Salta al contenuto

Rifugiati climatici dal Delta del Mississipi… ma anche no!

Quanto mi piace google… E quanto poco deve piacere a chi vorrebbe raccontarci le solite frottole del clima che cambia e cambia male.

Appena ieri l’altro, dalla newsletter di Science Daily, che ha ripreso un lancio della Geological  Society of America:

Rising sea levels creating first Native American climate refugees

Di che si tratta? Presto detto. Ancora più velocemente di quanto fosse stato previsto, l’aumento del livello dei mari sta generando i primi rifugiati climatici. E, per di più, si tratta anche di nativi americani, contro cui il destino infame non ne vuol sapere di smettere di accanirsi. Un articolo davvero toccante quello di SD. Case innalzate a mo’ di palafitta per contrastare le procelle, anziani costretti a vivere a 5 mt da terra senza la possibilità di scendere. E c’è persino un tocco drammaticamente macabro: alluvioni lampo che devastano i cimiteri portando a spasso le bare, che a volte non si ritrovano neanche.

Ma che diavolo succede?

Altrettanto presto detto. Basta una semplice googolata per scoprire due cose fondamentali.

La prima, il livello del mare nel Delta del Mississipi si alza sì, ma per subsidenza, cioè perché si abbassa il suolo, non perché si alzi il mare. Problema endemico dell’area abbondantemente sviscerato dalla letteratura specifica. Con una chicca, il problema è da attribuirsi essenzialmente al compattarsi degli strati Olocenici. Vale a dire strati formatisi migliaia di anni fa, in tempi in cui il clima sarà pure cambiato, ma nessuno guidava il SUV. Qui di seguito la ricerca che chiarisce i termini del problema.

Mississippi Delta subsidence primarily caused by compaction of Holocene strata

La seconda, se il rateo di lungo periodo di questo compattamento e conseguente subsidenza ha l’origine di cui sopra, quello decadale o multidecadale cioè di breve periodo e coincidente con i ruggenti anni del global warming ha invece origini naturali ritrovabili in diversi processi tipici delle aree con quelle caratteristiche. E, per di più, è stato prima lento, poi rapido, poi lento. Quindi negli ultimi anni ha di fatto rallentato. Qui sotto il paper che documenta la questione.

Recent Subsidence-Rate Reductions in the Mississippi Delta and Their Geological Implications

Ci tengo a precisare che è stato sufficiente leggere titoli e abstract di questi paper per capire che quella della GSA e di SD è una fake news bella e buona.

Sicché, mentre corre la voce (puntualmente smentita) che l’ex presidente Obama stia cercando casa in riva al mare, l’altro ex futuro-presidente Al Gore, che una casa in riva al mare la possiede già, ci ricorda che New York sarà inevitabilmente sommersa dai flutti nelle prossime decadi (anche questo puntualmente smentito proprio qui appena ieri). Che si siano fatti consigliare dalla GSA?

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...Facebooktwitterlinkedinmail
Published inAttualità

5 Comments

  1. anziani costretti a vivere a 5 mt da terra senza la possibilità di scendere

    Io sono un anziano che vive a circa 20 metri da terra: quando CM farà un articolo sulla mia triste condizione?
    … è vero però che posso scendere a terra quando voglio, prendendo l’ascensore …

    In quali strani tempi viviamo! Franco

  2. Mario

    È da molti anni che non vado più al mare (purtroppo). Speriamo che arrivi presto a Milano. 🙂

  3. Fabrizio Giudici

    alluvioni lampo che devastano i cimiteri portando a spasso le bare

    Succede anche a Genova, senza bisogno del mare…

    • Luca Rocca

      Si ma noi genovesi lo facciamo per risparmiare sui costi del carro funebre.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Categorie

Termini di utilizzo

Licenza Creative Commons
Climatemonitor di Guido Guidi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso info@climatemonitor.it.
scrivi a info@climatemonitor.it
Translate »