“Questa è la prima volta nella storia dell’umanità che ci stiamo imponendo il compito di cambiare, intenzionalmente e all’interno di un periodo di tempo definito,…
13 commentiIl Villaggio di Asterix
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13 commentiMolte volte su questo blog abbiamo avuto modo di parlare di decrescita e di come essa venga individuata da molti commentatori come la panacea per…
25 commentiLeggiamo, sempre con spirito critico per carità, ma poi magari riflettiamoci anche su. Si fa un gran parlare di devastazione ambientale al giorno d’oggi, problema…
Lascia un commentoLunedì e martedì scorsi (14 e 15 luglio) ha avuto luogo a Ginevra la prima sessione del Preparatory Commitee Meeting per la terza conferenza mondiale…
1 commentoAlcuni giorni fa ho letto una news in cui si lamentava l’indecente differenza che esiste tra le risorse che vengono impiegate per la lotta al…
Lascia un commentoRoger Pielke Jr ha pubblicato un post interessante qualche giorno fa. Quelle che seguono sono due immagini piuttosto eloquenti che mettono in evidenza come a…
1 commentoI miei normalmente non appartengono alla categoria. Lo stesso non posso dire dei numerosi commenti dei lettori che partecipano alle nostre discussioni, specie quando attraverso la leva del dibattito climatico, arriviamo a parlare di argomenti più ampi e di più facile accesso per il sentire comune, opinioni cioè per le quali non è necessario avere una preparazione tecnica, ma bastano occhi per vedere e buon senso.
Appunto il buon senso con cui Morgan Brazilian e Roger Pielke jr affrontano un argomento decisamente topico in un articolo uscito fresco fresco su Science & Tecnology:
Sviluppo Felice non sono un nome e un cognome, ma il titolo di un blog che si occupa (o preoccupa) di esplorare il tema della decrescita e, almeno stando alla pagina di presentazione, lo fa da un punto di vista un po’ di verso dal solito. Benedetto Rocchi, ricercatore presso il Dipartimento delle Scienze delle Produzioni Vegetali del Suolo e dell’Ambiente Agroforestale dell’Università di Firenze, ha pubblicato un post con il suo punto di vista sull’argomento e mi ha mandato il link perché ne facessi il mirror.
Nel dare atto a chi gestisce quel blog di di aver mostrato correttezza e disponibilità non comuni nel dare spazio ad opinioni non propriamente a loro assimilabili, non posso però fare a meno di notare che nel primo dei due commenti giunti al post, un commento firmato dal coordinatore del sito, compaiono proprio quelle semplificazioni, generalizzazioni, dogmi e luoghi comuni propri di un approccio fideistico al tema delle dinamiche del clima. Troppo spesso questi argomenti vengono utilizzati per dar forza e corpo a temi di diversa natura, quali quello dell’ambiente e, perché no, del vivere sociale, finendo per promuovere un uso strumentale di informazioni in molti casi neanche lontanamente scientificamente robuste.
Vi affido lettura e commenti, pregando chi volesse intervenire di rimanere sul tema e, soprattutto, di mantenere toni civili.
Buona lettura
gg
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di Benedetto Rocchi – Università di Firenze
Spett.le Redazione [di Sviluppo Felice],
un qualsiasi processo di sviluppo implica anche una crescita dimensionale. Per questo non vedo opposizione tra crescita economica e sviluppo della società. Mettere al centro il concetto di “crescita” (come fanno i sostenitori della decrescita) indica una certa semplificazione ideologica. Sul piano economico, Pasinetti ha messo in luce i limiti dei modelli di crescita omogenea, mostrando che, con l’accumulazione delle conoscenze, l’aumento di ricchezza sociale implica la soddisfazione dei nuovi bisogni che l’aumento del reddito fa emergere.L’insistenza sulla diminuzione del PIL è solo la punta di un iceberg di semplificazioni. Ad esempio Serge Latouche sostiene, tra i punti del suo “decalogo decrescista”, la necessità di una moratoria nello sviluppo di nuove tecnologie, preconizzando allo stesso tempo la fine del lavoro attraverso una più ampia sua distribuzione (il vecchio “lavorare tutti, lavorare meno”) e l’orientamento verso l’autoconsumo. Ma l’esperienza storica mostra che nelle società rurali a tecnologia arretrata e basate sull’autoconsumo si lavora tutti (eccetto forse alcuni gruppi sociali privilegiati) ma, ahimè, si lavora molto! Basta farsi raccontare dai vecchi delle nostre campagne la vita che facevano per farsi un’idea di quanto la tecnologia sia stato uno strumento di “liberazione” dal lavoro.
Cina e Russia sono nazioni dove storicamente si sono verificate siccità e carestie di lunga durata con tragici effetti che hanno causato milioni di morti.…
5 commentiSì, potrebbe andare peggio, anzi, per la verità, praticamente è sempre andata molto peggio. Ci credereste? L’umanità, quella moltitudine di esseri con due gambe, due…
1 commentoLa rubrica “Voce dei lettori” si arricchisce di un nuovo contributo. Sono le riflessioni “informate” di Angelo, uno dei nostri lettori che non perde soltanto il suo…
23 commentiLe parole che seguono sono il primo contributo di uno dei nostri lettori a questa nuova rubrica. E’ una lunga riflessione ad ampio spettro che, pur scritta con la cognizione di causa di chi opera in un settore strategico, è animata da un sentire personale esclusivo, frutto di sensazioni molto soggettive. Credo che non avremmo potuto sperare in niente di meglio per cominciare a dar corpo al nostro Speaker Corner. Vi lascio alle parole di Angelo, buona lettura.
Guido Guidi