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Come ti scaldo il satellite

Alcuni giorni fa, un lettore non proprio entusiasta dei nostri contenuti, ha puntato il dito contro una supposta colpevole omissione delle problematiche connesse con le misurazioni della temperatura troposferica effettuata per il tramite dei sensori satellitari.

Oggi quel lettore sarà contento di notare su queste pagine un post dedicato proprio a questo problema. Lo faremo alla nostra maniera, ossia indicando un paper che se ne è recentemente occupato e lasciando libertà di interpretazione e comprensione dell’argomento.

Quindi, direttamente dal dipartimento “la realtà non ci piace e quindi la cambiamo per allinearla con le nostre convinzioni” ecco un intero studio dedicato a smontare le recenti dichiarazioni del nuovo capo dell’EPA, l’equivalente USA del nostro Ministro dell’Ambiente, reo di aver fatto cenno ad un recente appiattimento del trend di riscaldamento rilevato dalle serie storiche dei dati satellitari.

Tropospheric Warming Over The Past Two Decades

Le misure della temperatura dell’aria effettuata in superficie con termometri tradizionali e quella della bassa troposfera rilevata dai satelliti, si sa, rappresentano il classico esempio delle mele e delle pere. Benché riferite alla stessa grandezza fisica, non sono in alcun modo paragonabili, per l’ambiente cui sono riferite, per le modalità con cui si giunge al dato, e per tanti altri motivi. Entrambi i metodi, inoltre, soffrono di difetti che rendono l’intorno della misura abbastanza ampio, rendendo il dato molto più incerto che assoluto. Quel che è paragonabile, tuttavia, è il trend, nel senso che pur misurando ambienti diversi in modalità diverse, comunque rendono l’idea della tendenza. Con riferimento ai dati superficiali, si tratta di una misura puntuale, che assume caratteristica areale solo per il tramite di complesse e spesso eccessive operazioni di interpolazione destinate a coprire le aree dove la misura non è disponibile. Circa le misure satellitari, la copertura spaziale è senz’altro molto più omogenea, ma questo non vale per l’intera superficie del globo, in particolare non per le zone polari.

Sta di fatto che i trend delle serie disponibili sono molto differenti. Secondo i dati superficiali il mondo si scalda e si è scaldato parecchio (pur con un rallentamento del rateo dall’inizio di questo secolo), mentre secondo i dati satellitari l’atmosfera si è scaldata sì, ma molto meno e molto più lentamente.

Ma, siccome la realtà non ci piace se non si adegua alle nostre aspettative, questo ora non è più vero. Prendi le serie satellitari, correggi quel che è correggibile per portare il numero sulla giusta casella della roulette, ed ecco che anche le serie provenienti dai satelliti mostrano il giusto livello di riscaldamento. Laddove per giusto si intende quanto previsto dalla relazione tra effetto antropico e temperatura, ovviamente.

Obbiettivo dunque raggiunto. Il nuovo capo dell’EPA è sbugiardato ed il dato è stato riportato alla sua giusta dimensione di asservimento alla buona causa, sebbene tra le righe del paper si legga che di questo sbandierato sbugiardamento non sono così convinti neanche gli autori, che pure non mancano di sottolineare la curiosa operazione che si sono inventati, cioè quella di scendere nel dibattito politico attraverso le pubblicazioni scientifiche.

Leggiamo infatti dai loro results che tutti possibili periodi di 20 anni estratti dai 38 anni di misurazioni satellitari presentano un trend positivo, ma i trend dei periodi più recenti sono più piccoli. Se questo non è un rallentamento ditemi voi cos’è. Comunque, pare che questo sia dovuto, secondo la realtà virtuale del modello di simulazione climatica con cui è stato fatto il paragone, alle oscillazioni delle temperature oceaniche, ad un El Niño molto intenso alla fine degli anni ’90, al recente minimo solare, all’attività vulcanica dei primi anni del secolo ed all’aumento degli aerosol antropici degli ultimi anni. Cioè, esclusi gli aerosol, il rallentamento sarebbe dovuto a cause naturali.

Inutile dire che queste allontanano la realtà dalla simulazione se spingono dalla parte opposta rispetto a quanto atteso, viceversa l’avvicinano se si sommano al trend che si ritiene di dover attribuire alle attività antropiche. Tuttavia, gli autori escludono che il segno positivo del riscaldamento della troposfera che i dati mostrano dopo questo trattamento possa essere interamente dovuto a oscillazioni naturali, perché, scrivono, questo vorrebbe dire che i modelli utilizzati sottostimano la variabilità naturale di un fattore 2,5 e non ci sono evidenze che i modelli siano così tanto fuori target. A no?

Eppure mi risulta che per l’acclarato rallentamento del trend di riscaldamento di inizio secolo – comune comunque anche ai dati superficiali – siano state proposte decine e decine di cause naturali, tutte, evidentemente, non previste dalle simulazioni.

Ma, ne converrete, queste sono quisquilie. Quel che conta è che, finalmente, anche i dati satellitari hanno avuto la loro dose di aggiustamento, che per ironia della sorte segue lo stesso destino di quanto accaduto per i dati superficiali, cioè va verso un riscaldamento più incisivo di quanto non dicano i dati grezzi.Ora siamo tutti più tranquilli e possiamo anche smettere di preoccuparci degli eventuali errori di misura che possono presentare.

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Published inAttualità

15 Comments

  1. Massimo Lupicino

    AHAHAHAHAHAHAHAH piango :’))))

  2. Jerry

    Non è che al MIT piaccia che si vada in giro millantando titoli falsi, violando otretutto sia la legge degli Stati Uniti che quella italiana…..

    E posso dire che non è piaciuta affatto …
    State diventando famosi ora, da blog sconosciuto ora oltre oceano hanno letto di voi, anche se il contenuto (diffamatorio) non è affatto piaciuto…. Vi porto il formaggio e le sigarette tranquilli….

    Immagine allegata

    • La farneticazione continua. Continuo a non capire di che parli. Secondo avvertimento. Non ce ne sarà un terzo.
      gg

    • Ahahahahahah
      Aspetta, aspetta, adesso ho capito… E’ Lindzen il climatologo in questione non Lupicino… e questi sarebbero i titolo millantati? E alleghi anche l’immagine? Ma porca miseria, sai almeno leggere?
      gg

  3. Diego

    Intanto, nel mondo reale, it keeps growing and growing. Ma evidentemente si tratta di un’illusione ottica,,,

    Immagine allegata

    • Alessandro

      Un illusione ottica per chi? Ma la pagina con il grafico in alto a destra la vedo solo io? Ah scusate non è aggiornato, ma se fosse aggiornato non indicherebbe sempre un aumento? si prolungherebbe il grafico ma la sostanza e l’evidenza è in alto a destra: temperature in aumento e noi viviamo in Europa. Il concetto cambia? Non capisco proprio dove stia l’illusione caro Diego…

  4. Massimo Lupicino

    Un altro aspetto che Roy Spencer sottolinea, e secondo me e’ vitale, sta nel fatto che i modelli hanno clamorosamente sopravvalutato la velocita’ del riscaldamento. Poca cosa, si dira’, quello che conta e’ il trend.
    Invece no, un aumento di temperatura molto piu’ lento presupporrebbe che con la decarbonizzazione fisiologica che avverra’ nei prossimi decenni, il problema si risolva sostanzialmente da se’, senza fare troppi danni (per chi non lo sapesse, quello della CO2 e’ un ciclo, ma sembra che questo concetto non sia molto popolare in ambito liberal).
    L’esasperazione del problema e l’accelerazione inevitabile (hockey stick e affini) e’ lo strumento politico per giustificare azioni draconiane e gravemente impattanti alla luce di qualcosa che altrimenti andrebbe fuori controllo.
    Se cosi’ non fosse, quando il mondo avra’ un approvvigionamento energetico totalmente rinnovabile (solo questione di tempo) quei pochi decimi di grado di aumento della temperatura sarebbero liquidati con un’alzata di spalle.
    Sempre che nel frattempo non sia intervenuta una glaciazione, l’esplosione di un supervulcano, l’impatto di un asteroide o un conflitto termonucleare. Nel qual caso, altro che decimi di grado…

  5. A. de Orleans-B.

    Grazie, Guido, non avevo mai approfondito la tecnica usata dai sensori satellitari per ricostruire un profilo verticale delle temperature atmosferiche.

    E’ veramente un “triplo salto mortale” nel campo del remote sensing!

    Una eccellente ed equilibrata introduzione su questa tecnica e su i suoi limiti si trova nel sito della rss, l’impresa che effettua una delle serie satellitari di misure:

    http://www.remss.com/measurements/upper-air-temperature

    Lì spiegano come:

    “All microwave sounding instruments were developed for day to day operational use in weather forecasting and thus are typically not calibrated to the precision needed for climate studies. A climate quality data set can be extracted from their measurements only by careful intercalibration of the data from the MSU, AMSU and ATMS instruments.”

    e poi, in fondo alla pagina, indicano una tecnica statistica per effettuare queste intercalibrazioni.

    Tecnica affascinante… ma resta un triplo salto mortale!

    Molto più singolare mi pare lo stile dell’ultima frase del Summary dell’articolo citato:

    “The recent focus on satellite temperature data in political discourse (1, 2) provides an opportunity to highlight this [human] fingerprint evidence, and underscores the importance of continued satellite-based monitoring of Earth’s climate”.

  6. Benedetto Rocchi

    È noto che i dati confessano sempre la verità che conosci già se li torturi abbastanza a lungo.

    • Roy Spencer ha detto la sua su questo paper, senza mezzi termini. Andate al link, ma vi cito la sua ultima frase: “It’s sad to see how far peer-reviewed climate science has fallen”.
      gg

    • Massimo Lupicino

      Lo aspetta un’altra salva di proiettili, dopo questa “precisazione”…

  7. Massimo Lupicino

    Articolo francamente abnorme, fin dall’introduzione da bar dello sport, anzi bar della bufala: “il nuovo politico ha detto che… ma si sbaglia e lo dimostro qui”. Un paper tirato giu’ a tempo di record, letteralmente in 2 mesi dalla dichiarazione di Pruitt.
    In altri termini, 20 anni a lambiccarsi il cervello sullo hiatus hanno partorito il paper di Karl (buttato fuori a seguito di una simile interrogazione parlamentare ) per i dati terrestri, e successivamente questo paper-espresso, partorito in 2 mesi, in cui si pretende di ammazzare anche lo hiatus satellitare.
    Il modo, tra l’altro, e’ francamente grottesco. Semplificando l’articolo sostiene che:
    – Il trend e’ effettivamente diminuito, alias lo hiatus c’e’ (cosa che capisce anche un bambino di 2 anni guardando i grafici dei satelliti non “karlizzati”) ma…
    – Se “depuriamo” il trend dell’azione dei vulcani, del nino, dei minimi solari e di qualsiasi altra forzante immaginabile, allora il trend e’ corretto al rialzo e moriremo tutti.
    Al solito, come gia’ spiegato bene nell’articolo, si chiamano in causa forzanti opposte a quella antropica quando conviene, e le si considerano del tutto irrilevanti quando il segno e’ opposto. Se hanno chiamato in causa il minimo solare, in altri casi considerato del tutto ininfluente, quando non ridicolizzato, allora vuol dire che sono disperati.
    Riassumendo: studio fatto in tutta fretta, riferimenti politici come cappello introduttivo, attribuzione a senso unico dell’impatto delle forzanti extra-antropiche, Tutto il solito armamentario della manipolazione para-scientifica a fini politici.
    Qualsiasi cosa si voglia pensare del global warming in se’, questo tipo di approccio ha come prima e unica vittima la credibilita’ della scienza. Si sta facendo un danno enorme e potenzialmente devastante. Che finche’ si tratta di global warming, parliamo sostanzialmente del nulla, ma se estesa ad altri campi, la critica e il conseguente scetticismo nei confronti della scienza ufficiale possono provocare veri e propri disastri (un esempio su tutti, lo scempio che si sta facendo sulla credibilita’ dei vaccini).

    • Jerry

      Allora le prove delle tue diffamazioni criminali in cui infanghi ,accusi e diffami i miei colleghi di essere pagati da fantomatic sponsor per falsificare i dati ? La diffamazione è un crimine e ahimè se non tiri fuori le prove (che non esistono) incorri in un crimin.
      A proposito i miei colleghi del MIT hanno detto che nessuno della tua risma ha mai insegnato , quindi millantare titoli falsi non è che ti serva molto, se non allungare la lista delle tue violazioni alla legge e attività criminali : diffamazione, calunnia, millantazione titoli falsi, etc….Ho perso il conto ormai. Signor diffamatore si prepari per difendersi , poi il formaggio glielo porterò io quando sarà in carcere . Se crede di poter infangare ,diffamare e violare la legge a vita ,si sbaglia di grosso. Uno come lei al MIT non potrebbe entrare nemmeno per pulire le aule.

    • Jerry, stai farneticando. Insegnamento, MIT, ma di che parli?
      Comunque, visto che sei così ferrato nel reato di diffamazione, vedi di abbassare i toni dei tuoi interventi. Tra l’altro ora il caldo è anche passato e non c’è più neanche la scusa dello stress da global warming. C’è però un limite alla mia sopportazione, e visto che incidentalmente qui decido io, se non ti dai una calmata modererò i tuoi commenti. Si, si, lo so non te ne importa niente.
      gg

  8. questo vorrebbe dire che i modelli utilizzati sottostimano la variabilità naturale di un fattore 2,5 e non ci sono evidenze che i modelli siano così tanto fuori target

    Questo è il solito ribaltamento metodologico, per cui invece di validare i modelli con i dati, si validano i dati con i modelli, diventati una specie di dogma.

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