Qualche settimana fa abbiamo parlato delle nuvole e dell’importanza degli aerosol nel processo di nucleazione. Abbiamo visto come a seconda della concentrazione di acido solforico…
1 commentoIl Villaggio di Asterix
Qualche settimana fa abbiamo parlato delle nuvole e dell’importanza degli aerosol nel processo di nucleazione. Abbiamo visto come a seconda della concentrazione di acido solforico…
1 commentoIl titolo, bellissimo, è tratto dallo scritto Carbonio di Primo Levi, che oltre a essere un grande scrittore era anche un chimico e come tale…
9 commentiDa anni gli scienziati discutono circa l’influenza dei raggi cosmici sul processo di nucleazione, ovvero sulla parte iniziale della catena di eventi che porta alla…
6 commentiNon è un fenomeno poi così raro, anzi, a certe latitudini le masse d’aria più umide e fredde è frequente che arrivino dal mare. Perciò…
1 commentoDue notizie, una cattiva e l’altra interessante. Mancherebbe quella buona ma di questi tempi siamo un po’ a corto. Cominciamo da quella interessante. Gli aerosol,…
2 commentiIeri l’altro mi è capitato per le mani il comunicato stampa del CNR che vi riporto qui sotto (fonte): Val Padana, la nebbia si dimezza…
8 commentiLo avevamo anticipato qualche giorno fa, ora è ufficiale: l’estensione del ghiaccio marino antartico anche quest’anno ha segnato un record positivo. Il giro di boa…
7 commentiOrmai sembra che sia diventato un gioco, più o meno con cadenza regolare, infatti, escono paper che affrontano il tema della latitanza del riscaldamento globale.…
3 commentiImmagini tipiche del primo mattino, quando gli strati atmosferici più bassi sono mediamente più stabili. Caligine, non propriamente foschia, piuttosto lontana dalla nebbia, piccolissime particelle solide in sospensione, nella fattispecie di origine organica e quindi naturale, che dal nostro punto di vista limitano la visibilità, ma più in generale abbassano la trasparenza dell’aria, riflettono una parte della radiazione solare e, in determinate condizioni, crescono fino ad assumere le condizioni necessarie per diventare nuclei di condensazione, cioè per consentire la formazione delle gocce e quindi delle nubi.
Nel nostro post di ieri abbiamo fatto una breve anticipazione sul contenuto del topic di oggi, il bilancio radiativo. Però, dato che siamo in tema…
4 commentiOrmai è cosa nota, nel week-end ci dedichiamo alla lettura. Da Bishop Hill, ma soprattutto da Nature prima e dal CERN poi, arrivano i…
2 commentiDomenica scorsa abbiamo goduto dell’ironia di una delle ultime vignette di Josh in tema di clima. Ad appena un paio di giorni di distanza, non potevo certo immaginare che il protagonista della vignetta potesse diventare quell’unico cervellone in camice bianco che sbircia timidamente a lato della ‘meravigliosa macchina del clima’, dove ci sono i cursori di controllo dell’attività solare, mentre tutti gli altri suoi compari fissano rapiti il bottoncino della CO2.
Già, perché, con buona pace di quanti la ricerca sul clima hanno deciso di farla al buio, ovvero ignorando quasi del tutto l’influenza che su di esso può avere il comportamento della nostra stella, per fortuna c’è qualcuno che ogni tanto apre uno spiraglio di luce.
CLOUD, come i nostri lettori più assidui ricorderanno, è l’acronimo che identifica l’esperimento in corso al CERN di Ginevra che si pone l’obbiettivo di investigare…
Lascia un commentoI prati, le foreste, le aree rurali, chissà quante volte vi sarà capitato di recepire delle sensazioni olfattive particolari girando lontano dagli insediamenti urbani. Bene, quel profumo, scrivono gli autori di una letter appena pubblicata su Nature Geoscience, è in grado di mitigare il riscaldamento globale.
Warming-induced increase in aerosol number concentration likely to moderate climate change
Si parla di feedback, cioè di quei meccanismi possibilmente innescati dall’aumento delle temperature che possono potenziare o limitare, come in questa fattispecie, l’ampiezza della stessa causa che li ha generati. Come molti sanno e come ci è capitato di scrivere più volte, la potenziale pericolosità del riscaldamento globale non è direttamente ascrivibile alla relazione esistente tra l’incremento dei gas serra e la temperatura, perché questa è tale da generare un aumento delle temperature non molto significativo. Il problema, piuttosto, verrebbe dall’innesco di feedback con prevalente segno positivo, cioè in grado di amplificare l’entità del riscaldamento. Questo almeno è quanto scaturisce dalle simulazioni climatiche, strumenti essenzialmente “istruiti” con una sensibilità climatica – leggi entità del risaldamento del sistema al raddoppio della CO2 – dominata da fattori di amplificazione e quindi piuttosto elevata.
Per omeostasi si intende la capacità dei sistemi biologici e ambientali di resistere al cambiamento e di mantenersi in una condizione di equilibrio. L’omeostasi è frutto delle capacità di autoregolazione che caratterizzano gli ecosistemi al pari degli organismi e delle popolazioni che li compongono (qui).
Prendendo come esempio le chiome degli alberi di un bosco, al loro interno – cioè nel cosiddetto canopy layer – tutta una serie di caratteristiche (es. temperatura, umidità, velocità del vento, ecc.) risultano smorzate rispetto all’atmosfera esterna. Questo si rivela essenziale perché le piante possano evitare un eccesso di traspirazione o possano con facilità acquisire la CO2 che viene emessa dal terreno e che per le piante stesse è l’alimento primario.