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La salutare conferma dell’ovvio

Alcuni giorni fa abbiamo pubblicato l’ennesimo post sull’ennesimo studio dal quale, incredibilmente, sono scaturiti dei numeri decisamente meno preoccupanti per la sensibilità climatica. Tradotto per i non addetti ai lavori, secondo le ricerche più recenti, il Pianeta non sarebbe destinato a scaldarsi come un forno a microonde qualora la concentrazione di CO2 dovesse raggiungere valori doppi rispetto a quelli pre-industriali.

 

Una delle firme di questo studio è Myles Allen, certamente non uno scettico in materia di origini del riscaldamento globale. Sull’onda dell’attenzione che i media, soprattutto esteri, hanno riservato a questo lavoro, Allen ha scritto un pezzo sul Daily Mail il cui titolo è tutto un programma:

 

Perché stiamo perdendo miliardi sul riscaldamento globale

 

 

Penso che siamo condannati ad un disastroso riscaldamento? Assolutamente no. Ma penso che che siamo condannati se persistiamo nell’attuale appoccio alle policy climatiche? Mi dispiace, la risposta è sì.

[…]

La settimana scorsa ho preso parte ad un gruppo di accademici che ha pubblicato un articolo che dice che la più rapida, più allarmante proiezione della velocità con cui il mondo si sta scaldando, sembra essere molto più bassa di quanto si pensava.

Questo potrebbe voler dire che possiamo permetterci di ridurre le emissioni di anidride carbonica leggermente più lentamente di quanto prima temevano – ma, come più o meno tutti riconoscono, comunque devono scendere.

 

Concetti ovvi, che però non sono affatto trapelati nelle varie interviste che gli autori hanno concesso dopo la pubblicazione dell’articolo. Evidentemente, mentre si può scrivere che finiremo tutti arrosto e gridarlo poi ai quattro venti, il contrario si deve solo, lentamente e sperando che nessuno se ne accorga, sussurrare. Secondo Allen, inoltre, gli estenuanti riti negoziali delle adunate climatiche non ci porteranno da nessuna parte, né lo faranno le politiche di sussidio alle tecnologie rinnovabili, ottime per le casse, pessime per le tasche e inutili ai fini di riduzione delle emissioni, come dimostra ampiamente il recente passato.

 

E’ un pezzo interessante, ve ne consiglio vivamente la lettura.

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Published inAttualità

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