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Però, CR o CFC?

Ogni volta che la comunità internazionale fallisce l’obiettivo di trovare un accordo sulla riduzione delle emissioni di gas serra, c’è sempre qualcuno che tira fuori l’esempio del Protocollo di Montreal del 1987, l’accordo che mise fine all’uso dei clorofluorocarburi, in arte CFC, quella famiglia di sostanze usate nei refrigeratori e nelle bombolette, ritenute essere una grave minaccia per l’ozono stratosferico.

Per molti anni quell’accordo è stato indicato come un fulgido successo della cooperazione internazionale, una prova – ottimamente riuscita- di global governance, con le Nazioni Unite al comando di una operazione dal “respiro globale”. L’ex Segretario Generale dell’ONU Kofi Annan, ebbe a dichiarare:   Si tratta di un esempio di eccezionale cooperazione internazionale: probabilmente l’accordo tra nazioni più di successo.

Al di là della consistente diversità di scala a cui agivano allora i CFC ed oggi i gas serra di origine antropica – con interessi finanziari in gioco differenti di parecchi ordini di grandezza- , un lavoro pubblicato su Science nel 2009, invita a riflettere in un’altra direzione anche rileggendo la dichiarazione di Kofi Annan. Per successo si deve intendere l’aver conseguito un accordo o aver raggiunto l’obbiettivo di riparare il danno provocato allo strato di ozono dai CFC?

Leggendo il lavoro di Q.-B. Lu, dell’università di Waterloo, ci si imbatte in una frase che non lascia spazio a dubbi: Thus, the above facts (1)–(5) force one to conclude that the CR[Cosmic Ray]-driven electron-induced reaction is the dominant mechanism for causing the polar O3 hole. Perciò, i fatti sopracitati, portano alla conclusione che i Raggi Cosmici costituiscano il meccanismo dominante all’origine del buco dell’ozono sulla regione polare.

Dannati raggi cosmici, non solo pare abbiano un ruolo determinante nella fisica delle nubi, ora hanno anche a che fare con lo strato di ozono. E così scopriamo che, malgrado un fantastico successo della cooperazione internazionale abbia raggiunto lo scopo di proibire l’uso dei CFC, il buco dell’ozono è ancora lì, e a pilotarne le dimensioni sono i raggi cosmici e la loro variabilità che segue i cicli dell’attività solare.

Vorrei fosse chiaro un concetto: meno schifezze mettiamo in atmosfera, nel mare, sottoterra o nello spazio, meglio è, ma questo è un altro esempio di come la perifrasi “abbiamo capito tutto” dovrebbe essere cancellata una volta per tutte, e di come, quando di questa perifrasi si fa un uso smodato, possa accadere che si prendano decisioni sbagliate o, come pare sia stato il caso, quantomeno inutili.

Da WUWT, qui per il pdf del lavoro di Q.-B. Lu.

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Published inIn breve

Un commento

  1. Più che altro ora sarebbe interessante calcolare quante schifezze sono state introdotte in atmosfera, etc… per rimpiazzare frigoriferi e quant’altro era considerato pericoloso per l’ozono…. Ah, e quanta CO2?

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