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Chi la fa l’aspetti, addio vacanze in posti esotici

Dalle mie parti si dice predicare bene e razzolare male, con riferimento a quella pratica piuttosto antipatica di dar buoni consigli ma di guardarsi bene dal seguirli in prima persona.

L’argomento è quello delle adunate oceaniche dei summit climatici e del loro impatto ambientale ma, più in generale del gran lavorio di trasferte in giro per il mondo per assistere a quella o questa conferenza o per presentare un lavor, o, ancora più in generale e forse di ancora maggiore impatto, dello stile di vita di quanti, da scienziati, si dicono convinti che l’impronta ambientale delle attività umane sia climaticamente insostenibile.

E’ comparso sull’ultimo numero di Nature un editoriale che, letteralmente, tira le orecchie a tutti gli attivisti, sostenitori e ricercatori che nel proporre una lista interminabile di effetti deleteri del riscaldamento globale poi cambiamento climatico poi disfacimento climatico, si dimenticano dell’impatto che ha volare in decine di migliaia verso Bali, Copenhagen, Doha, Lima, Parigi etc etc con cadenza semestrale. Ma non basta, scrivono su Nature, che adeguino anche le loro abitudini alimentari, via la carne, per esempio, e le modalità con cui vanno al lavoro, magari per specifica disposizione delle istituzioni per cui lavorano.

E che non pensino di cavarsela comprando dei carbon offsets, cioè pagando la piantumazione di alberi da qualche parte del mondo, perché potrebbero non essercene a sufficienza e perché si finirebbe col leggittimare comportamenti riparatori il cui risultato netto sarebbe comunque di largo impatto.

Insomma, il mondo deve cambiare? Che si cominci con il buon esempio. E, aggiungerei, si ritengano fortunati che non sia stato affrontato anche il tema della crescita demografica, l’esempio nella fattispecie potrebbe essere quello della soluzione finale ;-).

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Published inAttualità

7 Comments

  1. Gianni

    A proposito di conferenze, non ho potuto dire di no all’istituzione che me lo ha chiesto, di partecipare alla conferenza Climate-Smart Agriculture (http://csa2015.cirad.fr) la scorsa settimana a Montpellier. Sul sito si puo’ leggere la dichiarazione finale, con le conclusioni inviate all’UNFCCC per la preparazione della COP21 di Parigi in dicembre, preceduta a luglio da “Our common future under climate change” (http://www.commonfuture-paris2015.org) con il marchio dell’UNESCO. Chissà cosa dicino i calcoli dei C footprints?

  2. alessandrobarbolini

    Come disse Zichichi. ..il gw è una bufala costruita ad arte

  3. paolo

    Mi perdoni, dott. Guidi, le mie intrusioni “off topic” ma volevo solo sapere se avete commentato la recente notizia che l’artico ha raggiunto la minima estensione dei ghiacci a fine inverno: se è confermata rappresenterebbe una prima crepa nel mio “scetticismo”.
    PS: come posso contattarla per eventuali dubbi evitando intrusioni off topic (lo farei il meno possibile, prometto…)
    Grazie,
    Paolo

    • Paolo, non lo abbiamo fatto perché non c’è molto da commentare, almeno non con riferimento a oscillazioni interannuali rispetto a trend di lungo periodo. Comunque tutto è relativo a quanto pare.
      Danish Meteorological Institute
      PS: non preoccuparti degli off topic, i commenti servono a questo.
      gg

    • luca

      Un saluto…in merito al minimo artico, se può far riflettere, l’ istituto danese DMI mostra chiaramente come il 2015 non sia il minimo assoluto ma lo resti il 2006. Inoltre a parte l’estensione ciò che mi stuzzica la riflessione è la concentrazione di ghiaccio e quindi lo spessore, il quale è decisamente maggiore rispetto, nella fattispecie, al 2006. Frutto probabilmente di due anni soprattutto, con un vortice polare decisamente compatto.

  4. Luigi mariani

    L’elenco dei sor Marziale (che predicano bene e razzolano male) è interminabile. Uno per tutti il caso di quel consigliere scientifico del primo ministro britannico, fiero nemico dell’AGW, che si vantava pubblicamente di essersi fatto costruire una casa ad impatto 0 (ma non a km 0) in Grecia, ove andava a trascorrere i suoi fine settimana con la coscienza in pace.
    Fatto sta che chi si autoproclama “salvatore del pianeta” e “fustigatore dei costumi degli altri” dev’essere il primo a dare l’esempio, a prescindere dal fatto che Nature se ne occupi.
    In tal senso mi aveva colpito tempo fa il paradosso per cui, secondo un’indagine svolta in UK, gli scettici circa l’AGW avevano stili di vita più morigerati rispetto ai “credenti”, il che mi portò a concludere che le vie del consumismo sono davvero infinite.

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