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Non c’ero, e se c’ero dormivo.

Succedono cose strane ultimamente. Se il climategate ha avuto un merito, cosa questa che in parecchi si ostinano a negare fermamente, è stato quello di accendere i fari sui retroscena della scienza del clima. Prima di allora, e parliamo solo di un anno fa, si erano accese solo le luci di scena, ed era stato un tripudio di consensi per quei pochi adepti di questo settore scientifico in grado di decifrarne l’enorme complessità.

Una volta fattosi giorno anche dietro le quinte, sono venute fuori parecchie magagne, e se una delle dispute principali nel dibattito sui cambiamenti climatici è circa le dimesioni spaziali delle oscillazioni di temperatura del passato che alcuni pensano siano state limitate al solo nuovo mondo, le magagne pare proprio che abbiano invece respiro globale.

Qusta volta andiamo addidrittura ai nostri antipodi, in Nuova Zelanda. Per la verità si tratta di un ritorno, perché CM ci era già andato in questa e quest’altra occasione. In entrambi i casi si trattava di commenti ad un fatto decisamente strano. Il NIWA, istituto di ricerca sul clima nel paese dei Kiwi, pare disponesse di un dataset di temperature per la nazione decisamente “scottante”, ovvero che mostrava un deciso aumento delle temperature nel secolo scorso. Tale aumento, era (ed è) del tutto assente dal dataset gestito dal Servizio Meteorologico Nazionale, che in forma grezza non mostra alcuna variazione importante per le temperature della regione.

La differenza tra le serie, oltre a quella appena citata, è anche nella fonte dei dati, perché nel primo caso si tratta di un gruppo di sole sette stazioni le cui serie storiche sono state sottoposte ad un pesante lavoro di “omogeneizzazione”, mentre gli altri dati come detto sono grezzi, cioè non sottoposti a procedure di correzione ex-post.

Come vi avevamo spiegato negli altri post, questo dataset così limitato è stato ufficializzato dal NIWA e dal suo curatore, il Dr. Salinger M.J., essendo stato alla base dei contributi dei ricercatori neozelandesi all’AR4, cioè al report del 2007 dell’IPCC. Questo lo si capisce abbastanza bene dai riferimenti bibliografici del Cap.11 dell’assessment report del Working Group II del panel ONU.

Appena qualche giorno fa, dopo essere stata incalzato anche per vie legali dalla Climate Science Coalition (covo di scettici impenitenti), il NIWA ha negato formalmente ogni responsabilità su quel dataset, per il quale incidentalmente non esistono metadata e non si conoscono le procedure impiegate per correggere i dati (vi ricorda qualcosa?). Però dalle pagine del NIWA i lavori sulle temperature di Salinger sono portati a riferimento moltissime volte, così come è assodato che quesi dati sono finiti nel report IPCC, cui il NIWA ha dato il suo contributo ufficiale. Qualche tempo fa, inoltre, il rapporto professionale tra il NIWA e salinger si è interrotto per motivi che negli articoli linkati potete leggere ma sono riportati in modo controverso, per cui meglio tacerne.

E così, in pratica con questa dichiarazione hanno demolito il pilastro portante delle loro ricerche e proiezioni sul cambiamento climatico  del loro paese. Già, perché venendo meno un dataset ufficiale e rappresentativo, venendo meno il riscaldamento perché i dati grezzi in loro possesso non mostrano alcuno, tutte le considerazioni e le valutazioni fatte in sede Working Group II per quella fetta di mondo sono da buttare, o quanto meno da rivedere.

Ora si rimetteranno al lavoro, i dati ci sono e il tempo pure, perché l’AR5 è previsto per il 2013. C’è però da scommettere che laggiù farà un po’ meno caldo, che ne dite?

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Published inAttualitàNews

2 Comments

  1. PIERO IANNELLI

    Condivido Guido Botteri.
    Il nocciolo di questa climatica giostrina sono gli spaventosi interessi che vi orbitano.

    Solo evidenziando all’opinione pubblica cosa si nasconde dietro l’allarmismo climatico si potrà fare chiarezza.

    Un esempio?:
    …permettere al WWF ed ai suoi partners di condividere la vendita di crediti di emissione di anidride carbonica per un valore di 60 MILIARDI DI DOLLARI..

    Fonte: http://www.inganno-ambientalista.it/content/view/181/2/

    60 MILIARDI DI DOLLARI SONO SOLO BRICIOLE!:

    “Green economy, l´ultima congiura della Goldman Sachs Così la Sec ha fermato i padroni di Wall Street”

    Troverete questa frase ridicola, se fuori dal contesto generale:
    “…Presto la speculazione sul cambiamento climatico diventerà un mercato da 646 miliardi di dollari (stima del governo), destinati a salire a 1.000 miliardi in pochi anni…”

    Fonte:
    http://www.google.it/url?sa=t&source=web&cd=4&ved=0CCkQFjAD&url=http%3A%2F%2Fwww.finanzainchiaro.it%2Fdblog%2Farticolo.asp%3Farticolo%3D8193&ei=kEaATJ-wB8Ol4Qb31rHNCw&usg=AFQjCNGWjK1cgMkylzS50MAOSjgVqbCq5w&sig2=tiez8VOp0sYN-rYfqJfV9w

    Cordialmente.

    Piero Iannelli

  2. Guido Botteri

    Nella terra dei kiwi, sede affascinante delle storie della Terra di Mezzo, dei suoi anelli e delle sue torri, degli orchi, degli elfi, dei maghi grigi e bianchi, degli hobbit e della famosa Compagnia dell’Anello, che ebbe in Aragorn il suo re, e in Frodo colui che seppe liberare il pianeta dall’anello del male, c’è chi pensa che la Scienza abbia preso più la via di frodo che quella di Aragorn, e così tra le tante vie che portano alla Scienza e alla verità, hanno scelto la via dei tribunali.
    E’ amaro pensare che la Scienza si debba discutere in quella sede, dove non credo possa esserci la competenza specifica necessaria, ma forse questo è una conseguenza dell’aver percorso vie che non sono quel che io credo debba essere la Scienza, e cioè vie ideologiche, vie affaristiche, vie politiche, nel senso peggiore che possa avere questo termine, tanto che la cronaca parla di un interessamento della mafia ai faraonici incentivi statali.
    Questo, naturalmente, è solo il mio pensiero, ma è quello che mi ha spinto ad interessarmi a questa materia, come ho più volte ricordato.
    Se invece di vedere acque torbide, nebbia e pretese di “negazionismo”, avessi visto acqua limpida e aria trasparente di un bel giorno di sole, e persone di idee diverse intente a discutere civilmente, avrei guardato altrove.

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