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Il Global Warming c’è ma non si vede

Quando alcuni anni fa abbiamo iniziato a parlare del rallentamento e arresto dell’aumento della temperatura media del pianeta, la prima e immediata reazione dei fedelissimi dell’AGW è stata di scherno. Non capite niente, si diceva, quello che conta è il trend di lungo periodo, cosa volete che siano pochi anni di mancato aumento e comunque tra i più caldi. Poi gli anni sono diventati un po’ di più, e allora sono arrivate delle dotte spiegazioni con le quali, lente di ingrandimento alla mano, si notava comunque qualche millesimo di aumento; bastava, come sempre del resto, scegliere accuratamente l’inizio e la fine del periodo da esaminare. Poi gli anni sono aumentati ancora – per la cronaca lo stop all’aumento delle temperature è ancora in atto – e, seppur controvoglia, sono arrivate spiegazioni altrettanto dotte della fine che potrebbe aver fatto il calore scomparso. Stante la persistenza del forcing, ossia il continuo aumento della concentrazione di CO2, dal momento che la teoria è acquisita, se la temperatura media superficiale non aumenta l’energia deve essersi rintanata da qualche parte, per esempio nelle profondità oceaniche.

 

 

Il problema è che per arrivare in fondo all’oceano, dove tra l’altro non si dispone di misurazioni che rispettino i necessari canoni di accuratezza e omogeneità, il calore dovrebbe essere passato per gli strati medi, dove invece queste misurazioni esistono, e in quegli strati non ci sono tracce del passaggio. E’ pur vero che le dinamiche della circolazione oceanica sono ancora più complesse di quella atmosferica, le piccolissime quantità da misurare diventano enormi solo in ragione della massa enorme degli oceani, per cui è giusto che questo resti quello che è, ossia un punto interrogativo.

 

Sempre alcuni anni fa, però, ci permettevamo anche di obbiettare che la temperatura media del pianeta, per come viene stimata in ragione della disomogeneità e scarsa densità dei dati disponibili e per ciò che rappresenta, ossia lo strato superficiale di un sistema che ha almeno altre due dimensioni, quella verticale e quella oceanica, non può essere considerata l’integrale del sistema. Cioè non è sufficientemente rappresentativa. Anche su questo, derisioni e gran sventolare di mazze da hockey, a riprova della presunta inconsistenza di questi argomenti. Oggi leggiamo in un lavoro firmato da Trenberth e Fasullo e presentato all’AGU molto recentemente una riga conclusiva che suona così (neretto mio):

 

L’analisi di questo articolo non suggerisce che il riscaldamento globale sia scomparso; al contrario, è vivo e vegeto ma si manifesta in maniera in qualche modo diversa dal semplice aumento della temperatura media superficiale.

 

Il lavoro è questo:

 

An apparent hiatus in global warming?

 

Sarebbe interessante andare a cercare le dichiarazioni dei cosiddetti esperti di qualche anno fa, così, giusto per vedere cosa dicevano delle temperature medie superficiali. Comunque, il lavoro di Trenberth e Fasullo rappresenta indubitabilmente una novità, se non altro per la volontà di confrontarsi con un tema alquanto indigesto per un certo settore della comunità scientifica, quello della correlazione/rapporto causale tra la concentrazione di gas serra in atmoefera e temperatura del pianeta che continua ad essere piuttosto altalenante.

 

In questo lavoro leggiamo anche che le dinamiche oceaniche, soprattutto la PDO, ossia l’Oscillazione Decadale del Pacifico, avrebbero un ruolo importante nelle oscillazioni della temperatura. Anche questa è una novità, sebbene questo ruolo sia sommariamente definito come amplificante o mitigante secondo una unità di misura sconosciuta il “somewhat” (in qualche modo), sulla quale ci piacerebbe davvero sapere quacosa di più, a parte il fatto che rischia di persistere per un altro paio di decadi almeno.

 

Più precisa invece la determinazione del ruolo del Sole, altro elemento di  disturbo delle dinamiche climatiche che fino a ieri era insignificante, poi avrebbe contribuito a mitigare il riscaldamento globale prendendosi le ferie e poi, più di recente sarebbe tornato a sommare la propria azione a quella delle nefande attività umane. Riguardo questo rinnovato vigore, supportato nell’articolo da un riferimento bibliografico di recente sottomissione sempre a firmna di Trenberth, vale forse la pena ricordare che in occasione dello stesso meeting dell’AGU in cui è stato presentato l’articolo che stiamo commentando, i fisici solari più accreditati si sono espressi così:

 

Nessuno tra quanti sono in vita ha mai visto un ciclo così debole

 

Il che significa almeno 100 anni. Come del resto nessuno tra quanti sono in vita aveva mai visto cicli solari forti come quelli della fine del secolo scorso. Ma il fatto che in concomitanza con quei cicli il pianeta si sia scaldato per smettere di farlo al loro deciso indebolimento non è evidentemente un’evidenza del ruolo più importante del loro impatto sul clima, oppure sì?

 

Resta poi sempre da capire come mai lo scioglimento dei ghiacci di uno dei poli sia una prova di diverso manifestarsi del global warming e il contemporaneo aumento dei ghiacci dell’altro sia una semplice bizzarria climatica, ma forse se avessi tempo e voglia di andare a leggere tutti i 36 riferimenti bibliografici dell’articolo potrei capirci qualcosa di più, soprattutto perché 12 sono proprio dello stesso Trenberth.

 

Tra le altre cose (parecchie ma vi rimando all’articolo per saperne di più) Trenberth e Fasullo trovano anche il tempo di accusare i cosiddetti “negazionisti” di fare cherry picking, cioè di scegliersi appositamente i periodi da esaminare per sostenere le proprie tesi. In effetti, lo stop al global warming non è arrivato proprio mentre loro ci dicevano che sarebbe continuato ad libitum, per cui si poteva anche far finta di niente e lasciare la ciliegina sulla torta.

 

Insomma, questo articolo di Trenberth e Fasullo, sembra proprio voler da un lato continuare a sostenere ciò che non è più sostenibile, ossia che il ruolo delle attività umane sia preponderante, e dall’altro un inizio di cambiamento dell’orientamento. Se continua così, tra qualche anno, se per caso non dovessimo essere andati tutti arrosto, qualcuno potrà dire anche il più classico dei “te l’avevo detto”. Per adesso, tuttavia, registriamo anche che pare che periodi di circa 15 anni di stasi delle temperature fossero previsti e prevedibili, per cui la teoria, per ora, galleggia. Se diventeranno venti sarà nell’ordine colpa del Sole, della PDO, del calore nelle profondità oceaniche etc etc, mai, naturalmente, della teoria che è sbagliata.

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Published inAttualità

13 Comments

  1. max pagano

    fatevi due risate:

    http://www.drexel.edu/now/news-media/releases/archive/2013/December/Climate-Change/

    in realtà c’è poco da ridere…..

    il grafico in basso grafico riassumerebbe (il condizionale è mio) il numero, la quantità di denaro spesa e gli Istituti che hanno finanziato i negazionisti o gli scettici dell’Anthropogenic Global Warming (AGW) o riscaldamento globale. Il grafico è il risultato di uno studio condotto dal sociologo dell’ambiente della Drexel University Robert J. Brulle (PhD), e rappresenta il primo lavoro peer reviewed (revisionato dai pari) che chiarisce chi e quanto hanno ricevuto tra il 2003 e il 2010, gli Enti che negano il riscaldamendo globale causato dall’uomo. “Not Just the Koch Brothers: New Drexel Study Reveals Funders Behind the Climate Change Denial Effort”. A new study conducted by Drexel University environmental sociologist Robert J. Brulle, PhD, exposes the organizational underpinnings and funding behind the powerful climate change countermovement. This study marks the first peer-reviewed, comprehensive analysis ever conducted of the sources of funding that maintain the denial effort.

    ah, buon natale 🙂

    • Claudio Costa

      in particolare trovo esplicativa la fig 7 cito bob tisdale “The climate models cannot simulate the observed rate of warming during the early warming period (1914-1945), which warmed at about the same rate as the recent warming period (1975-2012). This illustrates that global surface temperatures can warm without being forced — unlike climate models which must be driven by the natural and anthropogenic forcings used as inputs. And the similarities between the observed warming rates during the early and late warming periods indicate that the much higher anthropogenic forcings during the late warming period had little impact on the rate at which
      observed temperatures warmed.

      In other words, the climate models and data do not support the hypothesis of anthropogenic forcing-driven global warming; they contradict it”

    • Franco Zavatti

      probabilmente è vero, come lo è tutti imesi. NOAA pubblica un commento del genere che amplifica gli aumenti di temperatura e minimizza le diminuzioni, in genere prima di pubblicare il dato ufficiale (che fino a questo momento non è disponibile).
      Il 3 settembre scorso ho dovuto scrivere a John M Kobar
      per chiede che fine avevano fatto i dati di luglio che allora sarebbero dovuti uscire a metà agosto.
      Mi ha risposto dicendo che i dati erano disponibili, salvo il fatto che aveva messo in rete i valori di luglio 2012! Solo dopo un altro mail ha corretto il tutto. Allora, finchè non vedo i numeri mi fido poco.
      Comunque, dopo una lunga salita delle temperature, dobbiamo aspettarci che i valori siano alti confrontati con quelli dei mesi o degli anni precedenti, ma l’informazione vera è che le temperature non crescono almeno dal 1997 e che quindi questi valori “alti” sono nettamente più bassi di quelli attesi, prolungando i valori misurati fino a 15 anni fa. Scxusa l’esempio stupido, ma se misuro la temperatura dell’acqua bollente, la notizia non è che questa temperatura è superiore a quella dell’acqua fredda, ma che all’ebollizione la temperatura non cresce più finchè non è terminato il passaggio di stato.

    • Franco Zavatti

      da due anni scarico ogni mese le anomalie da
      ftp://ftp.ncdc.noaa.gov/pub/data/anom/monthly.land_ocean.90S.90N.df_1901-2000mean.dat
      e i dati attuali (ore 14:55) sono:
      2013 6 0.6405
      2013 7 0.6078
      2013 8 0.6067
      2013 9 0.6279
      2013 10 0.6286
      2013 11 -999.0000

      leggerente diversi da quelli likati da te
      GLOBAL Land-Ocean Temperature Index in 0.01 degrees Celsius base period:
      1951-1980
      sources: GHCN-v3 1880-11/2013 + SST: ERSST 1880-11/2013
      using elimination of outliers and homogeneity adjustment
      Notes: 1950 DJF = Dec 1949 – Feb 1950 ; ***** = missing

      2013 63 51 60 48 56 60 52 61 73 60 77***** *****
      Year Jan Feb Mar Apr May Jun Jul Aug Sep Oct Nov Dec

    • Alessandro

      che è stato il novembre più caldo da quando si rilevano le temperature (oceaniche e di terra insieme) è vero,

      ma è sbagliata l’ipotesi finale, infatti il 2013 sarà meno caldo del 2010. Saluti

  2. Sbaglio o comunque questo toglie la terra sotto i piedi di certi che ancora si affannavano a negare l’esistenza stessa della pausa?

    @Pino Non è necessariamente come dici tu (premetto che sono un altro profano e potrei dire cazzate 🙂 ). L’effetto serra può certamente essere molto intenso, in funzione della concentrazione di gas serra, tanto da rendere insignificante il Sole (così è su Venere, per esempio). Nel caso dell’AGW, secondo i sostenitori, l’effetto sarebbe invece di pochi gradi, molto meno della variabilità stagionale in molte parti della Terra (a cui comunque si sommerebbe), ma quei pochi gradi “fissi” avrebbero grandi effetti (perché ci siamo noi umani con le nostre infrastrutture e siamo abituati ad una certa stabilità su un orizzonte temporale di qualche decennio; altrimenti la Terra non si farebbe grandi problemi).

    Questo, ovviamente, per rimanere ad una discussione molto grossolana.

    • giovanni p.

      In ogni caso prima di azzardare ogni paragone climatico e non, tra Terra e Venere ricordiamoci che:
      1) Venere é piu vicina al Sole rispetto alla Terra di circa 50 milioni di Km
      2) Atmosfera di Venere 95 % circa di CO2, atmosfera della Terra circa 400 p.p.m. CO2
      3) Pressione atmosferica Venere circa 5 atmosfere terrestri ( se non ricordo male, in ogni caso superiore a quella terrestre). Se non erro comprimento un gas si aumenta anche la sua temperatura o forse anche le leggi fisiche sono state cambiate?
      Giusto per evitare di paragonare lucciole e lanterne.
      Per quanto riguarda l’AGW e i suoi sostenitori a me pare che invece essi sostengano proprio che grazie agli effetti di retroazione positiva basta aumentare di 1 grado la temperatura media per innescare un riscaldamento progressivo che ci farà bruciare all’inferno ( su Terra), ma grazie alle successive retroazioni negative dopo aver bruciato ci congeleremo, questo é il sintesi il pensiero scientifico dei pro AGW.

    • Fabrizio Giudici

      “Giusto per evitare di paragonare lucciole e lanterne.”

      Ho scritto “in funzione della concentrazione di gas serra” e ho fatto l’esempio di Venere proprio per indicare una situazione totalmente differente da quella della Terra.

      “basta aumentare di 1 grado la temperatura media per innescare un riscaldamento progressivo che ci farà bruciare all’inferno ”

      Bisogna definire cosa intendiamo per AGWari: certamente c’è anche chi ha detto cose di questo tipo, ma direi che l’IPCC è il punto di riferimento ufficiale e parla di aumenti di temperatura previsti per fine secolo di pochi gradi, insistendo sulla pericolosità che anche questi pochi gradi potrebbero fare.

  3. Pino

    “Ma il fatto che in concomitanza con quei cicli il pianeta si sia scaldato per smettere di farlo al loro deciso indebolimento non è evidentemente un’evidenza del ruolo più importante del loro impatto sul clima, oppure sì?”
    Questa frase, da profano, mi fa riflettere, e faccio un ragionamento logico e non scientifico (chiedendo venia per le possibili castronerie che potrei dire); il ragionamento logico è il seguente:
    se i gas serra avessero tutta questa influenza sulle temperature del pianeta, al punto da innalzarle, e se il Sole ne avesse così poca perché continuano a esistere le stagioni, le escursioni termiche da giorno a notte, le differenze di clima tra le varie zone della Terra?
    Cioè, se i gas serra avessero questa potenza, la temperatura dovrebbe essere più o meno sempre costante a prescindere dalla luce (e dunque di notte e giorno), dovrebbe essere costante a prescindere dalla distanza dal Sole dovuta alla rivoluzione (e dunque, oltre a differenze tra notte e giorno, non dovrebbero essercene tra estate e inverno, ma dovrebbe esserci una temperatura costante mantenuta solo dai gas serra), dovrebbe esserci una temperatura uniforme e più calda anche ai poli (e non ghiaccio).
    Insomma, se i gas serra sono così diffusamente in tutto il mondo e hanno questa capacità di riscaldare il clima, come si spiega che esistano ancora differenze di stagioni, di notte e giorno, e tra poli e equatore? Si spiega ammettendo che per quasi la totalità il clima globale sarebbe determinato dal Sole e non dai gas serra, o sbaglio?
    La vedrei piuttosto come una questione di logica, prima che scientifica.

  4. giovanni p.

    Non ho capito se Fasullo sia l’articolo o l’autore

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