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Fuori tema…ma non più di tanto

Alcuni giorni fa mi sono imbattuto in un articolo nel quale si metteva in risalto, non proprio condividendolo, un voto recente della Commissione Europea in materia di destinazione d’uso dei fondi stanziati per gli aiuti al continente africano. In sostanza si è votato a larga maggioranza perché l’Unione Europea non partecipi all’Alliance for Food Security and Nutritions  che il G8 ha definito recentemente. A promuovere la decisione della UE, il Green Party europeo e molte NGO specializzate nell’attività di lobbying presso la Commissione. Evidentemente, nella sede unitaria del vecchio mondo, si ritiene che l’Africa possa uscire dall’endemica situazione di difficoltà attraverso la promozione degli orti familiari e non con lo sviluppo di un’agricoltura di larga scala in grado di nutrire sul serio.

L’articolo è qui sotto, mentre questo è il tweet con cui l’ho rilanciato.

How to starve Africa: Ask the European green party

La decisione non stupisce, perché a quanto pare è condivisa addirittura dalle organizzazioni sovranazionali che si occupano (o si dovrebbero occupare) di questi problemi, come ad esempio la FAO.

L’Italia, non stupisce neanche questo, è purtroppo in prima fila nel sostenere queste strane pratiche di aiuto al contrario. Oggi vi invito infatti a leggere l’articolo pubblicato da Luigi Mariani su Agrarian Science. Si parla di Slow Food, o, meglio, del suo fondatore, Carlo Petrini, che la FAO ha recentemente nominato proprio ambasciatore speciale in Europa per l’iniziativa Fame Zero.

La resistibile ascesa di Carlo Petrini

Spero che la segnalazione vi faccia cosa gradita. Temo che gli argomenti trattati però siano di quelli che fanno cambiare umore.

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Published inAmbienteAttualità

4 Comments

  1. Luigi Mariani

    Caro Guido, grazie anzitutto per aver divulgato il mio scritto.
    Riguardo poi alla tua segnalazione devo precisare che non ho niente contro gli orti ma la storia dell’agricoltura ci dice che le popolazioni africane fanno orticoltura da millenni e spesso ad altissimo livello, per cui non vedo come possiamo essere loro d’aiuto.
    Rilevo invece che i tassi di auto-approvvigionamento di derrate del continente africano sono oltremodo deludenti, tant’è vero che se consideriamo 300 kg di cereali per anno come la soglia di sufficienza per un essere umano, tale soglia è oggi superata a livello produttivo da Europa, Asia, America e Australia ma non dall’Africa la cui produzione pro-capite di soli 180 kg di cereali.
    Mi domando allora se la UE conosca questi dati, perché gli stessi ci dicono che esiste uno spazio enorme per creare un tessuto di piccole e medie aziende agrarie per far finalmente decollare la produzione di cibo, e qui mi riferisco alle grandi commodities come riso, frumento, mais, sorgo, che decollano solo se si impiegano mezzi tecnici adeguati (sementi, concimi antiparassitari, ecc.), proprio quello che le lobby ambientalistiche vedono come fumo negli occhi.
    Luigi

    • I miei complimenti, ragionamento degno di un sostenitore delle lobbies chimico-agroalimentare.
      Chi finanzia le vostre attività di blogger e di ricercatori, la Monsanto forse?! Sham oan ye!!

    • È più tipico pensare che le idee debbano essere finanziate e non possano essere solo frutto di conoscenza.
      Magari vorrai illuminarci con le tue, che saranno sicuramente frutto di libero pensiero.
      Ad esempio, quale ritieni sia la ricetta giusta per nutrire gli attuali 7 mld di esseri umani e i futuri 9? L’orto dietro casa?
      gg

  2. Sergio

    La verità fa male e l’articolo del Dott Mariani come minimo mi ha messo di malumore, lo ringrazio sempre, però, per aver condiviso con noi le sue conoscenze e la sua grande onestà intellettuale.

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