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Tag: Periodo Caldo Medioevale

Le Temperature dell’Oceano Pacifico negli ultimi 10.000 anni

Negli ultimi 10000 anni l’oceano pacifico è stato quasi sempre più caldo (e dunque più ricco di energia) rispetto ad oggi,  con l’unica eccezione della piccola era glaciale. Inoltre l’optimum climatico medioevale (MWP) e la piccola era glaciale (LIA) sono stati  eventi globali. Queste alcune fra le conclusioni più salienti dell’articolo oggetto di questo breve commento, conclusioni rispetto alle quali è d’obbligo comunque mantenere un atteggiamento prudente.

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In un lavoro uscito pochi giorni orsono su Science a firma di Rosenthal et al. (2013) si analizzano le temperature oceaniche di superficie – Sea Surface Temperatures SST – e dello strato sottosuperficiale – Intermediate Water Temperature IWT (a 500 m e fra 600 e 900 m di profondità). Rosenthal et al. hanno operato in Indonesia nella zona dello Stretto di Makassar e del mare di Flores (figura 1), un’area oceanica nota nel suo complesso come Indonesian Troughflow e che a detta degli autori è fra le più rappresentative in assoluto rispetto al contenuto energetico oceanico globale.  Più nello specifico gli autori hanno analizzato il rapporto fra magnesio e Calcio presente nei foraminiferi bentonici  Globigerinoides ruber (D’Orbigny, 1839) e Hyalinea balthica (Schröter, 1783), il primo rappresentativo per lo strato superficiale ed il secondo per quello sottosuperficiale giungendo a ricavare dati di temperatura riferiti agli ltimi 1000 anni e dunque all’intero Olocene.

 

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Divergenza addio! Et conseguenze.

C’è una  novità ( Esper 2012, qui su CM) sui metodi di analisi delle temperature del passato che riescono a smussare la divergenza restituendoci un periodo caldo medioevale più che mai nitido e marcato. La divergenza si manifesta tra la temperatura stimata dagli anelli di alcuni alberi nelle ultime decadi che risulta essere inferiore a quella strumentale. Il problema fu risolto da Mann tagliando le serie che presentavano la divergenza e innestando il dato strumentale. Questo metodo, oltre che essere sbagliato, sottostima pesantemente il periodo caldo medioevale.

Il noto paleoclimatologo Jan Esper e i suoi coautori per ricostruire le temperature del passato hanno analizzato la densità degli anelli degli alberi (MXD), oltre alla larghezza degli anelli, (TRW). Il nuovo metodo è stato testato solo su serie prvenieenti dalla Scandinavia e smussa la divergenza degli ultimi decenni alzando di fatto la stima della temperatura nel periodo caldo medioevale e in quello romano. E’ però altamente probabile che tutte le ricostruzioni delle Temperature che hanno presentato il problema della divergenza finora, se rifatte con questo nuovo metodo finiscano per alzare la stima del periodo caldo medioevale ovunque, perchè se la divergenza c’è negli ultimi decenni c’era anche nel medioevo e se la stima si alza negli ultimi decenni si alzerà anche nel medioevo.

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Nature Climate Change: Prima faceva più caldo. Chissa’ il team come la prenderà.

Il team non è la nazionale di calcio spagnola, con la quale sconsiglierei a chiunque di misurarsi per qualche anno ancora. Il team, o meglio il CRUTeam, è quel gruppo di scienziati del clima che fa capo alla Climatic Research Unit della East Anglia University, zoccolo duro del Working Group I dell’IPCC, il panel ONU che ogni tot anni ci dice come siamo messi in fatto di clima.

Dal CRUTeam, anche noto come hockey team, per aver prodotto e sponsorizzato la famosa ricostruzione delle temperature medie degli ultimi mille anni con la classica forma del bastone da hockey, abbiamo saputo che le temperature medie superficiali degli ultimi decenni sarebbero senza precedenti. Ergo, nel trend climatico di medio periodo, ci sarebbe senza dubbio lo zampino dell’uomo.

Ma, guarda cosa ti va a capitare, un gruppo di ricercatori si mette in testa di assemblare una serie di dati di prossimità per la temperatura, fitta e lunga come mai prima era stato fatto. Non solo, pensano anche di mettere in relazione questa serie con la forzante orbitale, uno dei parametri che sappiamo essere tra quelli che nel lungo periodo dettano legge in materia di temperatura.

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Una verità sconveniente

E’ strano come certi slogan possano realmente ritorcersi contro chi li usa. Il riferimento, il lettori di CM lo sanno, è alla verità sconveniente proclamata a gran voce dai seguaci della catastrofe climatica prossima ventura.

Quella che sta succedendo e soprattutto che succederà, è una assoluta novità per questo Pianeta. Non ha mai fatto tanto caldo, il mare non è mai salito così velocemente, non è mai piovuto così tanto o così poco etc etc. Mai, mai, mai, questo è il mantra.

Come fare a dire mai? Bisogna guardarsi indietro, cercare, scoprire, esporre, documentare. Sotto dunque a cercare dati di prossimità per le temperature, qualcosa che possa farci capire come sono andate le cose in passato e aiutarci a fare il paragone con il presente e già che ci siamo, anche con il futuro.

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Tutta colpa di quei dannati vulcani!

La Piccola Età Glaciale (LIA), un periodo di significativo raffreddamento del Pianeta durato alcuni secoli a partire dalla fine del 1200 sarebbe stata innescata da un periodo di intensa attività vulcanica, con massiccia espulsione di solfati, schermatura dei raggi solari e conseguente diminuzione delle temperature. A seguire, ovviamente, aumento dell’estensione dei ghiacci, feedback positivi (cioè di ulteriore raffreddamento) dovuti all’albedo e alla circolazione oceanica e persistenza del freddo fino all’insorgere della rivoluzione industriale. Termine questo da ricordare, il perché ve lo dico alla fine del post.

Per cui, niente minimi di Maunder e Dalton nel numero delle macchie solari, niente riduzione dell’attività solare, niente forcing astronomico quindi a determinare il raffreddamento. Le cause sono state stocastiche, appunto, vulcaniche.

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Dov’è l’Hockey Stick?

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Guido Travaglini è un ricercatore dell’Università La Sapienza di Roma, Facoltà di Giurisprudenza, Istituto di Economia e Finanza. Ha pubblicato e postato sul web articoli di vario genere: macroeconomia, macrocriminologia, analisi delle componenti principali e climatologia. Ha un approccio econometrico dovuto agli insegnamenti di K.D. West (University of Wisconsin, Madison) e di M. Aoki (UCLA, Los Angeles). Il suo ultimo lavoro ha un titolo simile a quello di questo post:

Climate Change: Where is the Hockey Stick? Evidence from Millennial-Scale Reconstructed and Updated Temperature Time Series. (PDF)

Su mia richiesta ha accettato di riassumerne i contenuti per un guest post su CM. Buona lettura.

gg
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Ho di recente divulgato sul web un articolo intitolato “Climate Change: Where is the Hockey Stick? Evidence from Millennial-Scale Reconstructed and Updated Temperature Time Series”. Obiettivo dell’articolo è verificare se le temperature medie della Terra si siano significativamente modificate negli ultimi mille+ anni dando luogo ad un trend ascendente culminante nell’attuale “Global Warming” o “Recent Warming Period” (RWP), oppure abbiano manifestato fasi cicliche attorno ad un trend stazionario.

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Naufragar m’è dolce in questo mare

Sembra fosse così nel Periodo Caldo Medioevale. Si poteva anche cadere in acqua senza congelare. Non che adesso le cose vadano in modo diverso, ma a quanto pare, anche le SST – leggi temperature di superficie del mare – un migliaio di anni fa erano un po’ più alte di adesso.

Del resto, se lo era la temperatura dell’aria, poteva essere più freddo il mare? Difficile a dirsi in effetti. Ad ogni modo adesso lo sappiamo. La ricostruzione la dobbiamo ad un paper uscito pochi giorni fa:

Multidecadal variability and late medieval cooling of near-coastal sea surface temperatures in the eastern tropical North Atlantic

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Il Medioevo in Patagonia

Una delle cose che pare siano scaturite dalla rianalisi delle serie di temperatura sulle terre emerse operata dal Berkeley Group, è che in un contesto di trend in aumento a scala globale, le oscillazioni a scala spaziale più limitata appaiono in molti casi in contro-tendenza. Questo non stupisce, dal momento che le dinamiche del clima conservano ancora molti segreti, specie in termini di variazioni di medio periodo.

Il discorso appare ancora diverso a scala locale. Tuttavia, è per certi aspetti stupefacente come, anche con queste premesse, ci siano alcune informazioni tipicamente ‘locali’ che recano indelebili i segni di quelle che si ritiene siano delle variazioni climatiche di respiro globale. E’ il caso del ghiacciaio Jorge Montt in Patagonia. In questo studio

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Periodo Caldo Medioevale: A volte ritornano

Quanto sono state ampie le oscillazioni della temperatura media globale negli ultimi mille anni? Molto poco, secondo chi sostiene che la brusca impennata che hanno…

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