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Bugs life

Una vita da insetti. Per quanto la si sia voluta romanzare nel celebre cartoon di qualche anno fa, non deve essere proprio il massimo. E pare che in futuro sia anche destinata a peggiorare. Colpa del global warming? No, per una volta, colpa del fatto che formiche, bruchi, lombrichi, cavallette et similia, saranno allevati in batteria a scopo alimentare. In buona parte del mondo succede già e, sinceramente, non ci trovo niente di strano. E’ solo questione di cultura.

 

Questi, ma anche tanti altri, i concetti espressi dal Direttore Generale della FAO qualche giorno fa a Roma. L’articolo è di Greenreport, lo trovate qui. Cercate di arrivare in fondo perché è interessante, anche se vi scapperà un sorriso quando leggerete che oltre ad essere molto nutrienti e a consumare molto meno degli animali normalmente allevati nel mondo occidentale, hanno anche un pregio enorme: non fanno le puzzette, quindi non producono metano. Anzi, i gas da decomposizione tendono ad abbatterli.

 

Non è necessario che il cambiamento di dieta arrivi tanto presto però. Infatti, contrariamente alle fosche previsioni di quanti dopo le siccità importanti dell’anno scorso presagivano l’inizio della fine per le materie prime alimentari globali, pare che la produzione cerealicola di quest’anno sarà da record. La buona notizia viene sempre dalla FAO, sempre in un articolo di Greenreport. Con qualche caveat però. Non tanto nella produzione, quanto piuttosto nella constatazione che pur in un contesto di buona disponibilità di materia prima alimentare, si prevede una stagnazione della domanda a causa della crescita dei prezzi e all’incertezza nella domanda di etanolo.

 

Circa i prezzi c’è qualcosa che non torna, perché altre fonti ne documentano una diminuzione, fatto che con una stima ottimistica della produzione sembra logico. Comunque, una volta di più, quanti avranno difficoltà ad accedere alle risorse alimentari primarie, lo dovranno all’impossibilità di comprarle, non già alla loro scarsità, visto che questo benedetto Pianeta continua a produrre grandi quantità di cibo.

 

Circa l’etanolo, non so cosa sia meglio, se il definitivo sgonfiarsi della bolla speculativa che ne ha accompagnato il boom degli anni scorsi, o il disinteresse che potrebbe soffrire il settore produttivo qualora gli enormi capitali che vi sono stati investiti dovesero iniziare a sfilarsi.

 

Insomma, pare che anche oggi potrete avere la vostra insalatina di mais. Le formiche potete lasciarle in giardino, almeno fino al prossimo disastro climatico.

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Published inAttualità

Un commento

  1. luigi mariani

    Caro Guido,
    scusa se metto i “puntini sulle i”: i ruminanti non fanno “puzzette” nel senso che il metano di origine ruminale viene “eruttato” e non espulso per via intestinale.
    Circa poi il tema dell’alimentazione a base d’insetti ricordo che già Giovanni il Battista quand’era nel deserto si nutriva di cavallette e di miele selvatico, per cui la cosa non è poi così remota rispetto alla nostra cultura.
    C’è poi da dire che l’aumento dei consumi globali di carne negli ultimi 10-20 anni sta interessando non tanto i bovini (che hanno indici di conversione bassi -> 7 kg di granella di cereali per 1 kg di carne) quanto maiali e avicunicoli che hanno indici di conversione assai più interessanti (intorno ai 4-5 kg di granella per kg di carne). In altri termini al zootecnia sta facendo grandi passi in termini di razionalizzazione, passi che non andrebbero trascurati in nome del luogo comune.
    E proprio per sfatare i molti luoghi comuni sull’argomento, come museo lombardo di storia dell’agricoltura stiamo organizzando una due giorni dedicata alla carne e che si terrà a sant’Angelo Lodigiano presso lo splendido castello visconteo i prossimi venerdì 18 ottobre (ZOOTECNICA – LA FILIERA DELLA CARNE) e domenica 20 ottobre (LA CARNE NELLE DIVERSE FASI DELLA VITA UMANA).

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