora un livello di comprensione scientifica piuttosto basso e, in questo margine di incertezza, trovano spesso il loro spazio anche interpretazioni che ne attribuiscono l’evoluzione al forcing antropogenico. Questo è normale, fa parte del dibattito, tuttavia come vedremo più avanti, in alcuni casi certe prese di posizione sembrano un po’ forzate.

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Gennaio 2008: chi ne parla?

E’ di pochi giorni fa la pubblicazione dei rilevamenti satellitari delle temperature della bassa troposfera del mese di gennaio 2008. Dati raccolti e pubblicati dall’Università dell’Alabama, che hanno da poco ricevuto una prima convalida da parte del NOAA. Fatti salvi eventuali futuri aggiornamenti sulla bontà di queste informazioni, possiamo procedere a mettere in luce alcuni interessanti aspetti del dato relativo al gennaio appena trascorso.

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Stratospheric Sudden Warmings

Ero appena un ragazzo quando ho cominciato ad interessarmi alla meteorologia. Non ricordo molto di quei giorni, salvo il fatto che, da adolescente quale ero, il contesto del corso di cultura aeronautica in meteorologia mi sembrava alquanto strano. Una cosa ricordo bene: “Ragazzi”– disse la persona che ci accolse il primo giorno- “il tempo e la meteorologia sono tutti nella parte più bassa dell’atmosfera, che si chiama troposfera”. Ma è proprio così? Direi di no, dato che se già alla metà del secolo scorso, più di qualcuno aveva cominciato a capire che le cose in effetti stanno diversamente. Nel tempo, molti processi chimici e fisici che riguardano la stratosfera sono stati riconosciuti come determinanti per lo strato sottostante e, quindi, per il tempo atmosferico e per il clima.

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