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L’Outlook di CM – Inverno 2013-2014

NB: questo outlook è stato aggiornato con dei post successivi:

  1. L’Outlook di CM, alcune precisazioni
  2. Outlook inverno 2013-2014 – Verso il primo warming stagionale               

__________________________________

Giunti quasi alla fine del mese di ottobre, avendo a disposizione alcuni dati di particolare utilità per avviare le prime riflessioni sul possibile andamento del prossimo inverno, proponiamo un primo outlook di tendenza avviando così la relativa rubrica che alimenteremo nel corso dei prossimi mesi.

 

Per tentare di tracciare un ipotetico identikit del prossimo inverno dobbiamo analizzare lo stato attuale di alcuni indici di fondamentale importanza. Il mese di ottobre è anche piuttosto indicativo sullo sviluppo del vortice polare perchè i vari forcing oceano-tropo-stratosferici e solari tendono ad influenzarne la dinamica di costruzione e il suo approfondimento. Nel corso del mese di ottobre, ed in taluni casi anche entro la prima metà di novembre, tendono ad evidenziarsi quelle anomalie che segneranno il successivo sviluppo e maturità del vortice polare stesso. In relazione a quanto appena descritto iniziamo la nostra analisi guardando all’attività solare analizzando l’attività magnetica sia con l’aa index che con il numero di macchie solari, visualizzabili rispettivamente nelle figure 1 e 2.

 

 

01_aa_index 02_SSN

 

Per quanto concerne l’attività suggerita dall’indice aa possiamo notare come questo si sia mantenuto piuttosto basso al disotto della soglia definibile di bassa attività con l’unica eccezione del giugno scorso. Nel corso del corrente mese, e fino all’ultimo dato disponibile all’atto di stesura di questo outlook, si rileva una netta impennata dell’indice che ha superato ogni valore registrato nei mesi precedenti e si è accostato alla linea rossa che rappresenta la media dell’indice dei precedenti cicli solari. Per quanto concerne le macchie solari dobbiamo accontentarci dell’ultimo dato mensile disponibile e risalente allo scorso settembre che, come per l’aa index, aveva confermato valori decisamente sottotono. Per quanto concerne l’attuale attività delle macchie possiamo dare uno sguardo al grafico in figura 3 che ci suggerisce, suffragando il dato dell’aa index, una netta ripresa dell’attività solare proprio tra la fine del mese di settembre e primi di ottobre.

 

03_solar

 

Dobbiamo analizzare anche lo stato della circolazione stratosferica a livello equatoriale guardando all’indice QBO ai livelli isobarici di 30 e 50hPa. Dalle figure 4 e 5, rispettivamente per l’andamento della QBO a 30hPa e 50hPa, possiamo notare la differenza tra l’andamento in rosso riguardante lo scorso anno ed in blu per l’anno corrente. Si nota chiaramente come la QBO per entrambi i livelli sia in fase positiva. Alla quota isobarica di 30hPa si ritiene sia stato raggiunto il picco nello scorso agosto e probabilmente entrerà nella nuova fase negativa non prima della primavera, anche inoltrata, del 2014. Per la quota isobarica di 50 hPa la fase positiva si protrarrà più a lungo e si prevede il cambio di segno per la fine dell’estate 2014. Quindi l’intero prossimo inverno sarà caratterizzato da QBO positiva nei livelli sopra indicati. Da segnalare che lo stesso indice è invece recentemente entrato in fase negativa alla quota isobarica di 10hPa.

 

 04_QBO30 05_QBO50

 

Analizziamo ora lo stato delle acque superficiali del Pacifico equatoriale nelle zone definite convenzionalmente 3, 3.4 e 4. Queste zone sono molto importanti perchè in funzione delle rispettive anomalie si determina una sostanziale modifica dell’associata attività convettiva equatoriale che ha pesanti ripercussioni nelle dinamiche di disturbo nell’evoluzione del vortice polare. La figura 6 ci suggerisce che fino allo scorso settembre la temperatura oceanica del Pacifico equatoriale era classificabile al tipo ENSO neutro. La porzione 4 è però in valore assoluto in consistente fase positiva rispetto alla vicina zona 3.4 facendo pensare ad una cella convettiva posizionata in questa zona e associabile ad una fase di tipo Nino4.

 

06_ENSO

 

La figura 7, invece, fotografa l’andamento dell’anomalia della circolazione degli alisei alla quota isobarica di 850hPa sopra la zona identificata come 3.4. Si vede chiaramente come dal 1948 fino al 1975 l’azione orientale degli alisei è stata piuttosto forte mentre dal 1976 questa si è vistosamente attenuata raggiungendo la massima debolezza negli anni ’90 ed esattamente tra il 1992 e il 1998 quando si è concretizzato uno dei più forti episodi di El Nino. In verità si nota molto bene anche il picco del 1982-1983 in concomitanza di un altro forte episodio di El Nino. La linea tendenziale ci suggerisce una  una graduale ripresa della circolazione orientale a scapito di episodi di El-Nino di tipo forte.

 

07_anomZW850nino3_4

 

La figura 8 poi mette a confronto l’anomalia della circolazione degli alisei alla quota isobarica di 850hPa sovrastante le zone 4 e 3.4 nel corso del corrente anno. L’andamento generalmente negativo indica una prevalenza di circolazione orientale sostenuta nella zona 4 rispetto la zona 3.4 che produce, indirettamente, un più difficile deflusso delle calde acque del Pacifico equatoriale occidentale verso il settore centrale. L’effetto è quello di mantenere le anomalie di temperatura superficiale nella zona 3.4 in ambito di neutralità o comunque ad anomalia di temperatura inferiore rispetto la zona 4.

 

08_difanomZW850nino4_3_4

 

Per chiudere l’analisi dei dati della zona Pacifico-equatoriale controlliamo l’andamento dell’anomalia degli alisei alla quota isobarica di 850hPa sull’intera zona del Pacifico equatoriale attraverso la figura 9 da cui possiamo concludere che la struttura ENSO neutro, già da tempo in atto, si protrarrà ancora nei prossimi mesi e semmai, visto i deboli venti orientali nelle zone 1+2 e 3.4 a cui negli ultimi mesi si associa anche un calo in zona 4,  una tendenza a lieve positività.

 

09_anomZW850nino

 

Proseguendo la nostra indagine di analisi dei dati dobbiamo inquadrare lo stato della circolazione generale tropo-stratosferica e nel particolare ci soffermeremo ad analizzare quanto avviene alle quote isobariche di 10 e 30hPa, per quanto concerne la medio-alta e medio-bassa stratosfera, e la quota isobarica di 500hpa per quanto concerne la media troposfera. Per la medio-bassa e medio-alta stratosfera è considerato il gradiente di geopotenziale tra le basse latitudini, 0°N-30°N e le alte latitudini, 60°N-90°N. Nel particolare sarà evidenziata la forza o la debolezza del VPS ovvero, per semplificare, quanto sia vulnerabile ai disturbi che possono poi indurre nel periodo invernale ai noti warming. Per la troposfera è importante analizzare l’anomalia della circolazione zonale tra le medio-basse latitudini, comprese tra i 30°N-40°N, e le medio-alte latitudini, comprese tra 55°N-65°N da cui è stato derivato un indice chiamato “Indice di Zonalità Emisferico” che insieme all’analisi dell’anomalia del geopotenziale nelle zona artica ci aiuteranno a stabilire la rapidità della circolazione zonale e gli spostamenti di massa troposferica tra le alte e basse latitudini. Iniziamo dall’analisi della stratosfera con l’anomalia del gradiente di geopotenziale tra le basse e le alte latitudini alle quote isobariche di 10 e 30hPa.

 

Prima di analizzare quanto è accaduto negli ultimi mesi dobbiamo aprire il nostro sguardo a quanto avvenuto nel passato fino al dato del corrente anno ma con l’avvertenza che i dati disponibili sono solo fino allo scorso settembre. L’andamento a barre verdi rappresenta l’anomalia del  gradiente annuale e quindi quanto avvenuto complessivamente nelle quattro stagioni. Valori positivi ci suggeriscono anomalie positive di geopotenziale nelle basse latitudini e negative alle alte latitudini, viceversa in caso di segno negativo. Anche per il piano stratosferico inferiore (30 hPa) si nota un andamento del tutto simile eccetto per la prima parte, ovvero dal 1948 al 1956, nel quale i due andamenti sono in controfase. Ricordo ancora che i valori negativi indicano una certa debolezza del VPS e positivi una maggiore forza e/o compattezza. Si nota quindi che fino al 1976-1977 il VPS si presentava mediamente debole con valori di anomalia di gradiente negativi ad indicare anomalie positive di geopotenziale alle alte latitudini e anomalie negative alle basse latitudini. Al contrario negli anni successivi il 1977 e fino il 1999-2000 quando interviene un nuovo cambio di segno. Gli anni dal 1978 alla fine degli anni ’90 del XX secolo sono stati infatti contrassegnati da una intensa circolazione zonale e VPS profondi e compatti. Si nota molto bene anche la temporanea attenuazione di tale regime compresa tra il 1983-84 e 1987-88 nel quale si inserisce uno degli episodi più eclatanti di stratwarming di tipo major con split del VPS fortemente penalizzante per l’Europa. Gli andamenti lineari ci forniscono indicazioni sul comportamento medio dei singoli mesi da ottobre a febbraio e rispettivamente in sequenza:

 

  • rosso=ottobre
  • fucsia=novembre
  • blu=dicembre
  • viola=gennaio
  • arancio=febbraio

 

Si nota perfettamente come negli anni compresi tra il 1977 e 1995 i segnali dei mesi da ottobre a gennaio siano stati tra loro in fase ed escludendo la breve parentesi a metà degli anni ’80 si sono mantenuti su una netta positività ad indicare una eccezionale compattezza del VPS già ai suoi primi sviluppi. Si nota pure come nello stesso periodo i mesi di febbraio siano invece trascorsi in massima parte in anomalia negativa sintomo di un VPS più debole e con maggior frequenza di episodi invernali per le medie latitudini in tarda stagione o addirittura ad inizio primavera. Gli anni con VPS più compatto, a disegnare una intensa circolazione zonale, con positività dell’anomalia di gradiente da ottobre a febbraio sono gli inverni dal 1988-1989 al 1994-1995 ma, soprattutto, gli inverni 1988-’89 e 1989-’90. Nel recente passato possiamo notare come il mese di novembre abbia conservato una certa anomalia di gradiente positivo indice di una certa compattezza del VPS e soprattutto a partire dal 2008. Inverso il comportamento nel mese di ottobre come pure gennaio. Sono altresì in anomalia positiva dicembre e febbraio.

 

Dall’analisi dei dati si evidenzia una buona correlazione, r=0,7, tra le vicende del VPS alla quota isobarica di 30hPa del mese di ottobre con il mese di gennaio alla stessa quota, esiste pure una relazione tra lo stesso mese di ottobre e dicembre ma in misura molto meno evidente con un indice di correlazione r=0,5. Altresì si nota una sostanziale assenza di correlazione tra ottobre e febbraio. Sia pur in valore assoluto leggermente inferiori si notano le stesse correlazioni alla quota isobarica di 10hPa per eccetto del mese di febbraio che si distingue per una debole correlazione negativa, r=-0,3. Guardando ora all’andamento dell’anomalia di gradiente intercorsa da inizio anno fino allo scorso settembre è possibile notare la conferma della tendenza già discussa precedentemente che vede anche nel corso di buona parte del 2013 un gradiente di geopotenziale mediamente negativo indicandoci un VPS mediamente debole. Forte negatività si è riscontrata a gennaio sintomo del consistente stratwarming di tipo split e perfettamente in sintonia con la tendenza iniziata dall’anno 2000. Febbraio, seppur in netta ripresa, ha comunque mantenuto livelli negativi condizionato in parte dalle vicende di gennaio. In anomalia positiva sono stati marzo e aprile che comunque non hanno cambiato le sorti ad un anno che fino ad ora consegna una anomalia negativa del gradiente di geopotenziale confermando una struttura del VPS mediamente debole.

 

Per meglio approfondire e ottenere dei migliori indizi per l’evoluzione del prossimo inverno dovremo attendere l’uscita definitiva dei dati di ottobre. Per quanto concerne l’anomalia di novembre, essa dovrebbe nei prossimi anni ridimensionarsi secondo quanto indicherebbe l’analisi spettrale di quel mese, comunque, fasi di maggiore compattezza nel mese di novembre associate ad una debolezza nei mesi successivi di dicembre e soprattutto gennaio possono essere determinanti quale precondizionamento stratosferico per lo sviluppo di intensi warming invernali.

 

Passiamo all’analisi troposferica con l’indice di zonalità emisferica e dell’anomalia di geopotenziale alla quota isobarica di 500hPa in sede artica. Per calcolare l’indice sono stati utilizzati i dati di output della corsa delle 00z al tempo t+0 del modello globale GFS 0,5°x0,5° inerenti la variabile del vento zonale alla quota isobarica di 300hPa. In figura 13 possiamo riscontrare l’andamento dell’indice a partire dallo scorso primo ottobre. Come detto l’indice ci informa sulla differenza di anomalia del vento zonale tra le medio-basse e le medio-alte latitudini dell’emisfero settentrionale così da suggerire dove tende a  collocarsi il fronte polare. La media mensile si attesta attorno ai -1. Valori negativi indicano una zonalità maggiore verso le alte latitudini e minore verso le basse latitudini sintomo di una maggiore compattezza del VP. Verificando l’anomalia di geopotenziale in sede artica da inizio anno, come da figura 14, possiamo notare due aspetti. Il primo riguarda la complessiva tendenza ad anomalia positiva e il secondo le maggiori anomalie positive concentrarsi nel periodo gennaio-marzo.
Tale tendenza annuale si conferma dal 1948 al 2013 con un progressivo spostamento di massa atmosferica dovuto ad aumento dei geopotenziali in sede artica a partire dalla fine degli anni ’90 del XX secolo e in accentuazione. Come visibile in figura 15 questa variazione ha riguardato un po’ tutti i mesi da ottobre a febbraio.

 

13_Indice di zonalita emisferico

14_Anomalia_geop500Hpa_artico_annocorrente

15_Anomalia_geop500Hpa_artico

 

Vista la debole anomalia negativa dell’indice di zonalità emisferica diventa importante stabilire dove si collocano le maggiori anomalie sullo scacchiere euro-atlantico. La figura 16, proveniente dai database di reanalisi dell’NCEP, ci indica che dal medio atlantico e fino al Mediterraneo centrale si sono riscontrate anomalie positive rispetto alle soprastanti latitudini determinando, localmente, una consistente anomalia positiva dell’indice di zonalità. Di questo locale pattern si dovrà tenere conto in fase di prognosi dei mesi a venire. Inoltre la prossima migrazione e approfondimento dei minimi di geopotenziale del VP in zona artica e atlantico settentrionale determineranno un impulso che tenderà ad approfondire e compattare il VPS su tutti i piani isobarici ed a imprimere una circolazione AO e NAO positiva almeno fino alla prima decade di dicembre così come evidenziato dalla figura 17.

 

16_Anom_ZW300hPa 17_HGT_ANOM_2013

 

Fatto il quadro completo della situazione e di una probabile imminente evoluzione tropo-stratosferica possiamo passare a stilare le conclusioni che ci porteranno a tracciare un’ipotesi di anomalie per la prossima stagione invernale. Cominceremo la trattazione conclusiva lì dove abbiamo terminato la fase di analisi ovvero dall’evoluzione stratosferica.

 

Il raffreddamento e compattamento del VPS nel periodo autunnale si ritiene possa essere un precondizionamento per lo sviluppo di un warming stratosferico che potrebbe svilupparsi in terza decade di dicembre i cui effetti andranno esaminati più avanti nel tempo. Gli effetti del raffreddamento e compattamento del VPS si potranno evidenziare già a partire dalla fine della prima decade di novembre con una accelerazione del getto e maggiore presenza anticiclonica in area mediterranea. L’indice di Zonalità Emisferico e così anche le anomalie viste in figura 17 congiuntamente con la PDO che dovrebbe confermarsi in fase negativa non sono favorevoli allo sviluppo di pattern NAO++ durevoli ma piuttosto a fasi neutre o debolmente positive. Stessa condizione dovrebbe interessare anche l’indice AO che si ritiene si presenterà complessivamente, per il periodo dicembre-gennaio-febbraio, lievemente positivo ma con massimi valori in dicembre. L’attività solare congiuntamente con la fase QBO positiva non sono di facile lettura ma i livelli solari raggiunti potrebbero favorire un discreto disturbo al VPS.

 

Tutto ciò significa che la fase prossima autunnale e fino al mese di dicembre (più probabile fino alla seconda decade compresa) possa essere contraddistinta da anomalie positive di geopotenziale su buona parte dell’Europa centro-meridionale come pure per le temperature alla quota isobarica di 850hPa forse ad eccezione delle regioni meridionali che in tale pattern risultano più condizionate da una circolazione orientale. Come già detto a partire dalla terza decade di dicembre è atteso lo sviluppo di un warming stratosferico favorito anche dalla posizione assunta dalla cella di convezione del Pacifico equatoriale derivata dalla condizione ENSO che finirà per influenzare il decorso della seconda parte dell’inverno.

 

Infatti gennaio e febbraio, dovrebbero presentarsi con pattern ad indice AO lievemente negativo. Conseguenza di tale situazione potrebbe essere lo sviluppo di un pattern SCAND+ con ciclogenesi che interesserebbe il basso Tirreno a seguito di una zonalità bassa di latitudine. Le regioni più penalizzate con anomalie positive di precipitazioni sarebbero quelle centro-meridionali. Le anomalie andrebbero diminuendo salendo di latitudine. Per quanto riguarda le anomalie di temperatura alla quota isobarica di 850hpa ritengo possano essere diffusamente negative. Le mappe di prognosi dalla figura 18 alla figura 23 riassumono quanto esposto. Sono state divise per il solo dicembre e con pattern medio per i successivi mesi di gennaio e febbraio.

 

18_Anomalia_GPH500_dic 19_Anomalia_SLP_dic 20_Anomalia_GPH500_gen_feb 21_Anomalia_SLP_gen_feb 22_Anomalia_Temp850_dic 23_Anomalia_Temp850_gen_feb

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Published inAttualità

37 Comments

  1. I dati provenienti dalle rilevazioni di analisi dello stato tropo-stratosferico mi permettono di fare un aggiustamento temporale rispetto a quanto indicato in sede di elaborazione dell’outlook di fine ottobre scorso.

    Il picco massimo negativo del NAM alla quota isobarica di 10hPa dovrebbe realizzarsi in una data compresa tra il 3 e l’8 dicembre prossimo.

    La fase di pre-condizionamento stratosferico dovrebbe concludersi in una data compresa tra il 10 e il 15 dicembre prossimo.

    La fase di pre-condizionamento troposferico dovrebbe concludersi in una data compresa tra il 3 e il 7 dicembre prossimo.

    L’impulso tropo-basso stratosferico in sede artica, che guiderà l’innesco dell’ipotizzato warming stratosferico, si potrebbe realizzare nel periodo compreso tra l’8 e il 18 dicembre prossimo e ad oggi appare possa concretizzarsi con un ottimo contributo della wave2.

    Rispetto a quanto previsto nell’outlook possiamo aggiornare il periodo di sviluppo del possibile warming stratosferico, sempre da decifrarne la classificazione alla quale riservo ulteriore prudenza, valutato inizialmente in corso della terza decade di dicembre è ora atteso entro la prima decade di gennaio.

    Ovviamente continuerò a monitorare la situazione visto che permangono alcuni elementi di incertezza che potrebbero minare quanto sopra indicato. In ogni caso tali incertezze troveranno adeguate risposte entro la metà di dicembre.
    Carlo Colarieti Tosti

    • Felicioni Lucio

      Dopo un anno torno a leggere con passione il vostro Outlook frutto sicuramente di studi, ricerche e tanta cultura scientifica. Rinnovo i complimenti allo staff, al sig. Guidi e al grandissimo Colarieti Tosti. Outlook decisamente ben leggibile, didattico e “avvincente”. Per le domande agli esperti aspetto l’aggiornamento dell’outlook intorno alla metà del mese corrente. Nel frattempo auguro un buon e proficuo lavoro; per i risultati c’è tempo , tanto qua non si punta a gareggiare su chi è il migliore, si punta a migliorarsi con grande spirito collaborativo e il giusto pizzico di umiltà.

      A presto. Lucio Felicioni.

    • Lucio, bastano questi commenti a far benzina per i prossimi cento outlook, specialmente per la tua ultima frase.
      gg

    • Gentilissimo Lucio,
      ti ringrazio per i complimenti fatti allo staff di CM e in particolare al sottoscritto. Penso che tu abbia perfettamente compreso lo spirito che anima gli autori di questo blog e che posso così riassumere: persone dedite alla semplice ricerca della conoscenza.
      Infatti nessuno qui si sente in gara, in contrapposizione con qualcuno o qualcosa oppure assume atteggiamenti di pura partigianeria rispetto a ciò che pensa. E’ altrettanto vero che abbiamo delle convinzioni, che tra l’altro ci accomunano in un pensiero condiviso, ma soprattutto abbiamo molti dubbi verso i quali ci prodighiamo nello studio per dare, se possibile, adeguate risposte. Cerchiamo di sostenere le nostre idee basate sulla ricerca oggettiva senza forzature e in serio e rispettoso confronto. Tutti abbiamo sempre qualcosa da imparare e poi se sbagliamo pazienza, gli errori sono delle pause che ci permettono di guardare al problema da altre prospettive aiutandoci, sempre attraverso lo studio e la ricerca, nella comprensione.
      Quindi ancora grazie e speriamo di riuscire a conservare questo spirito al quale mi sento particolarmente affezionato.
      Carlo Colarieti Tosti

    • Lucio

      Buonasera a tutto lo staff!!
      Quindi la fase di pre condizionamento dovrebbe durare
      poco (in termini di giorni)?
      grazie.
      buona serata

    • In realtà la fase di pre-condizionamento di cui ho scritto nell’outlook è quella iniziata alla fine di ottobre e che avrebbe portato fino alle attuali condizioni. Ora l’incertezza è sul futuro prossimo. Infatti i prossimi giorni saranno quelli determinanti per le sorti del vortice polare e quindi dell’inverno. Il problema risiede nella perdurante incertezza dei modelli (ECMWF vs GFS) nel cogliere il lungo termine indispensabile per lo sviluppo di un qualsiasi ragionamento. Questa instabilità è certamente causata da una probabile evoluzione dell’impianto di massa atmosferica che presto avverrà, ma verso quale direzione? Ad oggi ritengo avventato per chiunque esporsi in teorie che superano di poco, in un senso o nell’altro, la probabilità del 50 e 50. Un elemento si scorge con una buona certezza, considerato sia da ECMWF che da GFS, ovvero la partenza di un poderoso blocco anticiclonico diretto verso le alte latitudini dei meridiani centrali europei. Tale sviluppo è stato contemplato nella prognosi da me indicata nei commenti qui sopra con la partenza dell’impulso tropo-basso stratosferico in grado di generare una configurazione “subtropical wave breaking”. L’incertezza risiede nella quantità di disturbo in sede artica, arrecato al VPS alla quota isobarica di 200 e 100 hPa, indotto dai relativi flussi meridionali in transizione da equatorward a poleward in considerazione che ancora il VPS a quelle quote non è particolarmente “forte”. In realtà nella corsa di ECMWF (vedi qui e qui) si scorge bene l’azione dell’onda compresa tra i 50°N e i 70°N con il deposito del suo westerly fino ai 70 hPa circa. La più grossa incertezza è nella differenza di vedute nei dettagli con GFS che proponendo un cut off in atlantico (vedi qui) consegue una netta accelerazione del getto in uscita dal nord america che costringerà l’HP europeo ad un tilting decrementando quasi completamente il flusso di momento meridionale entrante in sede polare.
      Indubbiamente i prossimi run dei due modelli dovranno sgombrare il campo dalle incertezze allineandosi o verso l’una o verso l’altra ipotesi con le conseguenze del caso.
      Carlo Colarieti Tosti

  2. alessandrobarbolini

    sotto il periodo natalizio..di certo l,HP azzorriano si estendera sul mediterraneo…la mia non è una teoria o studio,ma statistica inopugnabile..ovvero come dire che 2 piu 2 fa 4…

  3. Lucio

    Salve!
    vorrei porre una domanda:
    come mai i vari modelli insistono nel vedere
    continui affondi freddi cosi occidentali?
    La situazione quand’è che potrebbe sbloccarsi
    con l’arrivo del freddo vero?
    in ultimo : è probabile che dopo questa lunga fase umida
    si possa aprire una fase molto più rigida, magari di stampo
    continentale (vista, la piallata stratosferica prevista per
    la prima decade di dicembre)?
    grazie ancora, attendo la vostra risposta
    buona giornata.

    • Lucio, che diavolo è una piallata stratosferica?
      gg

    • Lucio

      Intendevo dire lo sfondamento dell’ indice nam,
      con conseguente rinforzo del Vp, su tutta la sua
      colonna isobarica.

    • Alessandro

      sono parole di un componente del CMT , tutti pendono dalle sue labbra per le analisi stratosferiche.

      Scrive anche lui “piallata stratosferica” che sono d’accordo con lei Guidi che sia un termine poco professionale!

      Saluti

    • Dunque, secondo quanto indicato nell’outlook possiamo entrare in alcuni dettagli in relazione a quello che mi aspetto possa verificarsi e che così riassumo:
      1. raggiungimento della soglia NAM +1,5 in una data compresa tra il 17 e il 20 novembre;
      2. termine della fase di precondizionamento stratosferico attorno alla fine del corrente mese accompagnato da un parziale cedimento del vortice polare troposferico con inizio di flussi meridionali;
      3. tra il 2 e il 6 dicembre netto aumento dei geopotenziali in sede artica con incremento degli heat flux convergenti. Tale dinamica dovrebbe essere l’innesco dell’impulso troposferico che ritengo poi imporrà il previsto warming della fine di dicembre a cui ad oggi non è possibile ipotizzarne una classificazione visto pure una certa incertezza del suo innesco stesso;
      4. in relazione a quanto sopra scritto, sempre che tale prognosi si realizzi e a prescindere dalla classificazione del warming previsto, il cambio di circolazione con AO prevalentemente neutra o negativa potrà aprirsi a cavallo delle festività natalizie e condizionare i successivi mesi di gennaio e febbraio.
      Spero di non aver dato i numeri…
      Nelle prossime settimane verificheremo quanto sopra scritto e in caso positivo cercheremo di individuare la posizione dell’asse dell’ellisse che assumerà il vortice polare stratosferico, derivato dall’intrusione dell’HP sul lato pacifico e dell’HP sul lato atlantico, alle sue quote medie. Ad oggi lo ipotizzo posizionato tra Canada e Siberia centro-orientale.
      Comunque se tutto ciò non avverrà non ci strapperemo i capelli ma trascorreremo piacevoli momenti di approfondimento e di studio.

    • Lucio

      Asse del vp, tra Canada e Siberia centro orientale,
      se dovesse verificarsi, quale pattern circolatorio
      ne deriverebbe per l’Europa?

    • Direi che quello previsto nell’outlook, ovvero anomalie positive di pressione e geopotenziali sull’Europa settentrionale e anomalie negative nel Mediterraneo, può essere una probabile soluzione. Comunque prima di tutto dobbiamo seguire gli sviluppi passo passo e verificare se quanto previsto troverà le relative conferme nei dati di analisi.

    • Lucio

      c’ è chi ha anche ipotizzato, una sorta di apri chiudi
      tra freddo/gelo, da est , e basso atlantico,è verosimile
      questa possibilità, c’ioè sara quindi possibile assistere
      a questo tipo di circolazione?
      A tal proposito, il vortice canadese, come potrebbe comportarsi
      (in funzione della Wawe 2, da tirar sù vero nord.est)?
      è previsto un vortice forte o debole?
      grazie ancora per la risposta, e per la pazienza, non sono
      un esperto, è solo che cerco di pormi alcuni interrogativi
      ancora grazie e cordiali saluti

  4. Lucio Camporesi

    Lei è troppo gentile. Purtroppo no.. sono ancora in piena emergenza con mio padre che si sta spegnendo per un cancro incurabile..Come si può ben capire non ci sto con la testa per studiare dati e indici.
    Continuerò a leggervi quando è possibile.
    a presto
    LC

    • donato

      Lucio, ci sono passato da poco con mio suocero. Ti comprendo e ti sono vicino. Forza e coraggio.
      Ciao, Donato.

    • Caro Lucio, ci dispiace moltissimo e a nome di tutto lo staff di CM ti stiamo vicini. Speriamo, e per chi crede anche per mezzo della preghiera, che tuo padre e la tua famiglia possiate superare questo difficile momento.

  5. Lucio Camporesi

    Buon pomeriggio,
    ottimo ed esaustivo lavoro come sempre.Sono dispiaciuto perchè avrei voluto provare con i “meteo deliri”
    anche per l’inverno ma purtroppo emergenze familiari gravissime me lo hanno impedito.
    a presto
    Lucio Camporesi

    • Salve Lucio,
      spero che abbia risolto al meglio le emergenze familiari di cui ha scritto.
      Comunque, se vuole, aspettiamo i suoi “deliri” con piacere.

  6. Lucio

    Buon Giorno!
    Innanzitutto complimenti per il grande articolo!
    viste le premesse, questo potrebbe risultare l’anno dell’ adriatico
    con occasione per nevicate fin sulle coste?
    in tal senso come vede la Romagna?
    nel periodo che va da metà gennaio, sino ad una parte di Febbraio,
    potrebbe èssere contraddistinto, da una sorta di tunneling
    per il gello da est verso l’ovest del mediterraneo?
    quindi con gelo prima diretto, e poi in sforamento ad ovest, ma senza
    richiamare intense correnti atlantiche?
    diciamo una sorta di remake del gennaio 2005, anzichè 2012,
    potrebbe andare in porto tale configurazione secondo lei, visto
    anche la media dell’indice AO, previsto su livellii positivi?
    in ultimo cosa ne pensa dell’OPI?
    grazie ancora attendo la sua risposta, buona giornata!

    • Lucio, sull’OPI ho scritto un post. Circa le previ di dettaglio sarebbero solo congetture.
      gg

  7. stefano

    Buongiorno,

    vorrei capire una cosa : come mai voi prevedete un inverno freddo e nevoso per la nostra area e invece ad esempio accuweather(che non sono gli ultimi arrivati) con la sua analisi prevede l’esatto contrario?

    Da quello che vedo una sola cosa e’ certa : confusione

    grazie per l’attenzione

    • Stefano, lo scopo non è capire cosa succederà in fondo, quanto analizzare l’evoluzione. Senza fare gare o scommesse sul risultato. Quella che hai letto qui è una analisi oggettiva, vedremo nei prossimi mesi se l’evoluzione sarà quella prospettata.
      gg

    • stefano

      Salve , non ha risposto alla mia domanda : proprio perche’ e’ un analisi oggettiva , come possono gli altri dedurre cose molto diverse ? si basano su altri dati ?grazie Stefano

    • Stefano, cedo che il loro sia un output strettamente modellistico, quindi molto diverso da quello fenomenologico qui impiegato. In un certo senso i dati non sono paragonabili.
      gg

    • Infatti. Ci sono molte analogie. Grazie per il contributo.
      gg

    • Matteo Sacchetti

      Credo che sul disturbo al vortice polare possano contribuire 3 principali forzanti le quali agiranno in sinergia con effetti a “rilascio ritardato”:

      1. lo stato dello snow cover che non opererà direttamente come predictor dell’attività delle onde planetarie secondo gli studi di Cohen e successivamente degli autori dell’OPI, bensì come meccanismo termodinamico in grado di creare una “zona franca” ove le weasterlies non potranno procedere e nella quale si creerà una circolazione secondaria retrograda. In questo caso faccio quindi maggiormente riferimento al primo studio di Cohen ovvero allo SCE che misura l’estensione totale dello snow cover (e non la sua progressione ottobrina);

      2. La probabile conseguente ellitticizzazione del vortice polare (intensificazione del vortice troposferico delle Aleutine) e lo stato della regione 3.4 e 4 dell’ENSO che è previsto dal NOAA andare in lieve anomalìa positiva.
      Conseguenze sull’incremento delle velocità zonali del Pacifico settentrionale con tendenza a PNA positivo.
      Un jet stream polare pacifico molto teso tende tuttavia ad avere una forte trasmissione d’onda che sarà resa possibile proprio dalla semipermanente pacifica in concorso con il gradiente SSTA dell’WPO (+) rispetto all’EPO (-).

      3. Collegamento del precedente punto sul segno della NAO, che in correlazione al segno PDO negativo ad alta frequenza, al fatto che il tripolo dell’ATL sia poco decifrabile ma sostanzialmente non favorevole alla permanenza di NAO+, alla probabile maggiore attività anche della wave 2 (atlantica) visto anche il TNA sostanzialmente positivo.
      Il tutto rende piuttosto favorevole la produzione di massimi effetti prodotti dalla trasmissione d’onda e conseguenti forcings dinamici.

      Un caro saluto

    • stefano

      Salve, a me sembra che la pensiate parecchio diversamente…

  8. Filippo Turturici

    Insomma, dicembre mite, e poi gennaio-febbraio da PEG! Passatemi la battuta.

    • Filippo Turturici

      Battuta non impertinente, sia chiaro: sembra una versione piú fredda dell’inverno 2004-’05, e non mi dispiacerebbe.

  9. Fabio

    Analisi molto interessante e molto completa. Condivido pienamente la prognosi fino a metà dicembre almeno, anch’io mi aspetto una sostanziale prosecuzione di una stagione “a episodi”, con brevi periodi di maltempo alternati a lunghe pause anticicloniche miti.
    Sono tuttavia perplesso circa le prime indicazioni di massima per gennaio e febbraio: si parla di un possibile/probabile warming stratosferico, i cui effetti però, per esperienza, sappiamo debbono essere valutati nel momento in cui si verifica. In questo senso, la mappa delle anomalie di temperatura ad 850hpa per gennaio e febbraio mi pare un po’ perentoria, roba che assomiglia più ad un inverno rigido stile 1929 che ad un normale inverno europeo. Esagero?

  10. Andrea G.

    Eccellente articolo si ma io devo andare a sciare per Capodanno in Austria e mi sa che non ci sarà neanche la temperatura per la neve artificiale. Che sfiga…

  11. Roberto Breglia

    Eccellente articolo complimenti!

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