Spesso su CM si è parlato di agricoltura. In diverse discussioni è stato posto in evidenza che la “rivoluzione verde” verificatasi nel secolo scorso, ha…
21 commentiIl Villaggio di Asterix
Spesso su CM si è parlato di agricoltura. In diverse discussioni è stato posto in evidenza che la “rivoluzione verde” verificatasi nel secolo scorso, ha…
21 commentiNell’ambito del tragicomico processo di passaggio di consegne che sta avvenendo al di là dell’oceano – comico perché il subentrante ha in effetti dei tratti…
13 commentiIl JRC, Joint Research Center, è l’advisor scientifico della Commissione Europea, una di quelle realtà poco note ma di grande valore, che l’unione di intenti…
Lascia un commento…ma perché non si accomodano alla porta dell’aldilà e ci danno l’esempio? Volete vincere la guerra al clima che cambia? Fate meno figli, anzi, non…
2 commentiCome scriverebbero su WUWT:“Dal Dipartimento delle correlazioni fasulle o almeno problematiche” (v. anche il sito di Tyler Vigel), alcune relazioni in cui mi sono imbattuto.…
3 commentiNe abbiamo parlato qualche giorno fa. Il 19 agosto scorso, secondo i calcoli del Global Footprint Network, saremmo passati attraverso l’Earth Overshoot Day, il giorno…
2 commentiL’anidride carbonica è l’elemento chimico alla base della fotosintesi, sia essa prodotta naturalmente o meno, comunque piace alle piante. Tanto da accrescerne notevolmente lo sviluppo all’aumentare della sua concentrazione. Questo è un fatto noto del quale però si sente parlare molto poco. Ancora meno, non è difficile capire perché, si sente parlare del beneficio di cui l’umanità può aver goduto in termini di disponibilità di risorse alimentari primarie proprio grazie all’aumento della concentrazione di CO2 e alla lunga fase climatica favorevole iniziata al termine della Piccola Età Glaciale (1350-1850 circa), giunta per altro ad interrompere soltanto temporaneamente un altro periodo favorevole ancora più lungo innescatosi al termine dell’ultima glaciazione.
Molto di più invece si sente parlare del Costo Sociale del Carbonio, ovvero dei costi che potenzialmente l’umanità potrebbe dover fronteggiare a causa dei cambiamenti climatici innescati dall’aumento delle temperature medie superficiali, posto che questo aumento e quei cambiamenti siano per buona parte ascrivibili all’aumento della concentrazione di anidride carbonica.
Il titolo di questo post avrebbe anche potuto essere “Caldo è bello”, ma qualcuno avrebbe potuto pensare che avessi preso un colpo di sole. Anche perché è fresco di stampa un paper su Environmental Research Letters in cui lasciando andare a briglia sciolta i soliti modelli climatici e i soliti scenari di emissione si prospettano ondate di calore di intensità eccedenti da 3 a 5 volte oltre la normale variabilità delle temperature per le decadi a venire (qui su Science Daily per il riassunto). Ma non è questo l’argomento di oggi o, meglio, non lo è direttamente.
Prendendo spunto anche dall’ultimo editoriale di Giovanni Sartori uscito sul Corriere della Sera, pezzo che abbiamo sommariamente commentato appena qualche giorno fa, oggi parliamo di risorse idriche e dell’impatto che su queste potrebbero avere potenzialmente la crescita demografica, le emissioni di CO2 e i cambiamenti climatici. Per certi aspetti, anche su questi argomenti siamo freschi di commento, avendo recentemente parlato di uno studio secondo il quale la diminuzione di massa dei ghiacciai dei due principali bacini dell’Himalaya e l’aumento delle precipitazioni che si prospettano sulla stessa area in ragione dei cambiamenti climatici dovrebbero elidersi a vicenda rislutando in una disponibilità idrica pressoché invariata per le popolazioni di quell’area.
Ma, per quel che abbiamo letto in quello studio, il fattore popolazione, ovvero l’aumento della stessa, non era tra le variabili esaminate, né lo era l’effetto diretto dell’accrescimento della CO2 sull’uso che le piante fanno delle risorse idriche. Questo differente punto di vista è invece l’oggetto di un altro studio ancora, redatto a cura di ricercatori dello UK met Office, in cui si cerca appunto di prendere in esame tutti i fattori in gioco. Naturalmente, anche in questo caso, si parla di diritti esclusivi delle tecniche di simulazione delle dinamiche del clima, per cui, pinze alla mano per non scottarsi, cerchiamo di capire di che si tratta.
Tecnologia e agricoltura: associare i due termini è del tutto spontaneo per l’agronomo ma lo è assai meno per il comune cittadino, vittima dei luoghi comuni del naturale, del biologico, del biodinamico, del chilometro 0, della tradizione, dei buoni cibi di una volta, ecc. E così mentre è chiaro a tutti che sarebbe tecnicamente improponibile ed oltremodo pericoloso realizzare un’automobile con la tecnologia di fine ‘800, lo stesso concetto di “improponibilità tecnica” e “pericolo per la salute” fatica non poco ad essere avvertito in relazione alle filiere agro-alimentari, anche perché le stesse ditte tecnologicamente più avanzate usano i concetti di naturale e pre-tecnologico come strumenti di marketing dei propri prodotti (un esempio per tutti: il “mulino bianco” di Barilla) contribuendo non poco al proliferare di miti e luoghi comuni. In proposito occorre dire in modo netto che è l’agricoltura tecnologica a sfamare il mondo, gran parte del cibo di cui si nutre l’umanità essendo oggi prodotto in aree ad agricoltura tecnologica evoluta quali Usa, Canada, Australia, Europa, Brasile ed India. Inoltre gli esseri umani al di sotto della soglia di sicurezza alimentare sono circa 900 milioni secondo FAO, cifra rimasta pressoché invariata in termini assoluti dagli anni ’60 ad oggi ma che in termini relativi è scesa dal 35% dell’umanità del 1970 al 15% attuale. Per intenderci sono usciti da una cronica insicurezza alimentare i giganti asiatici Cina ed India e la stessa Africa mostra segnali significativi di progresso nell’autosufficienza alimentare. All’ottimismo dovrebbero spingere inoltre i dati in figura 1 ed il fatto che l’outlook FAO del marzo 2013 preveda un raccolto di frumento per l‘anno in corso di ben 690 milioni di tonnellate (28 milioni di tonnellate in più del 2012; il secondo raccolto record di sempre).
…ma non per questo qualcuno pensa di eliminarli. E invece i pazzi, evidentemente in quanto tali, lo chiedono a tutti gli altri. Trattandosi di pazzi…
5 commentiVi piace andare a teatro? Personalmente, no. Tuttavia questa volta, qualche risata me la vorrei fare. Sia chiaro, non una risata liberatoria, tutt’altro… riderei probabilmente per non piangere. Lo spunto me lo fornirebbe una nuova rappresentazione teatrale intitolata “Ten Billion”. In realtà si tratta di un monologo che descrive uno scenario altamente plausibile: dieci miliardi di persone su questo
pianeta. Uno degli autori, Stephen Emmott spiega a Deutsche Welle che il brano rappresenta lo stato della nostra Terra in un momento non precisato verso la fine di questo secolo.
Insomma, siamo nel 2100 e siamo 10 miliardi di persone. Ma no, accidenti, no, l’autore ci fa sapere che non è un testo contro la sovrappopolazione. In fondo, Emmott suggerisce che 10 miliardi di
esseri umani potrebbero tranquillamente stare fianco a fianco, tutti quanti, in Cornovaglia. Conoscendo i luoghi, mi prenoto un posto vista mare. Soffro di claustrofobia e non vorrei trovarmi, che so, come 5 miliardesimo essere umano, fianco a fianco con i miei colleghi di viaggio, infossato chissà dove.
Climate change e crisi globali, c’è da sperare che le cassandre abbiano ragione. La storia insegna che fu così: la premonizione di Cassandra si avverò.…
1 commentoQuesto articolo è uscito su La Bussola Quotidiana l’8 gennaio scorso. Lo staff di CM spera di farvi cosa gradita pubblicandone la versione integrale, ricca di…
3 commentiAll’Angelus del 14 novembre scorso Papa Benedetto XVI ha invitato ad un «rilancio strategico dell’agricoltura», specificando che la rivalutazione dell’agricoltura non dev’essere vista «in senso…