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Fuori piove, meglio leggere anche oggi

Ho scritto alle 18:30 di ieri, perciò quella della pioggia per oggi è una previsione. Temo però che sia piuttosto affidabile, per cui con questo tempo uggioso ci sta un’altra letturina.

Quella di oggi è un po’ impegnativa, l’ho pescata dal diluvio di segnalazioni che arriva sulla mail di CM, tra newsletter, tweet, facebook et similia. E’ l’upload di una pubblicazione su Academia.edu, un lavoro che ci riporta al tardo Minimo di Maunder, ovvero alla fase finale del prolungato periodo di bassissima attività solare della Piccola Età Glaciale.

Climate model simulates global cold climate and large-scale North Atlantic sea-ice anomalies during Late Maunder Minimum (1675-1710) – With a state-of-the-art climate model, the effect of time varying solar and volcanic-aerosol forcing has been simulated. During the winters 1675-1710, a marked globalcooling was simulated. This event mimics, in terms of broad patterns and time mean intensity, the strong cooling “Late Maunder Minimum” (LMM, 1675-1710) in Europe documented in various historical sources and early instrumental timeseries. The modelled LMM is causally related to the solar and volcanic forcinganomalies in the decades preceding and during the LMM creating an almost global cooling and large-scale circulation and sea ice coverage anomalies consistent with the phenomenon known as “Great Salinity Anomaly”. – Qui per leggerlo

L’esercizio è quello di forzare un modello climatico con l’attività vulcanica (aerosol) e l’attività solare nelle decadi precedenti ottenendo un marcato raffreddamento globale negli inverni del periodo 1675-1710, ovvero ritrovando le condizioni climatiche che molte cronache dell’epoca hanno ampiamente documentato.

L’interesse per questo paper, tuttavia, è scattato quando ho letto la discussione sulla descrizione del pattern atmosferico associato a quegli eventi di raffreddamento. Gli autori ricordano che a livello stagionale, segnatamente al periodo invernale, il freddo per l’Europa si associa nominalmente a flussi meridiani (nord-sud) di matrice artico-marittima o continentale, cioè siberiana. Il tutto si traduce in un marcato segno meno per l’Oscillazione Artica (AO) e il freddo è umido o secco a seconda del segno della NAO. All’origine di questo regime atmosferico, il posizionamento di un solido anticiclone sulla Scandinavia e sul Mare del Nord.

Nelle simulazioni, invece, mentre si trovano conferme per il raffreddamento, l’unico segnale importante a livello barico è sulla Groenlandia, molto più a ovest e molto meno marcato di quanto ci si sarebbe aspettato. Ciò significa, a prescindere dal fatto che la relazione causale sole+vulcani=freddo sia corretta, che il freddo in Europa può arrivare anche da nord-ovest, cosa nota e plausibile, ma che quando arriva da lì per tanti anni sono dolori. Più forti di quelli episodicamente causati da situazioni antizonali.

E quindi? Quindi con l’alta pressione lassù a nord-ovest, ecco che si apre uno scenario di oscillazione verso sud del Fronte Polare, di espansione dell’aria fredda polare e non di sue episodiche incursioni verso sud. Tutto questo vi ricorda qualcosa? A me sì, se non lo avete ancora fatto, date un’occhiata qui.

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Published inAttualità

Un commento

  1. alessandrobarbolini

    Avete scoperto l,acqua calda…cose ovvie

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