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Tag: AO

OUTLOOK INVERNO 2018-2019

Eccoci di nuovo a tentare di tracciare un identikit del prossimo inverno 2018-2019. In questo articolo non affronterò tutte le tematiche necessarie, piuttosto ci dedicheremo…

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A bocce (quasi) ferme

Sono passati ormai quattro mesi dall’evento di Sudden Warming Stratosferico che ha pesantemente condizionato l’evoluzione dell’ultima parte dell’inverno europeo, comprendendo con questo anche quanto accaduto…

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Indice OPI, comincia ottobre, il mese osservato speciale

Un anno fa, durante l’ottobre 2013, abbiamo iniziato a parlare sulle nostre pagine dell’indice OPI (October Pattern Index), sviluppato da un team italiano come strumento…

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L’inverno? Te lo dice l’ottobrata!

Il titolo di questo post è un po’ stirato, come sarà chiaro più avanti, ma a pensarci bene c’è più di un fondo di verità. Vi spiego subito perché.

 

Come abbiamo avuto già modo di discutere tra il serio e il faceto alcuni giorni fa, sono ormai quasi maturi i tempi perché si scateni la ‘caccia all’inverno’, ovvero perché si cominci a cercare di capire quale potrebbe essere il carattere della prossima stagione fredda. Un bel dilemma. Per risolverlo però, di qui in avanti, potremmo avere a disposizione uno strumento in più, anche piuttosto potente.

 

Alcuni giorni fa l’amico Aldo Meschiari mi ha segnalato un post uscito sul web meteogiuliacci.it. Si tratta di un articolo in cui si descrive una ricerca portata avanti da tre autori italiani che ritengono di aver individuato un indice predittivo del segno e della modulazione dell’Oscillazione Artica (AO). Questo indice, insieme al suo simile, la NAO, è quello che meglio descrive il carattere della circolazione troposferica invernale nell’area Euro-Atlantica. Va da se’, quindi, che accrescere le capacità predittive del segno dell’AO sarebbe un bel passo avanti per le previsioni stagionali invernali, parecchio più avanti di quanto si sia mai riusciti ad andare utilizzando i modelli climatici accoppiati oceano-atmosfera, che stanno raggiungendo una discreta attendibilità per le fasce intertropicali, ma ne conservano ancora una scarsa o nulla sulle medie e alte latitudini, dove gli effetti di quel che succede ai tropici sono sì importanti, ma difficilmente distinguibili.

 

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Non c’è l’impronta umana nella fase di riscaldamento 1987-1998

Tzu-Ting Lo e Huang-Hsiung Hsu sono due ricercatori del Dipartimento di Scienze dell’Atmosfera dell’Università di Taiwan ed hanno analizzato l’aumento delle temperature manifestatosi negli ultimi…

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Il futuro in un cubetto di ghiaccio

Dalla fine dell’estate, abbiamo sentito rimbalzare sui media la notizia che l’estensione dei ghiacci artici ha fatto segnare un nuovo record negativo, secondo soltanto al…

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Ancora su Vigo di Cadore

Quanto segue è un breve estratto dell’intervento di Carlo Colarieti Tosti alla conferenza di Vigo di Cadore. A breve speriamo di poter rendere disponibile on line qualcosa di più di un sunto che, tuttavia come scoprirete tra poco, offre spunti decisamente interessanti ed apre, io credo, un dibattito ad ampio spettro. Proprio come è ampia la serie di argomenti che Carlo ha affrontato nella sua trattazione. Buona lettura.

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Un inverno vero

“Il riscaldamento globale esiste, ma il clima non sempre potrebbe collaborare.”

[photopress:Hong_Kong.jpg,thumb,pp_image]Latitudine 22,33°, longitudine 114,18° Hong Kong potrebbe non avere più inverni a partire dal 2020-2030. Questa la sconvolgente news pubblicata sul sito della WMO appena dieci giorni fa. Poco male, eventualmente potremmo prestargliene un pò dei nostri. Verrà pure dalla massima autorità meteorologica della capitale della tecnologia, ma forse non contiene esattamente l’appeal per essere pubblicata sul sito della massima autorità meteorologica mondiale. Ad ogni modo, ognuno pubblica ciò che crede.

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Happy New Year folks!

[photopress:buonanno.jpg,thumb,pp_image]All’inizio del mese di giugno abbiamo cominciato l’avventura di Climate Monitor a carte scoperte. Le nostre intenzioni erano e sono quelle di seguire ed analizzare gli atteggiamenti del mondo dell’informazione sulla materia che ci appassiona e questo abbiamo cercato di fare. Ma forse anche noi, come la maggior parte di coloro che si occupano di questi argomenti, troppo presi dall’acceso dibattitto sugli anni a venire, abbiamo perso un pò di vista il breve e medio periodo. E allora, almeno in questo primo giorno dell’anno, ci sembra doveroso far omaggio a tutti quelli che ci hanno seguiti fin qui con tanta passione, di un pò di sana discussione meteorologica. Sorpresa, stiamo avendo un clima normale. Di più, non sta facendo più caldo dell’anno scorso (a dir la verità sarebbe difficile, ma in fondo ci avevamo creduto quasi tutti che sarebbe potuto accadere) . Sarà forse una conseguenza del fatto che dal 2001 le temperature medie globali sembra abbiano smesso di aumentare?

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