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La tempesta solare del secolo, o forse no?

Alcuni giorni fa, il 2 gennaio per la precisione, sul disco solare ha fatto la sua ricomparsa (si ricomparsa perché era già comparsa alla precedente rivoluzione solare) la macchia solare 1944.

 

La 1944 è apparsa subito come una regione molto attiva con una estensione veramente notevole e una configurazione magnetica che faceva presupporre la possibilità di eruzioni solari e brillamenti (Coronal Mass Ejection (CME) e Flares, visto che l’inglese va di moda). Così in effetti è stato. Su molti media generalisti e su vari siti si è iniziato a leggere di possibili effetti devastanti derivanti dalla macchia 1944. Alcuni hanno prospettato Black Out generalizzati, aurore boreali visibili da Gerusalemme e cose simili. La 1944 ha dato origine infine ad un Flare di classe X, ma non certo eccezionale, così come non eccezionale è stato il CME ad esso associato. Questa eruzione solare è stata però “fronte terra”, cioè è avvenuta quando la regione in questione era orientata verso il nostro pianeta.

 

Visto questo dato di fatto sono partiti allarmi incontrollati, ripresi a volte anche dai telegiornali nazionali. NASA e NOAA invece sono stati molto più realistici preannunciando una possibile tempesta geomagnetica G3 (su una scala di 5 che va da G1 a G5), e una tempesta solare S3 (sempre su una scala di cinque). Alla fine la tempesta geomagnetica ha raggiunto solamente lo standard G2 e la tempesta solare ha sì raggiunto lo standard S3 ma solamente per pochi minuti (qui il link al sito Space Weather della NOAA).

 

I nostri amici catastrofisti, così come erano comparsi, si sono rapidamente dileguati. Con le macchie solari non si possono fare previsioni a 50 o 100 anni, nessuno può creare un modello che possa terrorizzare il pianeta annunciando che nel 2020 una tempesta solare di proporzioni bibliche spazzerà via tutta la nostra civiltà elettronica, si può solamente osservare e riferire.

 

A dire il vero però qualcuno nel 2005/2006 ci aveva provato a fare una previsione a medio termine riguardante il ciclo solare 24. I più grandi esperti mondiali avevano preconizzato un ciclo solare tra i più potenti delle storia, e bastarono poche macchie solari all’inizio del ciclo 24 per osservare previsioni che parlavano di una attività solare forte oltre ogni immaginazione. Il sole però non si cura delle previsioni degli uomini e le macchie solari possono essere contante anche da un dilettante con il telescopio giusto, i dati non si possono “lisciare”, nessuna serie può essere affetta da errori di misurazione o di elaborazione talmente grande da determinare discussioni infinite tra chi utilizzerà quei dati a scopo scientifico. Così invece di assistere al ciclo più potente della storia abbiamo assistito al ciclo più debole degli ultimi 120 anni, un ciclo nel quale  l’unica vera macchia attiva e estremamente organizzata era proprio la 1944. Ma dopo il Flare la 1944 ha iniziato a decadere e al prossimo passaggio fronte terra sarà una zona di residua attività che non si farà quasi notare.

 

Certo altre tempeste sono possibili, ma vista la situazione sono scarsamente probabili in questa fase del ciclo solare, l’emisfero Nord è ormai avviato in maniera inesorabile verso una bassissima attività un vero e proprio minimo, l’emisfero sud lo seguirà tra 12/18 mesi, secondo uno schema che caratterizza questo ciclo solare dal suo inizio. L’emisfero sud ha una latenza di 12/18 mesi rispetto al comportamento dell’emisfero Nord, una latenza nota agli esperti ma che nell’ultimo secolo era stata sempre di 3/4 mesi, mentre oggi si è notevolmente allungata.
Ancora per un anno e mezzo quindi potremo assistere a eruzioni solari provenienti dall’emisfero sud, poi farà notizia anche la sola presenza di una piccola macchia di classe Alfa, perché con buona probabilità di macchie ne vedremo ben poche dal 2016 in avanti.

 

Un’ultima considerazione: di tempeste S3 in media ce ne sono 10 in ogni ciclo solare, questa è la prima del ciclo solare 24, di tempeste G3 ne abbiamo in media 200 in ogni ciclo solare e questa volta lo standard G3 non è stato raggiunto. La prossima volta che sentirete parlare di “tempesta solare storica” verificate sul sito della NOAA, oppure venite su CM, se qualcosa di importante stesse per accadere qui trovereste di sicuro la notizia. 🙂

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Published inAttualità

2 Comments

  1. Fabio Vomiero

    Perfettamente d’accordo con il commento di Donato. Aggiungerei soltanto però, per spezzare una lancia a favore degli scienziati che per professione si trovano a dover elaborare previsioni e proiezioni, che anche il pubblico dovrebbe puntare a possedere gli strumenti minimi per riuscire a capire l’effettivo valore scientifico di una previsione. Nel senso che certamente mi posso aspettare tanto da una previsione meteo a ventiquattr’ore o da una diagnosi di broncopolmonite con in mano quadro clinico, radiografie e broncoaspirato, ma altrettanto certamente non mi dovrei tanto lasciar convincere da previsioni climatiche a cinquanta o cento anni, piuttosto che dalla previsione dell’entità del prossimo ciclo solare e del prossimo Nino perchè dovrei sapere bene che si tratta di fenomeni in larga misura impredicibili. Quindi oltre ad una sana dose di scetticismo bisognerebbe anche avere una sana dose di conoscenza e consapevolezza critica.
    Saluto tutti cordialmente

  2. donato

    Come ha ottimamente sintetizzato G. Stecconi Bortolani, ormai il ciclo solare 24 ha detto praticamente quasi tutto quanto aveva da dirci e resta da osservare solo il suo lungo epilogo che, salvo sorprese epocali, ci accompagnerà verso il minimo prossimo venturo.
    Oggi non posso fare a meno di ricordare un intervento del pollaio sul ciclo solare 24: quando lo SN cominciò a salire si parlò di “ripresa alla grande” del ciclo solare. A distanza di qualche anno possiamo affermare che di grande in questo ciclo c’è stata solo la debolezza: nessun essere umano oggi vivente è stato testimone, nel corso della sua vita, ad un ciclo solare più debole di questo!
    La cosa si presta anche ad un’altra considerazione: non sempre ciò che sostiene la maggioranza degli scienziati corrisponde a verità. Lo aveva ribadito qualche giorno fa , qui su CM, L. Mariani suscitando le vibrate proteste dei soliti noti. Lo testimonia, la vicenda del ciclo solare 24: prima del suo avvio, infatti, si era verificato il consenso degli scienziati (non conosco l’entità di questo consenso, ma sospetto che fosse del 90 e passa per cento 🙂 )degli scienziati solari sulla violenza inaudita del ciclo. Oggi possiamo dire che si sbagliavano (tutti, eccetto lo sparuto e bistrattato gruppo di quelli che si erano dissociati dalla linea di pensiero principale e che erano stati prontamente bollati come bastian contrari).
    Per chi avesse la memoria corta potrebbe essere utile un ripasso: http://science1.nasa.gov/science-news/science-at-nasa/2006/21dec_cycle24/ .
    Con questo non voglio assolutamente dire che una tesi su cui si verifica un largo consenso è sbagliata, sarei uno sciocco. Voglio soltanto dire che in ambito scientifico (e non solo 🙂 ) la maggioranza non ha sempre ragione.
    Né voglio dimostrare che gli scienziati hanno torto e qualche dilettante, invece, ha ragione. Né, infine, voglio affermare posizioni anti-scientifiche (che per formazione culturale e professionale aborrisco). Sostengo, però, che una sana dose di scetticismo è necessaria tanto in ambito scientifico, quanto negli altri ambiti in cui opera l’Uomo.
    Ciao, Donato.

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