Se il carburante non fosse arrivato quasi a due Euro al litro, si potrebbe pensare di prendere la neve caduta in Francia, Svizzera e Austria e portarla sul versante sud delle Alpi. Sarebbero senz’altro felici gli operatori turistici e potremmo al contempo riposare occhi e orecchie in questi tempi di qualunquismo assoluto.
Durante la conferenza di Durban qualcuno ci rammentava che ormai vedere la neve sotto i 2000 metri sarebbe una rarità. Poi ne sono caduti un paio di metri. Ora qualcun altro sentenzia che l’inverno non decolla, più o meno per le stesse ragioni. Entrambi gli ‘esperti’ dimenticano che il nostro Paese è fatto così, che senza la protezione delle Alpi avremmo un clima enormemente diverso e certamente meno favorevole, che se nevica su un versante è molto difficile che nevichi anche sull’altro. Ma, del resto, questo è buon senso, non certo materia da esperti.
Questi ultimi preferiscono i numeri, ci giocano dal mattino alla sera, snocciolandoli come verità assolute e addomesticandoli a piacimento. Il gioco funziona così:
- Innanzi una bella affermazione ad effetto: “Il 2011 ha confermato la tendenza al riscaldamento dell’atmosfera italiana”.
- Poi un grande classico: la classifica degli anni più caldi, in cui l’ultimo è sempre ai primi posti. L’area di riferimento è il nord (sopra o sotto il Po? Meglio non approfondire, altrimenti l’atmosfera finirebbe per riscaldarsi per altre ragioni- ma non si era parlato di Italia?).
- Poi le prove: dati di temperatura di 2/3 stazioni opportunamente selezionate.
- Per finire la cronaca, che smentisce clamorosamente la tesi appena sostenuta, ma né l’autore, né la fonte se ne preoccupano più di tanto, perché il messaggio è ormai arrivato.
Ad ogni modo, per tutti gli amanti dei numeri e della neve, fate un salto qui, su Meteoweb, sono quelli veri.
Per rendersene conto basta fare la galleria del San Gottardo (8 km circa) o quella del San Bernardino (km. 17) in Svizzera per entrare in un attimo in un altro mondo.