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Mendeleev bigamo e altre storie – La tavola periodica degli elementi in un libro non scolastico

C’era una volta un giovanotto inglese, ma con la madre d’origini italiane. Dopo aver partecipato alla spedizione dei Mille, si diede a classificare gli elementi chimici. Prima di lui, con quello stesso compito si era cimentato un tedesco, che fra l’altro inventò l’accendisigari. È piena di curiosità la storia di quella tabella — la tavola periodica — che tutti studiano a scuola, magari senza afferrarne la portata pratica e intellettuale. La curiosità maggiore e più imprevedibile? Chi centocinquant’anni fa lanciò davvero la tavola periodica, il russo Dmitrij Mendeleev, era un tipo molto particolare: chioma incolta come i futuri hippy e — udite, udite! — bigamo. Sì, nella Russia zarista riuscì a far carte false, tanto da avere contemporaneamente due mogli.

Questo e altro ci racconta Gianni Fochi nel suo nuovo libro popolare “L’avventura periodica”. Dopo esser stato nell’arco della sua carriera ricercatore industriale e universitario, al politecnico di Zurigo e alla Scuola Normale Superiore di Pisa, Fochi è ormai in pensione e lontano dalla ricerca di laboratorio e dall’insegnamento accademico. Però questo chimico sessantanovenne continua il suo impegno di divulgatore scientifico, che molti hanno avuto modo di conoscere sotto una forma o l’altra: oltre ai libri, gli articoli in quotidiani e periodici, la produzione video, le conferenze, la partecipazione a UNO Mattina. Ha scritto anche per Climate Monitor.

A Fochi piace spulciare le pieghe storiche della scienza. Che per esempio Mendeleev fosse un tipo da premio Nobel possiamo immaginarlo; ma perché invece non ebbe quel riconoscimento è ancora “L’avventura periodica” a rivelarcelo. Per Mendeleev costituì un ostacolo insormontabile l’astio del collega svedese Arrhenius, di cui il russo aveva criticato la teoria fondamentale della dissociazione elettrolitica.

Ecco dunque un’altra dimostrazione di come la scienza non sia solo un insieme di nozioni e concetti: è fatta da esseri umani, con le loro grandezze e — perché no? — le loro miserie, talvolta anche morali. L’avventura periodica trae occasione dall’iniziativa dell’UNESCO, che ha proclamato il 2019 anno internazionale appunto della tavola periodica. La prestigiosa organizzazione dedicata alla cultura dà infatti molta importanza a quella tabella, che invece secondo i profani dovrebbe interessare semmai soltanto gli scienziati. Eppure — Fochi ci ricorda — uno dei più bei libri di Primo Levi è Il sistema periodico, intitolato secondo il vecchio nome italiano proprio della tavola degli elementi. Levi non era soltanto un grande scrittore: era chimico e provava fastidio al sentir parlare di “due culture”. La cultura — sosteneva Levi e Fochi sottoscrive — è una sola. Quello schemetto grafico apparentemente modesto, che incasella tutti gli elementi, in realtà è un concentrato di conoscenze, e, a saperlo interpretare, rende razionale il comportamento di potassio, zolfo, silicio, boro, fosforo, e così via, sino all’ultimo arrivato, l’elemento 118.

Uno schema che è stato la conquista più grande raggiunta dall’umanità nel secondo millennio: Fochi cita questa sentenza lapidaria di Oliver Sacks, il celebre neurologo autore di Risvegli (da cui il film omonimo con Robert De Niro e Robin Williams). Sacks non era un chimico, ma della tavola periodica era un vero e proprio fan.

Nel libro non manca un capitolo che piacerà molto agli studenti delle scuole superiori. L’autore li invita a farsi furbi. Imparate a usarla — scrive — la tavola periodica: v’insegno io come, in tutta semplicità. Studiare vi costerà molta meno fatica, e nello stesso tempo il vostro rendimento scolastico migliorerà proprio in una materia, la chimica, che non pochi di voi vedono come una noia e uno spauracchio.

Buona lettura, lo trovate qui: Gianni Fochi, “L’avventura periodica — Il puzzle risolto degli elementi chimici”, Bietti, marzo 2019, 140 pagg., 14,00 €

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Published inAttualità

8 Comments

  1. luigi mariani

    Caro Guido,
    la tua riflessione mi dà modo di riandare a quel che Primo Levi nel succitato libro “Il sistema periodico” scrisse a proposito della fotosintesi , osservandola dal punto di vista dell’atomo di carbonio che con due atomi di ossigeno (i suoi due satelliti) compone una molecola di CO2:

    “L’atomo di cui parliamo, accompagnato dai suoi due satelliti che lo mantenevano allo stato di gas, fu dunque condotto dal vento, nell’anno 1848, lungo un filare di viti. Ebbe la fortuna di rasentare una foglia, di penetrarvi …. Aderisce a una grossa e complicata molecola che lo attiva, e simultaneamente riceve il decisivo messaggio dal cielo sotto la forma folgorante di un pacchetto di luce solare: in un istante, come un insetto preda del ragno, viene separato dal suo ossigeno, combinato con idrogeno … L’anidride carbonica, e cioè la forma aerea del carbonio, di cui abbiamo finora parlato: questo gas che costituisce la materia prima della vita, la scorta permanente a cui tutto ciò che cresce attinge, e il destino ultimo di ogni carne, non è uno dei componenti principali dell’aria, bensì un rimasuglio ridicolo, un’”impurezza” trenta volte meno abbondante dell’argon di cui nessuno si accorge. L’aria ne contiene il 0,03 per cento : … e da questa sempre rinnovata impurezza dell’aria veniamo noi animali e noi piante, e noi specie umana, coi nostri quattro miliardi di opinioni discordi, i nostri millenni di storia, le nostre guerre e vergogne e nobiltà e orgoglio. … Ora il nostro atomo di carbonio è inserito: fa parte di una struttura, nel senso degli architetti; si è imparentato e legato con cinque compagni, talmente identici a lui che solo la finzione del racconto mi permette di distinguerli. .… E’ entrato a far parte di una molecola di glucosio, …. Viaggiò dunque, col lento passo dei succhi vegetali, dalla foglia per il picciolo e per il tralcio fino al tronco, e di qui discese fino a un grappolo quasi maturo. Quello che seguì è di pertinenza dei vinai: a noi interessa solo precisare che sfuggì (con nostro vantaggio, perché non lo sapremmo ridurre in parole) alla fermentazione alcoolica, e giunse al vino senza mutare natura… E’ destino del vino essere bevuto, ed è destino del glucosio essere ossidato. Ma non fu ossidato subito: il suo bevitore se lo tenne nel fegato per più di una settimana, bene aggomitolato e tranquillo, come alimento di riserva per uno sforzo improvviso; sforzo che fu costretto a fare la domenica seguente, inseguendo un cavallo che si era adombrato.”

    Proseguendo nella lettura si coglie il fascino che il ciclo del carbonio, che è poi il ciclo della vita, esercita su Primo Levi:

    “Potrei raccontare storie a non finire, di atomi di carbonio che si fanno colore o profumo nei fiori; di altri che da alghe minute a piccoli crostacei, a pesci via via più grossi, ritornano anidride carbonica nelle acque del mare, in un perpetuo spaventoso girotondo di vita e di morte, in cui ogni divoratore è immediatamente divorato; di altri che raggiungono invece una decorosa semi-eternità nelle pagine ingiallite di qualche documento d’archivio, o nella tela di un pittore famoso; di quelli a cui toccò il privilegio di far parte di un granello di polline, e lasciarono la loro impronta fossile nelle rocce per la nostra curiosità”.

    Per chi riflette su CO2 considerandola in primis come mattone delle vita, leggere quel che scrisse Primo Levi in tempi non sospetti è sempre di grande conforto!

    Luigi

  2. giovanni geologo

    C’é un grossolano errore di scambio di persona!.

    Non é Dmitri Mendeleev, ma John Newlands inglese, ma con la madre d’origini italiane. Dopo aver partecipato alla spedizione dei Mille, si diede a classificare gli elementi chimici.
    Newlands ha concepito per la prima volta una tavola periodica degli elementi che pero’ aveva degli errori concettuali importanti e fu per questo rifiutata a livello accademico. In seguito Mendeleev riprese la bozza di Newlands e una volta completata a livello concettuale formale e sostanziale diede origine alla tavola periodica degli elementi che tutti conosciamo.

    • Grazie Giovanni,
      un errore di editing della traccia ricevuta.
      Buona giornata,
      gg

  3. donato b.

    “Levi non era soltanto un grande scrittore: era chimico e provava fastidio al sentir parlare di “due culture”. La cultura — sosteneva Levi e Fochi sottoscrive — è una sola.”
    .
    Condivido questo concetto da anni e da anni mi batto per la caduta dello stupido “muro” tra le due culture. P. Levi è stato un esempio luminoso di chimico ed esponente di primo piano del panorama letterario italiano e non solo, ma non è un caso singolare: G. Galilei fu poeta e scrittore oltre che scienziato; Leonardo pittore e sommo scienziato; Dante che con la Divina Commedia scrisse anche la “summa” del pensiero scientifico dell’epoca, ecc., ecc..
    E per chiudere uno spunto di riflessione: come si può comprendere l’evoluzione della scienza, se la si isola dal contesto sociale e culturale di cui è espressione?
    Ciao, Donato.

  4. Rocco

    ben detto: ” gli scienziati sono esseri umani”
    e come tali soggetti ad errori, credenze, ideologie, interessi personali, fama, carriera, mistificazioni e falsificazioni.
    Però, quando qualcuno vuole giustificare una propria ideologia fa ricorso agli scienziati di turno (molto spesso della sua stessa ideologia).
    E così ci ritroviamo con teorie ideologiche (l’AGW) dove scienziati confermano il disastro che avverrà nel 2100 se non si fa “qualcosa”.
    Ricordo di scienziati, che in buona fede, Francis Galton ad esempio, che propose l’eugenetica per far “qualcosa” contro la miseria e la criminalità della società vittoriana; diceva più o meno così: “dobbiamo fare in modo che le persone degne si accoppino tra di loro ed evitare il contrario. Solo con la genetica selezioneranno individui migliori”.
    E fu una teoria ben accetta dai politici; centinaia di migliaia di persone furono castrate perchè povere, indigenti, o solo sceme. In USA, Inghilterra, Svezia….
    Ebbene si, anche il nazismo aveva solide basi scientifiche; lo dicevano gli scienziati dell’epoca.
    In tema di notizie piccanti, ricordo che Scrodingher scrisse l’equazione della funzione d’onda mentre era in compagnia di una sua vecchia fidanzata in una villa sulle Alpi Svizzere, lasciando la moglie a casa.
    Einstein, prima firmo un appello per la costruzione della bomba atomica e poi, con B. Russell, firmo un appello contro la guerra e la proliferazione nucleare.
    Gli scienziati sono uomini, volubili, interessati, alle volte anche meschini, chi è serio e chi no, ma la scienza e tutta un’altra cosa.
    Diffidare da chi dice:”Gli scienziati dicono che…”, è la stessa cosa che dire “il mio barista dice che…”, sopratutto quando è il giornalismo a fare questo errore, la stampa è in cerca di sensazionalismo, di dirigismo sociale e di copie da vendere.
    oggi, gli scienziati dicono che… c’è il riscaldamento globale; ma non la scienza, la quale sta ancora cercando di capire come funziona e quali sono le relazioni tra i vari fenomeni che contribuiscono a questo sistema dinamico complesso da cui non si possono fare previsioni in quanto è impossibile conoscere lo stato iniziale del sistema (iniziato circa 14 miliardi di anni fa, e forse ancor prima); questo dice la scienza.
    p.s. = il “qualcosa” che si sta facendo per l’ambiente è utilizzare tutti gli elementi della tavola periodica.

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