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Berkeley Earth: 2014 anno più caldo? Chi può dirlo?

Quanti tra coloro che seguono più da vicino i tecnicismi delle vicende climatiche, sapranno che quella della temperatura media superficiale del pianeta è una stima, non una misura. La si definisce così perché risulta certamente dall’analisi di tutte le misure disponibili, ma la loro disomogeneità spaziale e temporale, superabile solo con l’applicazione di procedure di aggiustamento e di sofisticate tecniche statistiche, fa sì che debba essere sempre indicato un margine di errore. Sicché, se il risultato della media di un anno differisce dagli altri per un quantità inferiore al margine di errore, quella differenza è definita statisticamente non significativa, in poche parole non certa.

La temperatura media del pianeta la stimano in molti, sono infatti numerosi i centri di raccolta e analisi dei dati che producono annualmente delle valutazioni. Non tutti lavorano allo stesso modo, nel definire quali dati sono buoni e quali no, nelle tecniche impiegate per riempire i ‘buchi’ nei dati e così via. La differenza tra le loro valutazioni ha generato moti dibattiti nell’ambiente, perciò alcuni anni fa un gruppo di ricerca autonomo ha avviato un progetto, Berkeley Earth, ponendosi l’obbiettivo di unire gli sforzi e generare una serie storica delle temperature che al contempo facesse chiarezza e validasse il lavoro degli altri.

Le loro parole per il 2014, espresse efficacemente in questo breve report, hanno i toni della prudenza scientifica che vorremmo sinceramente leggere sempre, invece di doverci sorbire proclami molto più propagandistici che scientifici:

Berkeley’Earth’ ha messo a punto una stima della temperatura media globale per il 2014 includendo mari e terre emerse. I risultati chiave sono:

  1. La temperatura media globale (mari e terre emerse) per il 2014 è stata nominalmente la più alta da quando sono iniziate le registrazioni strumentali nel 1850; tuttavia, tenendo conto del margine di errore è alla pari con il 2005 e il 2010 e quindi non possiamo essere certi che sia stato stabilito un nuovo record;
  2. Per la terraferma il 2014 è stato nominalmente il 4° anno più caldo dal 1753 (da quando è iniziata la raccolta dati sulla terraferma);
  3. Per i mari, il 2014 è stato l’anno più caldo sin dal 1850.

E ancora:

Dal punto di vista numerico, la nostra stima più accurata per la temperatura globale del 2014 si colloca leggermente al di sopra (di 0,01°C) di quella del successivo anno più caldo, il 2010, ma molto al di sotto del margine di incertezza (0,05°C). Quindi è impossibile concludere dalla nostra analisi quale tra il 2014, il 2010 e il 2005 sia stato effettivamente l’anno più caldo.

Il margine di incertezza che abbiamo raggiunto è piuttosto piccolo (0,05°C con una confidenza del 95%). Questo è stato possibile, in parte, con l’inclusione di dati da oltre 30.000 stazioni di temperatura e con l’uso di metodi statistici ottimizzati. Anche così, l’anno più caldo non è stato distinguibile. Questa è, naturalmente, una indicazione che la temperatura media della Terra è cambiata molto poco nell’ultima decade. Si noti che i dieci anni più caldi sono tutti arrivati dopo il 1998.

Ora, dopo l’esploit dei giapponesi, attendiamo pazientemente che gli altri scienziati del GISS NASA e dell’NCDC americani, insieme a quelli dell’Hadley Centre inglese dicano la loro, chissà se resisteranno alla tentazione di andare sulle prime pagine 😉

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Published inAttualità

9 Comments

  1. donato

    “Quanto ai satelliti il loro ruolo in questi dataset è un non-ruolo, nel senso che le temperature della bassa troposfera, siano da sonde RSS o MSU non entrano nel computo.”
    .
    Se si considerano i dati satellitari, infatti, il 2014 non è affatto l’anno più caldo degli ultimi dieci anni e neanche degli ultimi venti anni (sesto secondo RSS e terzo o quarto secondo UAH vers 5.6). A chi faceva questa obiezione è stato risposto che non sono importanti i dati della bassa troposfera, ma quelli superficiali in quanto è lì che viviamo 🙂 . E vabbè!
    Ciao, Donato.

  2. Si continua a sparare cavolate allucinanti riguardo la temperatura media del pianeta, e questo è assolutamente vergognoso.
    Si possono usare tutte le centraline che si vogliono… ma….:

    1) l’Antartide è notoriamente escluso dalla media globale
    2) in Groenlandia, Sahara, Siberia, Amazzonia, Patagonia, centro Africa, centro Australia, altopiano del Tibet, Canada centro-settentrionale e Artico, non vi sono centraline.
    3) la stragrande maggioranza delle centraline si trova dentro o nei pressi di grandi città americane ed europee… ovvero ISOLE di CALORE. Pertanto la temperatura ivi registrata è sovrastimata.
    4) la temperatura a livello marino viene rilevata da boe e queste non coprono il 100% dei mari. dove vi è ghiaccio, se non erro, la temperatuva non viene riportata… e l’area viene esclusa dalle statistiche.
    5) la temperatura nelle aree dove non vi sono rilevamenti diretti viene calcolata mediante un algoritmo che non tiene conto dell’orografia del territorio. Questo significa che la temperatura viene considerata costante per migliaia di km quadrati e questo è, ovviamente, una sovrastima enorme del dato reale.
    6) il periodo climatico di riferimento non è mai chiaro e non è mai preciso. Tra l’altro si sa per certo che NOAA e NASA hanno modificato deliberatamente i dati del passato per enfatizzare le anomalie positive degli ultimi anni. Pertanto le serie storiche oggi risultano inutilizzabili.

    Ma vabbè… il giro d’affari è talmente elevato che in molti preferiscono raccontare stupidaggini piuttosto che rinunciare ai miliardi di dollari dei finanziamenti disponibili per le ricerche contro il riscaldamento globale!

    • Giacomo

      Eh sì, “le centraline”…guardi che la Noaa e la Nasa non usano certo solo i dati delle “centraline” per determinare i valori globali, ci mancherebbe. Viene escluso “il ghiaccio” sui mari? Sta scherzando, spero. Saluti e buone “convinzioni”.

      P.S. Come ogni dato statistico, il valore relativo al 2014 ha una sua incertezza che la Noaa ha indicato. Il 2014 è al 48% l’anno più caldo dal 1880, al 90% uno dei primi cinque, al 99% uno dei primi 10. Ma ovviamente è tutto sbagliato, tutto falso. Loro sbagliano sempre tutto ovviamente.

    • Giacomo, magari usassero solo quelle 😉
      Ad ogni modo, visto che hai giustamente precisato, non c’è niente di falso o di sbagliato, semmai, inevitabilmente, c’è molto di approssimato. Il dato del 48% poi, è stato convenientemente omesso dal comunicato stampa, forse perché nella documentazione sempre della NOAA, c’è scritto che quella percentuale cade nel territorio del “more unlikely than likely“. Cioè, per le regole che loro stessi si sono dati, è più improbabile che probabile, stando al margine di errore indicato e alla differenza stimata, che il 2014 sia stato l’anno più caldo. In sostanza le loro regole danno torto al loro comunicato stampa. Sbagliato forse no, ma curioso sì, non trovi?
      Aggiungerei anche che in effetti le aree ghiacciate non sono escluse, ma non ci sono sensori. Per cui il GISS della NASA, per esempio, adotta nelle aree polari una griglia di interpolazione di 1000 km. Il che vuol dire stimare la temperatura di Milano con quella di Palermo. Anche questo è giusto, per carità, se i dati non ci sono non ci sono. Magari però un po’ più di prudenza alla Berkeley sarebbe stata utile.
      gg

    • Giacomo

      Grazie per la gentile risposta Guido.
      Come te credo che il dato avrebbe dovuto essere comunicato con l’incertezza nei comunicati stampa ufficiali, anche se chi non ha una formazione scientifica (ahimè, molti giornalisti) forse così non avrebbero capito molto, e si sarebbe rischiato di buttare “in vacca” un dato comunque e innegabilmente notevole.
      Una domanda: ci sono moltissime aree scoperte (certo) ma qual è il ruolo dei satelliti nelle stime effettuate?
      A presto

    • Dalla NOAA e dalla NASA ci si aspetta una comunicazione completa, non efficace a beneficio dei media.
      Quanto ai satelliti il loro ruolo in questi dataset è un non-ruolo, nel senso che le temperature della bassa troposfera, siano da sonde RSS o MSU non entrano nel computo.
      gg

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