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La mietitrice preferisce il cappotto al costume da bagno

Non che in un eventuale possibilmente lontanissimo incontro mi soffermerei ad analizzarne il look, ma pare siano più alte le possibilità che si possa presentare imbacuccata piuttosto che in versione bagno di sole.

 

Ecco qua, neanche tanto tra le righe di un breve articolo del corriere che, al pari di quasi tutti i nostri media, ha ripreso i tratti salienti del bilancio demografico 2012 appena pubblicato dall’Istat (neretto mio):

 

PIU’ MORTI CHE NASCITE – Il 31 dicembre 2012 risiedevano in Italia 59.685.227 persone, di cui più di 4 milioni e 300mila (7,4%) di cittadinanza straniera. Nel 2012 sono stati registrati più di 12 mila nati in meno rispetto all’anno precedente e circa 19 mila morti in più: precisamente 534.186 nati e 612.883 decessi. Quindi, il “saldo naturale”, dato dalla differenza tra nati e morti, è risultato negativo per 79 mila unità. Un picco negativo ancora più elevato di quello raggiunto nel 2003 quanto la mortalità fece registrare valori particolarmente elevati nei mesi giugno-agosto a causa di una eccezionale ondata di calore. Analogamente, l’Istat ha osservato un elevato numero di decessi nei primi mesi del 2012, per la forte ondata di gelo che ha colpito tutto il Paese, in particolare il Centro e il Nord, dove infatti si è riscontrato il maggior incremento della mortalità.

 

E così, con grande sorpresa, apprendiamo che ne ammazza più il freddo che il caldo. Chi l’avrebbe mai detto. Ora mi chiedo e vi chiedo: quanti gruppi di lavoro, comitati di studio, stanziamenti di fondi et similia sono stati messi in piedi per “salvarci” dal freddo e quanti dal caldo?

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Published inAttualità

13 Comments

  1. […] Ecco com’è nata questa truffa che rischia di ritardare lo sviluppo di tecnologie per la produzione di energia sostenibile con conseguenze che, in caso di raffreddamento globale, o addirittura glaciazione, sarebbero mostruose, dato che la gente di solito muore per il freddo, non per il caldo: es. inverno del 2012 […]

  2. ” Attenzione pero’ che il fatto che nei mesi estivi si muoia di meno, non significa che l’effetto aumenti all’aumentare delle temperature.”

    Questo potrebbe essere vero e non in contraddizione con quanto state dicendo. Per dire, se avessimo Luglio e Agosto con un media di 45 gradi, sicuramente sarebbe una strage. Penso che quanto stiamo dicendo è: in occasione delle ondate di caldo degli ultimi anni, associate a torto o a ragione con il cambiamento climatico, i media hanno sottolineato il legame con un aumento dei morti. In realtà, per quanto riguarda quelle ondate, o altre che potrebbero verificarsi con temperature analoghe, ad un’attenta analisi dei fatti si può verificare che sono comunque superiori i decessi causati dalla stagione invernale, cosa che invece i media si guardano bene dal raccontare.

    E’ un riassunto ragionevole che vi vede tutti concordi?

    • Guido Botteri

      Per me sì.

  3. Udik

    Guido, mi pare che il senso del post fosse che l’articolo del Corriere conferma appunto che si muore piu’ di freddo che di caldo. Invece non e’ cosi’. D’altra parte, se tu sai gia’ che si muore piu’ di freddo che di caldo (che potra’ anche essere vero, immagino dipenda da paese a paese), perche’ portare a sostegno della tesi un articolo che non lo dice?

    • Guido Botteri

      Udik, un grafico te l’ho fornito, poi ci sono tanti altri dati da osservare. Tu dici “invece non è così”, su che basi ? Sei una persona con preparazione scientifica, quindi se fai un’affermazione così categorica, smentendo una mia affermazione accompagnata da una prova (se vuoi te ne cerco altre), vuol dire che devi avere prove contrarie, che vorrei conoscere, purché siano “dati” oggettivi, non studi fatti con modelli climatici (che per me sono fasulli come i loro risultati).
      Grazie.

    • Udik

      Guido, grazie per il grafico, molto interessante. Attenzione pero’ che il fatto che nei mesi estivi si muoia di meno, non significa che l’effetto aumenti all’aumentare delle temperature. Se cosi’ fosse, non ci sarebbe stato alcun picco di mortalita’ estiva nel 2003, ma la contrario si sarebbe dovuta vedere un’ulteriore riduzione. Sarebbe interessante invece vedere se dagli anni ’70 in poi si sia ridotta la mortalita’ invernale, e se lo abbia fatto in accordo con l’andamento delle temperature invernali medie; e se questa riduzione controbilanci l’impatto delle eventuali ondate di calore estive.
      Pero’ quando dicevo “non e’ cosi'”, non mi riferivo all’affermazione che “ne uccide piu’ il freddo che il caldo”, quanto al fatto che il Corriere lo affermi. Dall’articolo e dai dati Istat riportati, semplicemente questo non si puo’ dire.

  4. Udik

    Eh, un attimo. Dal testo riportato mi pare si evinca che la differenza fra morti e nascite e’ maggiore di quella del 2003, E che c’e’ stata una mortalita’ piu’ elevata del solito nei mesi invernali. Non che la ragione di una cosi’ elevata differenza fra nascite e morti nel 2012 sia da ascriversi completamente alla maggiore mortalita’ invernale. Ad esempio, negli ultimi 9 anni il divario fra morti e nascite potrebbe essere andato aumentando costantemente, e un aumento relativamente piccolo della mortalita’ invernale potrebbe aver causato il superamento del dato globale del 2003.

    • Guido Botteri

      Scusa, Udik, questa tua osservazione contraddice, per caso, il fatto innegabile che si muoia più per il freddo che per il caldo ?
      Siamo tutti felici dei miglioramenti dovuti all’uso di riscaldamenti, vaccini ecc. ma resta, o no, il fatto che il freddo uccida più del caldo, o hai dati diversi ? Facciamo chiarezza, per favore !

  5. Guido Botteri

    Anch’io, nel mio piccolo, ripeto da molti anni che ne uccide più il freddo del caldo; del resto le statistiche parlano chiaro, ci sono più morti nei mesi freddi che nei mesi caldi; e dico “freddi” perché nei due emisferi i mesi freddi sono diversi, come sappiamo, e la mortalità segue le temperature, NON i nomi dei mesi.
    http://www.shrdocs.com/pars_docs/refs/33/32686/img3.jpg
    notate come la mortalità in Australia e Nuova Zelanda sia opposta a quella delle nazioni che si trovano nell’emisfero settentrionale, a riprova che la mortalità segue il freddo.
    Se mi permettete un’altra osservazione, il mito maltusiano demonizza la popolazione facendo credere che essa crescerebbe esponenzialmente. Ma il fatto che abbiamo avuto più morti dei nati smentisce clamorosamente queste paure senza fondamento.
    In Italia, in particolare, la politica maltusiana è proprio fuori luogo.
    Secondo me.

  6. luigi mariani

    A tale riguardo segnalo il libro:

    Sergio Pinna, Paolo Macchia, 2009. Clima e Mortalità in Italia. Uno studio geografico delle relazioni fra temperature medie mensili e decessi nel periodo 1969–2005, Aracne editrice, 175 pp.

    che sviluppa un’analisi statistica riferita a 25 provincie italiane per le quali i dati di mortalità vengono messi in relazione con i dati meteo di temperatura dele stazioni del servizo meteorologico dell’aeronautica.

    I capitoli introduttivi sono disponibili a http://www.aracneeditrice.it/pdf/2326.pdf.

    Segnalo infine il sito di sergio Pinna: http://sergiopinna-clima.jimdo.com/ (che varrebbe a mio avviso la pena di lincare a Climatemonitor).

    Luigi

  7. E anche: quando mai i mass media hanno comunicato una percezione di questi fatti all’opinione pubblica? Durante l’estate del 2003 era continuo il riferimento agli anziani in sofferenza, che cercavano l’aria condizionata nei supermercati, eccetera. Niente di analogo è stato detto durante l’ondata di freddo dello scorso inverno.

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