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Effetto Farfalla

La potenza della Farfalla

è l’Attitudine al volo

che le concede Prati di Maestà

e Volteggi facili nel Cielo.

Emily Dickinson

 

Chi può dirsi davvero insensibile al fascino di una farfalla? È un essere incredibile che vive su molteplici paradossi: leggiadro e fragile, pare spacciato di fronte ad una qualsiasi brezza d’aria eppure se la cava benissimo in mezzo al vento teso. È elegante e colorato, ma il suo vivace aspetto si fonda su una spolverata di pigmenti che non resistono alla ditata di un bimbo. Per non parlar poi della sua nascita assurda, a partire dalla brodaglia di molecole organiche apparentemente informe in cui si è disfatta la precedente vita di bruco. Non c’è da meravigliarsi se nei millenni le farfalle hanno ispirato i poeti, originato miti e leggende, suggerito interpretazioni dell’eternità.

Come se non bastasse, certe specie migrano in grandi quantità, trasformando un esserino non più grande del palmo di una mano nel protagonista di uno spettacolo della natura. In California, per esempio, è nota la migrazione delle farfalle Monarca, dal Messico al Canada, motivo di festa per i nativi ed attrazione per i turisti di tutto il mondo.

Ma ora, dopo questa introduzione leggiadra, devo drammaticamente riportare il lettore alla dura realtà… Perché anche questo spettacolo della natura è in grave pericolo: anzi, potremmo dire che in alcune aree del mondo è praticamente spacciato. Da più di dieci anni vari studi scientifici suonano la campana a morto per le eteree creature californiane [1], ovviamente a causa… del Climate Change (sì, può essere che altri fattori siano coinvolti, come l’urbanizzazione e certe pratiche agricole, ma un po’ come il Sole per l’impatto sul clima terrestre è “evidente” che questi sono del tutto marginali).

Prendiamo per esempio la vanessa del cardo (Vanessa cardui), specie diffusa in tutto il mondo e protagonista, in California, di una migrazione notevole, anche se non così spettacolare come quella della “cugina” Monarca. I californiani ci dicono che la “painted lady” vola in linea retta fino a sfiorare i quaranta chilometri orari ed è un vero spettacolo se, per gratuito dono del Cielo, vi trovate a pedalare in bici lungo una strada proprio nel mezzo di uno sciame in migrazione e riuscite a tenere la sua velocità.

Ecco che le vanesse californiane in migrazione erano un miliardo nel 2005, poco più di trecentomila nel 2017 e, tragicamente, solo venticinquemila l’anno scorso. Un fato apparentemente segnato: allora Greta ha ragione? Tra le altre cose, stiamo rubando le farfalle alle generazioni future?

Però poi succede che la realtà non si adegua alle previsioni e così – è notizia degli ultimi giorni – in questo 2019 le vanesse del cardo californiane stanno migrando a milioni (da una stima preliminare fatta dagli stessi studiosi che ne avevano denunciato il declino). Al che succede che quelli come il sottoscritto, che non sono certo entomologi, avendo al massimo qualche libro in casa sul riconoscimento delle farfalle europee, iniziano a porsi domande.

Per esempio: ma è possibile che si passi da venticinquemila esemplari a qualche milione nel giro di un anno? Certo, una farfalla depone grandi quantità di uova e i numeri relativi alla successiva generazione sono funzione dell’impatto dei predatori e della disponibilità di cibo; ma questo giustifica un fattore superiore a 40x da un anno all’altro? Viene il solito dubbio: qual è il margine d’errore sulle misure? Perché è già successo di leggere di colonie di milioni di pinguini spuntate dal nulla [3], e i pingui pinguini sono certamente più facili da individuare delle piccole farfalle. Cercando su altre fonti [4] si scopre che:

There’s some mystery there, because it’s really unknown by scientists how frequently they migrate at high altitude. We may be missing some of the picture because they fly quite high.

E così è comparsa la parola magica: unknown. Forse non le contano bene, perché non conoscono bene tutte le rotte migratorie?

Ma procediamo. Si apprende, sempre dal LA Times, che:

The life cycle of these hardy butterflies is still a bit fuzzy, but scientists believe that each winter the entire Western population retreats to the California desert to wait for the rains to come. “Once it rains, and the plants start to germinate, they breed like crazy,” Shapiro said. “So where it rains is where they breed.” This winter, the rains fell long and hard.

Scusate, mi sono perso qualcosa? “Quest’inverno la pioggia è caduta pesantemente e a lungo”? Ma in California non c’era una siccità devastante e perdurante da molto tempo [5], tanto che aveva scatenato vasti e disastrosi incendi? La peggiore siccità negli ultimi milleduecento anni [6]?

Si cerca ancora e si scopre che [7]:

“I bacini delle riserve sono pieni, i laghi sono tornati ai livelli normali, i corsi d’acqua fluiscono e c’è neve in abbondanza”, ha spiegato Jessica Blunden, climatologa del National Climatic Data Center. “La siccità è ufficialmente finita, in California, grazie agli ultimi due anni di inverni particolarmente ricchi di precipitazioni”.

E com’è che non ce l’hanno detto? E poi tutto questo era… (ah ah) previsto? La fine della siccità californiana era scritta nei ripieghi di un qualche modello climatico? Mi pare di ricordare che qualcuno abbia sostenuto che sarebbe durata decenni.

Tornando al nostro simpatico lepidottero, mi pongo una seconda domanda: da quanto tempo sono disponibili le statistiche sulla vanessa del cardo californiana? Non è che ci hanno descritto, come al solito, un trend di decrescita lineare per via di una limitata finestra temporale, mentre il fenomeno è soggetto ad oscillazioni cicliche (così come avviene per i parametri del clima terrestre)? Forse la risposta si trova [4]:

A lot of butterfly booms are cyclical, but this one is really driven by rains. In a year with more rain, we would anticipate another large migration.

Insomma, pare – come sempre – che l’uomo preveda e la natura proceda per altre strade.

Per non dire che certe previsioni sono molto strane… Nel 2012 alcuni gruppi di ambientalisti proposero lo smantellamento di un grande invaso artificiale vicino alla valle di Yosemite [8]: come è possibile che, forti dei modelli AGW, non videro la siccità incombente? Chi teme la siccità non propone certo di smantellare le riserve d’acqua esistenti.

PS Che il cambiamento climatico c’entri poco con gli incendi in California è stato detto da molti [9] e anche da ClimateMonitor. Ma si sa, noi siamo negazionisti incalliti, assolutamente inaffidabili.

____________________________________

NB: l’immagine di apertura viene da Wikimedia Commons: By Hsu Hong Lin from 南投縣集集鎮, 中華民國 – 310姬紅蛺蝶3(李榮芳攝), CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=64436190

[1] https://news.mongabay.com/2006/05/california-butterflies-disappear-climate-change-have-impact/

[2] https://www.latimes.com/science/sciencenow/la-sci-sn-butterflies-desert-explosion-20190312-story.html

[3] https://www.repubblica.it/ambiente/2018/03/02/news/trovata_colonia_di_pinguini_adelia-190212829/

[4] https://goldrushcam.com/sierrasuntimes/index.php/news/local-news/17877-ucla-aflutter-over-the-painted-lady-butterflies-effect

[5] http://www.meteoweb.eu/2018/11/incendi-california-siccita-cambiamenti-climatici/1180283/

[6] https://www.centrometeoitaliano.it/scienza-e-tecnologia/california-la-peggiore-siccita-degli-ultimi-1200-anni-a-dirlo-solo-le-secolari-querce-blu-09-12-2014-23216/

[7] http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Storie-americane-in-California-finita-la-lunga-siccita-forse-in-arrivo-Arkstorm-69deb06b-5572-409b-b3a8-4de449d5ee7b.html

[8] https://ballotpedia.org/San_Francisco_Hetch_Hetchy_Reservoir_Initiative,_Proposition_F_(November_2012)

[9] http://www.lanuovabq.it/it/se-la-california-brucia-non-e-per-il-riscaldamento-globale

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Published inAttualità

9 Comments

  1. Fabrizio Giudici

    Comunque del Corriere non ci si può fidare neanche per le cose spicciole… il video che hanno pubblicato ha per protagonisti le farfalle monarca, non le vanesse del cardo…

    • Massimo Lupicino

      Da quando l’Open Society e’ entrata in redazione e’ diventato semplicemente illegibile. Meglio non sapere che leggere un giornale del genere.

  2. Fabrizio, davvero un bel post! Mi associo agli altri per i complimenti.
    Per conto mio, ho imparato un po’ di cose interessanti di cui avevo, al più, qualche sospetto. Grazie. Franco

  3. Massimo Lupicino

    Fabrizio, gran bel post complimenti! 🙂

  4. Fabrizio Giudici

    Si, e’ possibile.

    La ciclicità è il punto importante e siamo d’accordo. Ti ringrazio per il diagramma perché completa molto bene il senso dell’articolo.

    In seconda battuta, però, è quel fattore 40x (e forse superiore) che mi incuriosisce. Vista la grande quantità di uova che producono gli insetti, probabilmente è ok. Ma mi piacerebbe leggere approfondimenti sui margini di errore di certe misure (sarà una mia fissazione…). 😉

  5. robertok06

    @fabrizio

    “ma è possibile che si passi da venticinquemila esemplari a qualche milione nel giro di un anno?”

    Si, e’ possibile. Ho un vecchio amico, che purtroppo non vedo molto recentemente, che si occupa di cose come questa… e mi ha fatto notare che….
    http://www.math.psu.edu/tseng/class/Math251/Notes-Predator-Prey.pdf

    … le equazioni che regolano le popolazioni di predatori e prede portano, come si vede chiaramente sul sito da me linkato, a sistemi di equazioni non-lineari (guarda un po’, come quelle che descrivono l’atmosfera della terra… che caso, no? 🙂 ).

    Ovviamente le soluzioni non sono uniche, non c’e’ una popolazione di equilibrio, ma una variazione ciclica, a parita’ di condizioni… anche senza bisogno di interventi esterni (antropici).

    Ciao, bel intervento! 🙂

    Immagine allegata

  6. Alessandro

    Nel 2007 dicevano che gli orsi polari erano in via di estinzione e invece dagli anni ’60 oggi sono quadruplicati:
    https://susancrockford.com/non-fiction-titles/
    Sarà grazie alla CO2 che è in costante aumento dagli anni ’60?

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