Salta al contenuto

La Scienza affonda

I lettori mi scuseranno, scarico volentieri la responsabilità di questo titolaccio sulle spalle di Antony Watts, che ha scovato un’altro divertente risvolto di quello che ormai si chiama Glaciergate (sì, lo so, questo è peggio del titolo). Del resto abbiamo appena finito di leggere sulle pagine di Nature che si deve far ricorso a nuove e più efficaci strategie di comunicazione, per cui mi adeguo.

Il termine affonda viene da “Scuttled” usato da Watts per ragioni fonetiche in luogo del barbosissimo “settled” con cui il granitico (ma ora sembra più che altro tufitico) consenso dell’AGW ci ha allietati sino a pochissimo tempo fa. Lo Scuttling è l’azione di affondamento di una nave per allagamento volontario, ovvero apertura delle prese a mare, ma c’è anche chi in questi casi non ha disdegnato l’uso di qualche siluro. Il tutto rientra comunque nella categoria dell’autodistruzione e presenta delle interessanti analogie con le polemiche stanno investendo in questi giorni i devoti dell’AGW..

E’ uno scherzo, un’esagerazione, ma contiene un certo livello di verità. Questi i fatti. Nelle pagine della NASA dedicate al cambiamento climatico c’è una sezione in cui sono elencate le evidenze di questo cambiamento, con tanto di frequenti ovvi riferimenti al lavoro dell’IPCC. Naturalmente c’è anche la questione dei ghiacciai dell’Himalaya, sulla quale anche il webmaster dell’agenzia americana è dovuto recentemente intervenire.

Qui sotto la pagina com’era prima del dilagare della notizia:

E qui com’è ora:

Da notare che nel portare come riferimento bibliografico il capitolo dell’AR4 nel quale è stato commesso lo scivolone, alla NASA per non essere da meno avevano tolto anche un altro quinquennio alla data in cui l’Himalaya doveva trasformarsi in calippo. Ora la data è sparita e la pagina è parecchio più snella.

Del resto c’è la crisi, anche lo spazio web va salvaguardato.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...Facebooktwitterlinkedinmail
Published inAttualitàNews

11 Comments

  1. Giorgio Stecconi

    morale: al peggio non c’è fine! Poveri noi, tremo al pensiero della prossima minaccia planetaria che sorgerà delle ceneri dell’ AGW…brrrrr

  2. Duepassi

    Io non sottovaluterei la capacità mediatica di certa gente, anche se la botta l’hanno avuta.
    Una botta salutare per tutta la Scienza, perché d’ora in poi dovranno essere più seri nel divulgare notizie incontrollate.
    E guardiamo con molta soddisfazione ad una maggiore serietà, e maggiori controlli.
    Su questo sito ho letto una volta la vergognosa superficialità colla quale si è incolpato il presunto AGW di ogni male, opposti effetti compresi, e in molti diversi casi.
    Ricordo certe foglie che per colpa dell’AGW
    diventano più scure,
    ma
    diventano anche più chiare
    (per altri ricercatori),
    ma sempre per la stessa ragione.
    E come questa, ce ne sono tante.
    Era ora che ci si comportasse un po’ più seriamente.
    Tolta la soluzione facile di ogni problema (incolpare l’AGW), ai ricercatori toccherà studiare seriamente e trovare le cause vere dei problemi.
    Auguri dunque e buona ricerca. La Scienza non potrà che averne un immenso beneficio.

    Secondo me.

  3. Daniele gamma

    X Matteo

    Si ma naturalmente è tutta colpa dell’ AGW.

    “A quanto risulta, tuttavia, era già accaduto nel 2002. L’aringa mediterranea è un pesce più tipico del Sud Italia, ma che con il riscaldamento delle acque è giunto anche nell’Alto Adriatico. Essendo abituato a temperature piuttosto elevate, quindi, non sopporta le temperature attuali, che si aggirano sui 5 gradi. Il fenomeno si sta rilevando su tutto il tratto emiliano-romagnolo, con molti pesci morti che stanno approdando in spiaggia.”

    Sarebbe interessante trovare dei dati sulle temperature medie dell’ alto Adriatico a Gennaio.

  4. Giorgio Stecconi

    Cambiamento climatico antropogenetico è un modo per tenersi aperte una molteplicità di scenari. Visto che Riscaldamento antropogenetico forse non sarà mai dimostrabile meglio parlare più genericamente di cambiamento….che bello il marketing!

  5. matteo baldinini

    un po fuori contesto ma interessante. Altro allarme ecologico dovuto al clima!!!..le aringhe in adriatico muoiono perche l’acqua e’ troppo fredda (5°C)!!..

    • Pablo

      Secondo me è molto importante l’editoriale di nature che riguarda le forme di comunicazione. L’avanzata degli scettici, qui ben rappresentata, è accettabile in quanto effettivamente le scienze climatiche sono tutt’ora un campo minato. Ma il passaggio di quell’editoriale in cui si parla dei dati certi (aumento della Co2, aumento della temperatura, riduzione dei ghiacciai) tende a sottolineare ancora una volta, che si sbaglia a parlare di AGW, ma si dovrebbe parlare di Anthropogenic Climate Change.
      Lungi da me essere catastrofista, ma cerchiamo di rimanere seri e non fare disinformazione…

  6. Claudio Costa

    Errata corrige

    e se la nave affonda i topi scappano!
    e io li aspetto con un randello! (metaforico ovviamente)
    voglio prorpio vedere chi sarà il primo tra i serristi a voltar la giubba e a dire che le incertezze ci sono sempre state e che le forzanti naturali, sono note da sempre, solo che non si conoscevano i meccanismi di causa effetto e blà blà blà

    • Teo Georgiadis

      Caro Claudio ci era evidente che era uno scambio di termini specie visto che lo avevi scritto tu 🙂
      teo

  7. Claudio Costa

    e se la nave affonda i topi scappano!
    e io li aspetto con un randello! (metaforico ovviamente)
    voglio prorpio vedere chi sarà il primo tra gli scettici a voltar la giubba e a dire che le incertezze ci sono sempre state e che le forzanti naturali, sono note da sempre, solo che non si conoscevano i meccanismi di causa effetto e blà blà blà

Rispondi a Daniele gamma Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Categorie

Termini di utilizzo

Licenza Creative Commons
Climatemonitor di Guido Guidi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso info@climatemonitor.it.
scrivi a info@climatemonitor.it
Translate »