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Ghiaccio (anzi granita) bollente – Aggiornato

Certo che la comunicazione è proprio strana. Quando si tratta di clima, ghiaccio e affini poi diventa addirittura schizofrenica.

Siamo in settembre, il mese in cui il ghiaccio marino artico raggiunge normalmente la sua minima estensione. Quest’anno, confermando un trend di lungo periodo di estensione in veloce diminuzione, il pack artico è molto vicino al minimo storico del 2007, over per minimo storico si intende comunque quanto misurato nell’era satellitare, cioè negli ultimi 30 anni.

La settimana scorsa l’università di Brema ha diramato un comunicato stampa (subito ripreso da Science Daily) con cui affermava che in realtà l’estensione di quest’anno sarebbe ancora inferiore a quel minimo, cioè ci sarebbe da registrare un altro record. L’NSIDC (National Snow and Ice Data Center), che pure utilizza differenti sistemi di misura è stato invece di diverso parere.

Altri centri di ricerca e monitoraggio più o meno accreditati pare siano d’accordo con l’NSIDC, il cui comunicato può essere consultato qui.

Nel frattempo il minimo stagionale potrebbe essere stato già raggiunto. Il ghiaccio ha infatti ripreso ad aumentare, facendolo inoltre con un rateo anch’esso da record e con un anticipo di un paio di settimane sui tempi medi dell’inversione di tendenza del periodo di misurazione.

Ammesso e non concesso che questa sia effettivamente una inversione di tendenza, tutto questo conferma quanto peso possano avere le condizioni atmosferiche, ovvero le situazioni di breve periodo, nel determinare le dinamiche dell’estensione dei ghiacci. Quando il pack è fortemente indebolito, ovvero nella fase culminante della stagione calda, le condizioni bariche e quindi la ventilazione possono essere dirimenti, compattando il ghiaccio e quindi riducendone l’estensione totale, oppure disperdendolo, facendo aumentare la superficie. Non bisogna dimenticare che ai fini della determinazione dell’estensione, si considera ghiacciata un’area con una percentuale reale di ghiaccio che varia a seconda del sistema di misura, questo perché per quanto i sensori satellitari siano avanzati, non è possibile avere informazioni più precise.

Assodato che i comunicati stampa e gli annunci a sensazione in questo contesto di incertezza lasciano il tempo che trovano (ma non il ghiaccio di cui parlano), tutto questo non deve distogliere l’attenzione dal fatto che il ghiaccio sia effettivamente in diminuzione. Un segnale che è lecito attendersi in un’era in cui il Pianeta ha subito un riscaldamento, che però non dice molto sulle cause di questa variazione di stato, anche perché nel frattempo nell’emisfero sud il ghiaccio continua a segnare una tendenza di lieve aumento o di scarso significato statistico.

Onde evitare brutte figure come quelle dell’università di Brema quindi, la miglior cosa da fare è attendere che i dati siano consolidati. Poi ne riparliamo.

Aggiornamento

E torniamo a parlarne presto, perché l’NSIDC ha rotto gli indugi diramando un comunicato stampa con il quale dichiara ufficialmente (salvo debolissime riserve) che il ghiaccio marino artico ha girato l’angolo, ovvero sarebbe iniziata la stagione fredda.

Per la verità il titolo del comunicato è un po’ sibillino:

Arctic sea ice at minimum extent

Infatti la notizia è che il ghiaccio ha ripreso ad aumentare ormai da parecchi giorni, quelli appunto necessari perché la media dell’estensione fosse consolidata in un trend positivo tra l’altro anche molto accentuato. Nel comunicato si legge che il “minimo” è relativo a quest’anno, mentre il totale dell’estensione appena prima dell’inversione di tendenza si classifica secondo dopo il 2007. Anche per quest’anno lo spauracchio del sea ice-free Arctic è scongiurato.

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