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Cina e Asia tra la PEG e l’Optimum Medioevale, l’ENSO, l’AMO e la NAO fecero la differenza

Cina e Asia, perché occuparci di realtà meteorologiche così lontane da noi? Semplice, perché sono a est e quello che arriva lì, bene o male, prima è passato di qua.

Accade così che le dinamiche di lungo periodo della NAO (North Atlantic Oscillation) e l’AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation), pare abbiano avuto un ruolo nel battere il tempo di lunghi periodi di maggiore umidità o siccità nell’estremo oriente, insieme ad un altro driver, l’ENSO che con l’alternanza della prevalenza di El Niño e La Niña, avrebbero finito per fare la differenza tra due opposte fasi climatiche, appunto il Periodo Caldo Medioevale e la Piccola Età Glaciale.

Di questo si parla in un paper di fresca pubblicazione:

Hydroclimatic changes in China and surroundings during the Medieval Climate Anomaly and Little Ice Age: spatial patterns and possible mechanisms 

Dall’abstract:

Allo scopo di comprendere il possibile meccanismo connesso con le variazioni di umidità dirante l’MCA e la LIA, si analizzano le più importanti dinamiche delle SST ed atmosferiche (El Niño/Southern Oscillation (ENSO), l’Atlantic Multidecadal Oscillation (AMO) e la North Atlantic Oscillation (NAO)) che influenzano le variazioni di umidità/precipitazioni nella regione in esame, utilizzando sia dati strumentali che serie ricostruite. Si trova che l’ENSO potrebbe avere un ruolo importante nel determinare la variabilità idro-climatica sulla Cina e i suoi dintorni a scala temporale multi-centenaria; e che i conseguenti pattern spaziali potrebbero essere attribuiti alle condizioni di La Niña (El Niño) durante l’MCA (LIA). Inoltre, l’AMO e la NAO potrebbero dare il loro contributo.

Sarà, ma sento odore di variazione della latitudine di scorrimento del fronte polare. Da investigare. Per ora buona domenica.

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Published inAttualità

2 Comments

  1. Luigi Mariani

    Guido, giustamente tu chiami in causa la posizione del fronte polare che è l’elemento circolatorio chiave per determinare il clima alle medie latitudini e per inciso Lamb ha scritto moltissimo sull’argomento.
    Invece nell’abstract (che poi è quello che degli articoli scientifici viene più letto), spicca la frase iniziale “Investigating hydroclimatic changes during key periods such as the Medieval Climate Anomaly (MCA, 1000e1300 AD) and the Little Ice Age (LIA, 1400e1900 AD) is of fundamental importance for quantifying the responses of precipitation to greenhouse gas-induced warming on regional and global scales.”
    Ma cosa diamine c’entra il “greenhouse gas-induced warming” con L’optimum medioevale e la LIA?
    Scorrendo l’articolo ci si accorge che non c’entra quasi nulla, se non per l’ultima frase dell’articolo, che è la seguente:
    “The response of hydroclimatic variations to temperature change during the MCA are the inverse to that which has obtained during the last 50 years. This phenomenon may be the result of differences in the impacts of natural and anthropogenic forcing on the distribution of precipitation. Understanding of the interaction of ENSO, AMO and NAO and their relative roles in determining centennial-scale hydroclimatic changes in the study region may be improved by the availability of more high-resolution proxy records, synthesis studies and numeric modeling efforts.”
    In sostanza dunque i sagaci autori ci dicono che poiché la risposta degli ultimi 50 anni delle precipitazioni all’aumentare delle temperature è diversa da quella che si ebbe nel periodo medioevale si può arguire che ci sia lo zampino umano. Francamente trovo l’affermazione sconcertante perché:
    1. le precipitazioni hanno rilevantissime componenti di mesoscala che sfuggono all’analisi condotta dagli autori e basata su indici di macroscala (NAO, ENSO, ecc.).
    2. le reti pluviometriche odierne fanno acqua da tutte le parti, per cui capire dove vadano le precipitazioni è impresa sempre più ardua
    3. capire come andassero le precipitazioni nel medioevo sulla base di proxies è ancora più proibitivo.
    Ciò detto mi pare che se nei lavori scientifici si stesse ai dati evitando voli pindarici si farebbe un gran servizio alla scienza ed alla collettività.
    Colpisce peraltro che i referi, che dovrebbero essere garanti del fatto che l’abstract sia coerente rispetto ai contenuti del lavoro, abbiano fatto passare una simile perla.

  2. Luigi Mariani

    Noto che l’optimum climatico medioevale (optimum perché grazie al clima più mite la popolazione europea raddoppiò nel giro di un secolo o poco più, consentendo la transizione dai secoli bui dell’alto a quelli assai più floridi del basso medioevo) viene ora chiamato MCA (Medieval Climate Anomaly).
    Ogni commento è superfluo.

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