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Se la terra è piatta

Qualche tempo fa molti quotidiani Italiani hanno riportato una notizia allo stesso tempo comica e sconcertante. Un Astronomo iracheno ha sostenuto in televisione che la terra è piatta. Con molta ironia tutte le fonti che vi hanno dedicato spazio hanno messo l’accento sui danni che può fare un’informazione così smaccatamente truffaldina. Curiosamente però, all’insaputa di molti, questo accade più o meno quotidianamente anche da noi quando vengono affrontate le problematiche del clima.

Il perchè non è dato saperlo, però possiamo fare qualche ipotesi. Superficialità, convenienza o, molto più semplicemente voglia di cavalcare l’onda. Una breve premessa: non sono uno scienziato, sono piuttosto “una persona informata dei fatti”, con un back-ground professionale nel campo della meteorologia, applicato però nel settore operativo e non nella ricerca; però so leggere e, grazie al succitato back-ground, sono spesso in condizione di capire. Soprattutto quanto segue.

Il dibattito sul cambiamento del clima, consta in sostanza di due schieramenti (neanche a farlo apposta). Il primo, sostiene che la causa primaria delle variazioni climatiche siano le attività umane, prima fra tutte l’emissione di grandi quantità di gas ad effetto serra. Questa compagine dispone di ampio sostegno ideologico, supporto politico, grande capacità comunicativa, strabiliante abilità nell’usare i mezzi di informazione. Impiegando fondi praticamente illimitati e di origine prevalentemente governativa, pubblica a raffica rapporti ad hoc per i committenti, gli stessi policy makers. Il secondo è molto meno in tutto. Niente o quasi fondi, non una rivista che ospiti uno straccio di articolo, nessun supporto politico…Insomma un esercito alquanto malmesso. Su cui inoltre grava l’accusa di non indicare un chiaro colpevole che sostituisca l’anidride carbonica sul banco degli imputati, ostinandosi a ricercare nella variabilità naturale la causa degli eventi di questi anni.

Inutile dire che non c’è storia, almeno sin qui non ce n’è stata. Una vittoria che si spiega facilmente: il cambiamento del clima di origine antropica è stato percepito come un fattore di crisi, diversamente da quello di origine naturale. E, come tutti i fattori di crisi che si rispettino, aiuta. Ad esempio aiuta a sopportare che l’energia costi sempre di più, fatto che sarà pure inevitabile perchè ne cresce a dismisura la domanda, ma crescono anche senza freni i proventi delle multinazionali dell’energia (utili, non fatturato), autorizzate ad operare nel luna park del libero mercato in condizioni di monopolio globale. La percezione infine, dal canto suo, non è personale ma trae origine dall’uso sapiente delle grandi risorse di cui sopra.

Ora, da “persona informata dei fatti”, se voglio leggere documenti a supporto della teoria dell’AGW (leggi riscaldamento globale antropico), non devo chiedere neanche: siti ufficiali, apparati burocratici elefantiaci, uffici stampa, radio, televisioni e giornali, tutti si impegnano per portarmeli a casa in bella copia. Se invece voglio sapere qualcosa di NGW (leggi riscaldamento globale naturale), devo rovistare nella rete per ore, scovare ad uno a uno i documenti, nascosti per lo più in blog personali e siti internet da autodidatta. Per fortuna alla fine trovo quasi sempre quello che cerco; potere della rete che, appunto, tutti ci collega.

Si dirà che questo accade perchè quelli del NGW sono quattro gatti maleinformati, mentre gli altri sono molti di più e molto più sapienti. Non è vero, al punto che, stanchi di giocare a Don Chisciotte, i primi si sono recentemente riuniti in un panel che si chiama ironicamente N-IPCC, ovvero Non Intergovernamental Panel on Climate Change. L’unione fa la forza e, infatti, questa allegra brigata ha appena pubblicato un documento che fa da contraltare al già citato evento mediatico dell’anno scorso. Molti firmatari, tutti scenziati e studiosi del clima, tra cui anche nomi di ex collaboratori dello stesso IPCC. Qualcosa in più di quattro gatti. Per inciso, al Summary for Policy Makers dell’IPCC hanno colaborato 52 persone, di cui alcuni erano scienziati, è vero, ma gli altri erano rappresentanti politici dei governi mandatari, impegnati a controllare che non fossero date indicazioni sgradite a questo o a quel governo.

Si dirà che questo accade perchè una teoria gode di ampio consenso e l’altra no. Se per consenso si intende aver convinto una buona parte di quelli che non ne capiscono nulla ma devono comunque agire e di quelli che devono sopportare il carico di queste scelte, allora siamo d’accordo. Il consenso è ampio ma non aggiunge e non toglie proprio nulla alla validità della teoria. Se per consenso si intende parere concorde del mondo scientifico invece non ci siamo e, le informazioni che circolano sulla rete ed i fatti della conferenza di New York (taciuta da tutti i media Italiani) lo dimostrano chiaramente.

Ho parlato di scelte. Logica vuole che qualora debba prendere una decisione e non sappia che pesci pigliare, debba chiedere, valutare, poi chiedere ad altri e valutare di nuovo prima di decidere. Come dire, non ci si ferma al primo parere, nè si fa in modo di procurarsene uno che sia quello di cui si ha bisogno e che magari si è contribuito a formare. Ma questo ha un prezzo, devono essere conferite a tutte le fonti pari opportunità di essere ascoltate. Perchè mettere a tacere, perchè non farli parlare, concediamo anche agli scettici una settimana a Rio, Bali o qualche altro posto esotico ogni sei mesi, e magari l’evidenza scientifica verrà fuori nella sua interezza, dimostrando che la verità non è mai da una parte sola.

Vorrei chiudere come ho iniziato, a proposito di terra piatta. Galileo era solo, i suoi nemici erano molti e godevano di ampio consenso. Però aveva ragione lui.

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Published inAttualità

6 Comments

  1. Paolo M.

    Vorrei approfondire un aspetto dell’opportunismo che la comunità scientifica esprime nei confronti dell’ipotesi del riscaldamento globale di origine antropica.
    Oltre all’opportunità economica forzata, se vuoi fare ricerca o avere finazniamenti devi sottometterti al consenso, l’AGW ha fornito il più grande balzo in avanti nella conoscenza non solo delle scienze terrestri.
    Fate caso che ogni pubblicazione, ricerca, dichiarazione in cui il clima ha qualche aderenza c’è sempre un riferimento al cambiamento climatico, che rappresenta quasi sempre la risposta al problema.
    La raganella del Centro-America è in crisi ecologica? I suicidi sono in aumento a Goteborg? Crolla uno sperone dolomitico? Cade una foglia?
    La risposta è subito fornita: è il riscaldamento globale. E nessuno fa più domande!
    Ormai non c’è cosa che si studi che non sia spiegata attraverso l’impatto che i gas serra hanno sul forcing radiativo.
    Pensate, quando mai si è presentata una tale opportunità dalla fine dell’inquisizione?
    Invece di dover alzare le spalle e dire mestamente che ancora non abbiamo compreso, che forse siamo ancora ignoranti, che dobbiamo ancora studiare, voilà…la ricetta, la comprensione, l’onnisapienza è fornita.
    E’ tutto colpa dell’uomo cattivo e del suo uso dei combustibili fossili. E’ l’origine primogenita dei problemi del pianeta, tutti, senza esclusione.
    E lo scienziato si autoincensa ed è osannato perché ormai ha capito tutto!
    Nuova fonte di Verità.

    A conclusione, non sto assolvendo noi stessi dai problemi ecologici del pianeta, ma non per questo abbiamo il potere su tutto.

    • Duepassi

      Togliere da mezzo questa soluzione di ogni problema, quest’elisir di (breve) ricerca e grande successo, questa “verità” che ognuno vuol sentire, vera o falsa che sia, significherà restituire al ricercatore il dovere di trovare la causa di tanti fenomeni, senza cavarsela con quello che la gente vuol sentirsi dire.
      Forse cedremo meno fatti opposti spiegati dalla stessa identica causa
      ma
      dovremo rassegnaci al fatto che la soluzione viene al termine dello studio, e non “prima”.
      Secondo me.
      Guido Botteri

  2. Lorenzo Fiori

    Si rimproverà al AGW di non essere pienamente dimostrato scientificamente, però di certo nemmeno i sostenitori del NGW possono dimostrare la loro tesi perchè la variabilità naturale non è ancora ben modellizzata e dunque potrebbe anche non avere gli effetti sperati dai sostenitori del NGW…
    dunque forse conviene non esprimersi e attendere che il ‘tempo cronologico’ ci sveli il mistero del Cambiamenti Climatici…

    • Duepassi

      Caro Lorenzo, dici che “nemmeno i sostenitori del NGW possono dimostrare la loro tesi perchè la variabilità naturale non è ancora ben modellizzata e dunque potrebbe anche non avere gli effetti sperati dai sostenitori del NGW…”
      perché ? Quale sarebbe la tesi dell’NGW ?
      Se la tesi è che non siamo noi umani a controllare il clima (non ancora), allora è normale che sia il clima a decidere, e quindi gli effetti “sperati” dipenderanno da quel che vuol fare il clima, no ?…e quindi, potendo fare quello che vuole lui, potrebbe fare anche qualcosa di assai sgradito,
      ma,
      è questo quello che penso,
      non sarà certo aumentando o diminuendo la CO2 che forzeremmo il clima in un senso o nell’altro.

      Aggiungi “dunque forse conviene non esprimersi e attendere che il ‘tempo cronologico’ ci sveli il mistero del Cambiamenti Climatici…”
      e non posso che essere d’accordo su questo, sicuro che il tempo (cronologico) sarà al solito galantuomo
      Secondo me
      Guido Botteri

  3. Fabry18

    completamente d’accordo con la sua posizione….che probabilmente è la più dura da accettare anche perchè vorrebbe dire che l’uomo non è ognipotente come a lui piace credere…..
    Ci tengo a precisare però, cosa che i sostenitori dell’Agw fanno finta di non capire: il fatto di regolare la nostra vita in funzione della natura, per migliorare la vità nostra e di tutti gli esseri viventi è una questione che tutti condividiamo(almeno io) al di là delle ragioni del GW….chi non accetta l’agw non è amico dei petrolieri….si cerca solo la verità….anche perchè le risorse rinnovabili che si dovranno usare in futuro le hanno in mano già chi ora ha il petrolio…..

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