Il potere della ragione non smetterà mai di stupirmi, come non lo faranno i numeri. Allora leggetevi quello che segue, è un commento lasciato da…
21 commentiIl Villaggio di Asterix
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21 commentiGiro serale su Twitter, appare una lettera aperta scritta al presidente Trump da Richard Lindzen, cui pare si siano associati molti altri scienziati. L’intenzione è…
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3 commentiAlcuni giorni fa si è tenuto presso l’Università di Lecce il primo di una serie di tre seminari organizzati nell’ambito di una iniziativa dell’associazione “Formicaio”. Obbiettivo dichiarato quello di fare comunicazione scientifica su di un ampio spettro di argomenti tutti riconducibili al tema dei cambiamenti climatici.
Il primo evento, che non ho avuto il piacere di poter seguire, è stato pubblicizzato on line dalle pagine di Sud News, con un articolo che ha tutta l’aria di essere un comunicato stampa. Dato che non sono riuscito a trovarlo ingiro però, è necessario partire dal presupposto che si tratti piuttosto di farina del sacco di chi lo ha firmato. E questo è un bene, perché in realtà si tratta di una comunicazione di grande effetto ma di scarsissimo contenuto – eccezion fatta, ovviamente per le coordinate dell’evento, unica informazione solida rilasciata.
Prima di continuare per cortesia andate a leggerlo.
Fatto?
Bene, come avrete visto c’è proprio tutto, dallo scenario spaventoso, al collegamento con gli eventi estremi, ai temi della decrescita (incarnati dall’associazione proponente), al dito puntato contro il genere umano e contro il bieco negazionismo. Ma, soprattutto, c’è il consenso: “La comunità scientifica ha riconosciuto la responsabilità principale di questi fenomeni nell’antropizzazione dell’atmosfera“.
[blockquote cite=”Abba Eban”]
Consenso significa che tutti sono d’accordo a dire insieme ció che nessuno crede individualmente.
[/blockquote]
Si dice che gli scienziati che hanno contribuito al 4° report IPCC fossero circa 2500. Tra questi qualcuno che ha ritirato il suo supporto, qualcuno che ha restituito il nobel e molti che hanno confermato le loro convinzioni. Come possa un economista dirsi convinto delle origini antropiche del riscaldamento globale o come possa esserlo uno studioso di demografia o come possano esserlo tutti quelli – e tra quei 2500 ce ne sono davvero tanti – che non masticano la scienza del clima, resta comunque un mistero.
Perché la materia climatica consta di decine di diversi settori di applicazione ed è veramente molto vasta. C’è il paleoclima, che coinvolge le scienze della terra, la chimica, l’astronomia, la biologia, la storia e la letteratura. C’è l’attualità, che si esplica nelle tecniche di osservazione, nella gestione dei dati e nella loro validazione. C’è il futuro, che comporta la conoscenza dei cicli naturali e degli eventi non ciclici ma ripetitivi e della necessità di inserirli nella modellistica. Ci vorrebbero intere schiere di cloni di Pico della Mirandola per poter parlare di consenso informato, altrimenti si rischia di avere davvero un gran numero di “esperti” che si limitano a credere ciò che gli altri credono. Magari li abbiamo, vai a capire.
L’argomento non è nuovo. Un paio di anni fa qualcuno ci fece anche un convegno che battezzammo “Ecolobotomia” per argomentare che lo scetticismo sulle origini antropiche dei cambiamenti climatici sia da ascrivere a problemi psicologici piuttosto che a fondamenti scientifici. Non ebbe molta fortuna.
Oggi qualcuno ci riprova, ma con maggiore scaltrezza. Si mettono insieme la crisi globale (reale) e la crisi climatica (presunta), dichiarando che la recente scarsa propensione del pubblico ad unirsi al consenso sui cambiamenti climatici sarebbe frutto delle sopraggiunte difficoltà economiche. Un comportamento molto trasversale – e quindi non esclusivo di chi è scettico per inclinazione personale – noto come ‘dissonanza cognitiva’.
Un’idea fantastica. mettere insieme i cambiamenti climatici e la crisi globale assicura innanzi tutto una larga copertura mediatica, sicché metà del lavoro è già fatto prima ancora di scrivere qualcosa di senso compiuto. Cosa quest’ultima che non pare sia avvenuta nella ricerca in questione.
Da Wikipedia. Programmazione Neuro Linguistica (PNL): tecnica che postula la possibilità di influire sugli schemi comportamentali di un soggetto tramite la manipolazione di processi neurologici attuata tramite l’uso del linguaggio.
Dalle pagine del WWF Italia, tra poco inizierà la seduta. Per facilitarvi il compito ho evidenziato in blu le cose vere e in rosso quelle che si appoggiano a quelle verità per essere percepite come tali malgrado non lo siano:
Ci siamo, la conferenza di Durban è alle porte. In quella sede, stante l’acclarata impossibilità di fare passi avanti significativi in termini negoziali, sarà opportuno capitalizzare al massimo quanto già acquisito. Cioè, praticamente niente in termini di mitigazione climatica – esercizio inutile consistente nella volontà di mitigare ciò che mitigabile non è – ma qualcosa , anzi più di qualcosa, in termini economici. In poche parole soldini da spendere.
Ma, perché si possa procedere allo shopping occorre che qualcuno ci metta la pecunia, nella fattispecie la comunità internazionale, sempre prodiga di promesse, ma alquanto riluttante quando si tratta di erogare. E con la crisi che c’è la riluttanza si sta trasformando in fuga.
Non so se ci sia un collegamento tra il fatto che si stia svolgendo l’ennesima finzione mediatica della catastrofe climatica imminente e le dimissioni di…
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Lascia un commentoIl sito comunista “pane e rose” riporta una gustosa e didattica discussione avvenuta qualche giorno fa durante la conferenza dell’Associazione per l’Avanzamento della Scienza che…
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