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I dati NOAA aggiornati ad ottobre 2012

di Franco Zavatti

Le anomalie di temperatura media mondiale terra+oceano (GHCN-M 3.2.0) scaricabili da qui sono state aggiornate con i dati relativi al mese di ottobre 2012. Si può trovare una descrizione dell’aggiornamento precedente (settembre 2012) qui e qualche commento qui. I grafici e i dati numerici sono disponibili qui.
Tutti i confronti vengono fatti rispetto ad agosto 2012 e riprende da questa data la descrizione dell’evoluzione temporale dei parametri.

La differenza di anomalia tra agosto ’12 e ottobre ’12 (pdf) è:

Fig.1: Differenza tra le anomalie di agosto e di ottobre 2012. Se la temperatura di riferimento è la stessa, il grafico rappresenta la differenza di temperatura tra agosto e ottobre. Viene mostrato anche il fit lineare dei dati.

Pur avendo a disposizione solo due mesi, la Fig.2 (pdf) mostra che le correzioni relative al periodo 1900- 1930 tendono a raggrupparsi di più attorno allo zero, anche le ormai solite sistematicità (quasi tutte le anomalie negative da una parte; quasi tutte le anomalie positive dall’altra) tendono a diminuire e si nota almeno un accenno di mescolanza tra i valori positivi e negativi. Come successo il mese scorso, le anomalie sembrano avere un “perno” tra il 1940 e il 1950.
Non è affatto detto che sia così, ma il perno fa pensare ad un a qualche influenza del noto salto nelle temperature superficiali marine (SST) avvenuto attorno al 1945 (su CM se ne parla qui e qui).
Rispetto alla differenza di anomalia del mese scorso, la pendenza complessiva ha cambiato segno. Come al solito gli eventi caldi (rossi) e freddi (blu) del periodo sono elencati alla destra del grafico.

Fig.2: Confronto tra le differenze di anomalie di agosto e ottobre 2012.

La Fig.3 (pdf), con la media mobile dei dati di Fig.2, non mostra, nei dati di ottobre, quel tentativo di perdere la sistematicità di cui parlavo nel commento alla figura precedente. Tutte le anomalie sono negative prima del 1950 e positive dopo.

Fig.3: Media mobile a passo 51 mesi (4.25 anni) dei valori rappresentati in Fig.2.

La Fig.4 (pdf) mostra la media mobile delle differenze tra le anomalie di agosto e ottobre. Alcuni dati di ottobre sono sopra i dati di agosto nella parte iniziale del dataset, per poi tornare sotto tra il 1914 e il 1935; tornano ancora sopra tra il 1945 e il 1980. Rispetto agli stessi grafici, relativi alla versione 3.1, si nota una sistematicità inferiore. Per ora sono presenti differenze di 3-4 millesimi di grado tra i due mesi disponibili.

Fig.4: Differenze tra le anomalie di agosto e di ottobre. Rappresenta quanto “a vista” il dataset viene modificato in un mese rispetto al mese di riferimento (agosto 12).

Nella Fig.5 (pdf) rappresento le pendenze delle anomalie (cioè dei dati originali). Per ora, e considerando gli errori, non c’è variazione significativa nelle pendenze. Si noti che il fit lineare (png), (pdf) delle anomalie non ha molto senso, anche se gli scettici vengono accusati di dividere – sbagliando – il dataset in pezzi, dei quali calcolare la pendenza separatamente (come qui). Il fit complessivo ha una pendenza da 2 a 3 volte inferiore alla pendenza delle singole parti e rappresenta in modo insoddisfacente il reale andamento dei dati. Per questo motivo il coefficiente angolare della retta viene usato solo come indicazione di massima della situazione complessiva.

Fig.5: Pendenza delle anomalie mese dopo mese.

Solo per gli spettri viene mantenuta la storia precedente perché sembra essere presente una specie di continuità attraverso le versioni successive di GHCN. Anche in questa continuità, il picco di circa 66 anni risulta di potenza inferiore dopo il passaggio alla versione 3.2 e solo da questo mese risale ai livelli di aprile-maggio 2012. A parte forse il periodo di 14.5-15 anni, la stessa cosa non succede per gli altri picchi.
Gli spettri di potenza dei 12 dataset mensili disponibili vengono mostrati nella successiva Fig.6 (pdf) e nell’ingrandimento della sua parte sinistra (Fig.7, pdf).

Fig.6: Spettro di potenza di tutti i dati disponibili. I massimi della vers.3.2 risultano inizialmente di minore potenza e solo in questo mese tende a ritornare ai livelli della vers.3.1. I periodi corrispondenti ai massimi tendono a spostarsi da un mese all’altro.
Fig.7: Come Fig.6. In evidenza la situazione per i massimi di periodo minore. Il massimo di periodo 14.5-15 anni, dopo una prima diminuzione (linea verde) di potenza corrispondente al passaggio a vers.3.2, risale progressivamente (linee celeste e grigia).

Nelle Figg. 6 e 7 sono presenti per confronto i periodi (che chiamo “astronomici”), legati alle interazioni tra Sole e pianeti, elencati in Scafetta (2010) (pdf) e in Scafetta (2012) (pdf), osservati in altri dataset e proxy: solo un massimo – sui 6 mostrati- (14.5-15 anni) è nettamente entro una fascia rosa, mentre altri due (5-6 e 21-22 anni) sono al bordo inferiore delle rispettive fasce. In particolare il periodo 21-22 anni era uscito dalla fascia lo scorso aprile e da allora si avvia lentamente a rientrare, indipendentemente dal passaggio alla vers.3.2, come si vede nella figura successiva.

Nella Fig.8 (pdf) l’andamento temporale del periodo di maggiore potenza (circa 211 anni e “non astronomico”)

Fig.8: Evoluzione temporale del periodo di 211 anni

di questo dataset: la sua improvvisa scomparsa avviene dai dati di aprile 2012 e la nuova versione 3.2 non modifica la situazione. Da notare anche l’evidente scostamento dello spettro “vers.3.2” rispetto ai mesi precedenti, quando il picco di 211 anni era già scomparso..

L’omogenizzazione dei dati tende a cancellare alcuni periodi, anche di grande potenza (il picco di 211 anni aveva una potenza di circa 20 volte superiore al picco di 20-21 anni).

La Fig.9 (pdf) mette in evidenza un salto improvviso, sia nella durata del periodo che nella potenza spettrale, ad aprile 2012; dopo questa data, però, si nota un’evoluzione quasi continua che risente poco del passaggio alla nuova versione del dataset e in qualche modo giustifica il fatto che venga qui mantenuta la “storia” della vers.3.1. Però questo significa anche che la nuova versione non modifica sostanzialmente lo spettro e quindi non è in grado di ripristinare i picchi di 62 e 211 anni, scomparsi durante la vita del dataset “sbagliato” 3.1 e da considerare ormai definitivamente “defunti”.

Fig.9: Evoluzione temporale del periodo (cerchi neri, scala sinistra) e della potenza spettrale (rombi rossi, scala destra) del massimo di 21-22 anni. La riga orizzontale verde è il limite inferiore (21.4 anni) della banda rosa di fig.7 corrispondente a questo massimo.

L’altezza dei periodi di 211,66, 62, 21-22 e 9 anni è riportata nella tabella e rappresentata in Fig.10 (pdf)

Fig.10: Andamento temporale dell’altezza di 5 massimi nello spettro di tutti i mesi disponibili. Il grafico per 21-22 anni è lo stesso mostrato in Fig 9. Al grafico di 211 anni è stato sottratto il valore 124 per poter mantenere scala e limiti.

Il periodo di 62 anni, “morto” dopo aprile 2011, quando i parametri del dataset subiscono un improvviso cambiamento, continua a non essere presente. La stessa sorte è toccata al periodo di 211 anni. Dal grafico si vede che i tre periodi “ancora vivi” si comportano nello stesso modo, con una potenza minima ad aprile-maggio e un aumento successivo, variamente rappresentato sia in forma che in ampiezza. La potenza del periodo di 9 anni resta costante, mentre per gli altri due si ha una diminuzione e poi una ripresa.

 

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Published inAttualità

Un commento

  1. donato

    Continua l’altalena dei dati. E riappare anche la tendenza al raffreddamento ed al riscaldamento dei dati che già la vecchia versione del dataset presentava. Il fatto che alcune periodicità vengono mantenute (quella di 66 anni tende addirittura a rafforzarsi, stando agli spettri di potenza) è positivo così come la diminuzione della sistematicità degli errori. Mi preoccupa, però, la tendenza alla variazione dei dati che appare di mese in mese, soprattutto quella dei vecchi dati che continuano ad essere rimaneggiati (alla fine non resterà nulla delle misure originarie) e la morte dei cicli che erano presenti nei dataset originari. In merito al fulcro del fit lineare e dei diagrammi di Fig. 3 intorno agli anni 40 e 50 del secolo scorso concordo che, probabilmente, è un fatto casuale, ma il diagramma di fig. 4 evidenzia, in quegli anni, un andamento delle anomalie piuttosto “anomalo”. In quel decennio qualcosa deve essere successo e, purtroppo, ancora non ci è del tutto chiaro. Forse Mc Intyre non ha tutti i torti quando dice che le correzioni delle SST oggi applicate, sono poco aderenti alla realtà. Mah, vediamo cosa succede in futuro.
    Ciao, Donato.

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