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La Natura ne sa più di noi

La Natura ne sa più di noi. Potrà apparire scontato in effetti, ma in tempi di granitiche certezze su futuro a lungo termine del clima, forse vale la pena ricordarlo. Se non bastasse ciò che appare scontato, si può sempre leggere quello che ogni tanto ci propone la letteratura scientifica.

Ad esempio, in tema di aumento della temperatura media superficiale del Pianeta e di reazione e adattamento della biosfera, è interessante leggere quanto recentemente pubblicato su Nature Communications e oggetto di commento su EurekAlert!:

Allora, mentre una certa parte della comunità scientifica continua a interrogarsi sulla reale consistenza dell’evidente rallentamento dell’aumento della temperatura del Pianeta all’inizio di questo secolo – fatto avvenuto all’insaputa di qualsiasi scenario, modello, teoria etc etc, fatto a cui sono state date decine di spiegazioni diverse, fatto che molti credenti dell’AGW paradossalmente negano, fatto che fa capire che c’è ancora più di qualcosa da capire in materia di tendenze climatiche – dicevo, mentre si dibatte sull’esistenza o meno della famosa pausa del Global Warming, ecco che uno studio fenologico ne conferma l’esistenza. Ciò indica semplicemente che la Natura si è adattata e non si registra alcun trend particolare nella lunghezza delle stagioni di crescita della biosfera in concomitanza con l’assenza di trend nelle temperature medie superficiali globali.

Anche questo dovrebbe essere scontato, mentre lo è meno lo stupore dei ricercatori che, puntualmente, timorosi di aver trovato e scritto qualcosa che potrebbe non giovare alla causa, si affrettano a sottolineare nei loro virgolettati che comunque la temperatura sarebbe aumentata e che i loro risultati sono alquanto inaspettati.

Enjoy.

 

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Published inAttualità

9 Comments

  1. Fabrizio Giudici

    fabrizio giudici, la mia era una richiesta ironica…

    E la mia risposta no? 😉

  2. jack1973

    Da un articolo appena letto su un sito meto italiano, forse tra i più letti.. “In tempi di riscaldamento globale galoppante, l’andamento meteo di maggio può considerarsi del tutto eccezionale”.
    Inizia proprio così, la prima fase dell’articolo… Ma non eravamo fermi da circa 20 anni??? Non ho parole…

    Donato B., in realtà non è solo in camplo climatologico che, se qualcuno non è in linea con il pensiero principale, allora deve schernirsi e chiedere scusa per il disturbo; in campo medico capita anche di peggio, visto che chi non è d’accordo su certe linee di condotta, viene radiato dall’albo dei medici! Ma questa è un’altra storia…

    Caro Climatemonitor, il riscaldamento globale è “galoppante” e tu non te ne sei ancora accorto…

  3. andrea

    fabrizio giudici, la mia era una richiesta ironica…è impossibile saperlo !

  4. Fabrizio Giudici

    Lo so io, Andrea! Esattamente cinquant’anni. Ti dò l’IBAN, mi paghi subito? Come dici? Come fai a fidarti che la risposta è giusta? E vabbè, aspettiamo cinquant’anni e poi vediamo. Però dovresti pagarmi adesso. 🙂 Saranno mica solo gli esperti dell’IPCC a fare “previsioni” per il 2070, che tanto nessuno di loro sarà a prendersi la responsabilità di aver sbagliato?

  5. Fabrizio Giudici

    Donato… Kuhn??? EPISTEMOLOGIA? Ma sei matto? 😉

  6. Virgilio Bardini

    “…si affrettano a sottolineare nei loro virgolettati che comunque la temperatura sarebbe aumentata e che i loro risultati sono alquanto inaspettati.” Il problema che qui trapela, anche da questi ultimi autori, mi par sia quasi il manifestarsi d’un desiderio della catastrofe all’orizzonte e dovuta a responsabilità antropica. Questo è il fattore preoccupante. Perché se comunque nello studio climatico tal è la predisposizione, se suddetta conclusione a priori ci si aspetta, tanto che chi vi scopre una contraddizione sente l’esigenza di quasi scusarsi, possiamo non temere che seppur in buona fede l’esito delle ricerche che si condurranno non ne resti, e con rilevanza, influenzato?

  7. Andrea

    Buonasera Colonnello guidi, una domanda, secondo lei tutta l’energia che il nostro pianeta ha accumulato durante la forte attività solare della gran parte del 900 e inizio anni 2000 con quanti decenni d’inerzia potrà essere scaricata prima che si facciano sentire gli effetti della magra solare degli ultimi dieci anni ? È una domanda da un milione di dollari

    • Appunto Andrea, se torni con un milione provo a rispondere ;-)))
      gg

  8. donato b.

    “…. lo stupore dei ricercatori che…., si affrettano a sottolineare nei loro virgolettati che comunque la temperatura sarebbe aumentata e che i loro risultati sono alquanto inaspettati.”
    .
    Pensandoci bene, il ragionamento dei ricercatori non fa una grinza: di fronte ad un risultato bisogna restare scettici. Esso è vero fino a prova contraria. E’ uno dei capisaldi della ricerca scientifica e ci ha consentito di arrivare fino a qui. T. Kuhn ha dimostrato che esso, in qualche caso, viene accantonato quando il pensiero dominante fa diventare strabici i ricercatori che considerano normale ciò che conferma la linea di pensiero principale e strano tutto il resto.
    .
    Fortunatamente per la scienza, lo scetticismo regna sovrano in molte branche della ricerca. In questi giorni sto leggendo alcuni articoli che trattano delle origini della specie H. sapiens e, in particolare dello scenario multiregionale e di quello puntuale. I ricercatori esaminano entrambe le ipotesi e ne mettono in evidenza i pregi ed i difetti, ma resta fermo un punto: il registro fossile (i dati, in altre parole), è ancora troppo frammentato per poter scegliere tra le due ipotesi.
    Solo in campo climatologico non è così: i ricercatori che trovano qualcosa che non concorda con la linea di pensiero principale, devono quasi schernirsi e scusarsi per il disturbo. E, invariabilmente, mettere loro stessi in discussione i risultati del loro lavoro “perché non conferma il paradigma dominante”. Le idee prevalgono sui fatti! Come nelle religioni, insomma.
    .
    Ci dispiace, non avremmo voluto -sembrano dirci – ma non possiamo far passare sotto silenzio questi dati che, però, potrebbero essere sbagliati, per cui invitiamo a compiere altri studi in modo da poterli, forse, confermare o, molto più probabilmente, confutare. Fermo restando il fatto che il clima sta cambiando e sta cambiando maledettamente male, intendiamoci.
    .
    E’ francamente rivoltante, da un punto di vista scientifico, assistere a spettacoli del genere, ma nella “scienza definita” del clima è così, piaccia o no.
    Ciao, Donato.

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