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Buoni consigli e cattivo esempio

Una volta si diceva dei sacerdoti che “occorre dar retta a ciò che dicono e non a ciò che fanno”. Con le banche ho imparato con l’esperienza che troppo spesso nel campo degli investimenti vale l’opposto: “occorre dar retta a ciò che fanno e non a ciò che dicono”. Ecco perché, dopo tanti articoli di quotidiani sulla redditività della “green economy”, mi è sembrato esemplare la seguente notizia:

Energia, la Banca Mondiale scommette sulle fonti fossili

Boom di finanziamenti per progetti su gas e carbone

Roma, 18 ott. (Apcom) – Una volta che la centrale a carbone di Lephalale, in Sudafrica, sarà a pieno regime nel 2015, emetterà in atmosfera 26 milioni di tonnellate di CO2 l’anno. Nel 2012 la centrale Tata Ultra Mega nell’India occidentale ne scaricherà dalle sue ciminiere più di 23 milioni di tonnellate. Cosa accomuna questi due giganti inquinanti? Il fatto di essere stati realizzati grazie ai finanziamenti (oltre 4 miliardi di dollari) della Banca Mondiale. L’istituto, infatti, nonostante un documento di due anni fa con cui denunciava il cambiamento climatico come una delle maggiori minacce allo sviluppo dei paesi poveri, ha aumento vertiginosamente i suoi prestiti per i progetti di energia da combustibile fossile. Secondo il Bank Information Center di Washington, come riferisce il “New York Times”, i finanziamenti della Banca Mondiale per progetti di combustibili fossili hanno raggiunto quest’anno la cifra record di 6,3 miliardi di dollari (4,4 destinati al solo carbone): nel 2007 erano stati 1,6 miliardi1

Quindi per i piccoli risparmiatori redditizia è l’energia solare, per i grandi lo è il carbone come se fosse vero che in un futuro di medio termine non se ne potrà fare a meno. Sarà solo un caso isolato?

Non sembra infatti altra notizia di questi giorni è:

11:52 – Clima: campagna Greenpeace contro grande banca

19.10.2010 SYDNEY, 19 OTT – Una delle maggiori banche australiane, Anz, da poco nominata la banca piu’ sostenibile dall’Indice di sostenibilita’ Dow Jones, e’ nel mirino di una campagna internazionale di protesta di Greenpeace, per il suo ruolo di finanziatrice dell’industria del carbone e delle centrali a carbone. Greenpeace Australia ha annunciato oggi che la Anz e’ il piu’ importante obiettivo di protesta, in quanto ’’principale sostenitrice dell’inquinante industria del carbone, avendo finanziato miniere, porti e centrali a carbone per 1,7 miliardi di dollari australiani (1,2 miliardi di euro) negli ultimi 5 anni’’, ha detto il portavoce John Hepburn. Solo ieri, la Anz era stata nominata fra le 30 compagnie australiane all’ avanguardia nella riduzione delle emissioni di gas serra e il mese scorso come la piu’ sostenibile al mondo, secondo criteri di lotta al cambiamento climatico e di performance ambientale. ’’Vincono premi di sostenibilita’, promettono di diventare carbon neutral, ma e’ una retorica in pieno contrasto con la pratica’’, ha detto Hepburn. ’’Vogliono dire di essere verdi ma continuare ad inquinare’’, ha aggiunto. Per Greenpeace, si tratta di una svolta, in una tattica che si concentrava nell’ occupazione di porti e centrali, ed ora segue il percorso del denaro. (ANSA)2

Non è detto che due indizi facciano una prova, però credo sia arrivato il momento di chieder di far chiarezza sulla realtà e su ciò che è, non solo come ci piacerebbe che fosse.

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  1. http://notizie.virgilio.it/notizie/scienze_e_tecnologie/2010/10_ottobre/18/scienza_energia_la_banca_mondiale_scommette_sulle_fonti_fossili,26575726.html []
  2. http://news.brisbanetimes.com.au/breaking-news-national/greenpeace-slams-banks-for-greenwashing-20101011-16e9z.html e http://www.finnewsnetwork.com.au/archives/finance_news_network16049.html []
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2 Comments

  1. Claudio Costa

    Ricordo che Hansen in una farsa si è fatto arrestare in USA per ostruzione alla costruzione di una centrale a carbone pulito.
    Siccome in Cina costruiscono ogni settimana, una centrale a carbone sporco e pericoloso ( perchè la sicurezza nelle miniere cinesi è considerata uno stupido lusso borghese) invito caldamente Hansen a farsi arrestare in Cina ma rinunciando alla mediazione diplomatica, e solo dopo raccontarci com’è il carcere cinese

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