Quella in corso dovrebbe essere una stagione degli uragani particolarmente attiva, spceialmente per l’area atlantica e quindi per la costa est degli USA e i paesi del Golfo del Messico. Almeno così recitava l’outlook della NOAA uscito a fine maggio, giusto pochi giorni prima dell’inizio nominale della stagione. Nel frattempo, altri centri di prognosi, allora in accordo con la NOAA, hanno rivisto leggermente al ribasso i loro outlook. Tra questi l’ECMWF, il centro di Reading al cui mantenimento partecipa anche il nostro Paese. Il modello di reading, tra l’altro, si è dimostrato parecchio più performante di quello della NOAA in occasione del passaggio dell’uragano Sandy, prevedendone con molto più anticipo la deviazione che poi lo avrebbe portato ad interessare le coste USA, sebbene scendendo allo stato di Post-Tropical Storm, cioè sotto la categoria 1 della scala Saffir Simpson, usata appunto per misurare l’intensità di questo tipo di eventi.
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