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Climatologia? Meglio lasciar perdere se non ne hai idea

Nell’ambito della documentazione che l’ISTAT rende disponibile sul proprio sito ci sono anche delle serie storiche relative a svariate tematiche. Purtroppo, fra tali serie ve ne sono pure alcune di dati climatici. Perché dico “purtroppo”? Per il fatto che sono state evidentemente elaborate da persone che di climatologia non sanno praticamente nulla, per cui non sono in grado di orientarsi nel marasma dei dati italiani, pubblicando così anche dei numeri assurdi. Un ottimo esempio di tutto ciò è costituito dalla tabella delle precipitazioni annue 1950-2015 a Milano.

È sufficiente osservare il grafico che ho costruito con i dati in oggetto per capire che la serie è davvero sballata; l’andamento 1951-1985 è infatti incongruente con quello 1991-2014. In particolare, spicca il quinquennio 2003-2007 con valori annui sempre minori di 400 mm, per una media complessiva di 364.

L’andamento poli-secolare delle piogge nel capoluogo lombardo è stato studiato da Maugeri et al. grazie alle misurazioni effettuate nello storico osservatorio di Milano Brera (Maugeri, M., Buffoni L., Clistovsky F., 1995, “Osservazioni pluviometriche a Milano: ricostruzione delle precipitazioni mensili”, Acqua Aria, 549-560, 1995). Nel periodo 1764-2000 la piovosità media annua è risultata di circa 1000 mm, con una deviazione standard di 196; in effetti, dei 237 valori solo 5 ricadono all’esterno dell’intervallo 600-1400. Per quanto concerne gli anni siccitosi, si è scesi una sola volta al di sotto della soglia dei 600 mm: nell’eccezionale 1921, quando ne caddero soltanto 427.

Queste semplici statistiche ci fanno capire che una pioggia annua di 400 mm a Milano rappresenterebbe un evento davvero rarissimo. Cinque annate consecutive con cumulati inferiori a tale valore non sarebbero pertanto qualcosa di estremo, ma di pura fantascienza.

Il solito disastro dei dati italiani fa sì che sia complicato trovare in rete serie affidabili degli anni Duemila per il comprensorio milanese; comunque, nelle varie stazioni reperibili non c’è traccia dei valori di cui stiamo parlando a proposito del quinquennio 2003-2007. Secondo le rilevazioni fatte da Luigi Mariani col proprio pluviometro, gli anni in oggetto sono stati effettivamente assai asciutti rispetto alla norma, ma su un livello – come ovvio – nemmeno comparabile con quello della serie Istat, visto che la media quinquennale è di 746 mm, cioè oltre il doppio.

Di seguito alcune considerazioni sintetiche sulla questione.

·        La serie Istat deriva da misure a Milano Linate effettuate dall’ENAV (Ente Nazionale Assistenza al Volo). Non è difficile capire che il dato pluviometrico non è di interesse per l’Enav, per cui la validità scientifica delle loro misurazioni (di pioggia) è sovente penosa.

·        La pubblicazione dei dati climatici all’interno della sezione delle Serie Storiche Istat conferisce loro un certo grado di “ufficialità”, per cui qualunque utilizzatore non troppo preparato in materia è inevitabilmente portato a ritenere affidabili i valori.

·        Le serie sono sul sito ormai da alcuni anni. Come è capitato al sottoscritto, è estremamente probabile che anche altre persone che si occupano di climatologia le abbiano viste. Nessuno ha mai fatto alcuna osservazione, ad ennesima dimostrazione che nel nostro Paese può circolare qualsiasi statistica meteorologica folle, senza che la cosa interessi. Aspettiamo così che qualcuno ci racconti di una clamorosa siccità a Milano nei primi anni Duemila.

L’articolo è uscito in origine sul blog dell’autore.

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Published inAttualitàClimatologia

5 Comments

  1. Brigante

    Articolo ben calibrato, per colpire nel segno chi dei dati ne fa un dogma e delle interpretazioni una legge.

    Visitando il sito idrologico dell’ARPAL: https://idro.arpalombardia.it/it/map/sidro/ ci si imbatte in un’enorme mole di dati, provenienti da stazioni le più svariate, con tecniche di gestione che vanno dal manuale, al meccanico, all’automatico, sebbene con interruzioni, vuoti e dati non confermati, o meglio non ritenuti conformi, come si presume sia accaduto a Linate.

    A parziale conferma delle conclusioni del Dott. Pinna, tra le varie stazioni, ho preso quella di Milano Lambrate, peraltro molto vicina a Milano Linate, e ho considerato gli anni tra il 2001 e il 2006. Ci sono vari dati mancanti e parziali, ma i risultati sono a dir poco stravolgenti rispetto a quelli del grafico di Linate:
    2001 – dal 1 settembre al 31 dicembre, 4 gg mancanti, tot. precipitazioni: 173.2 mm
    2002 – mancano 43 gg, ma tot. precipitazioni: 1163.6 mm
    2003 – mancano 240 gg, ma tot. precipitazioni: 350.2 mm (presumibilmente si arrivava al triplo)
    2004 – mancano 4 gg, tot. precipitazioni: 894 mm
    2005 – mancano 71 gg di primavera, ma tot. precipitazioni: 609.8 mm (probabilmente si superavano gli 800 mm)
    2006 – dal 1 gennaio al 31 agosto: tot. precipitazioni: 464.2 mm (probabilmente si sarebbero superati i 750 mm)

    Per concludere, avremmo avuto anni leggermente siccitosi per Milano, ad eccezione del 2002, ma i valori di Lambrate sono quasi il doppio di quelli di Linate, a meno di 10 km di distanza e senza apprezzabili variazioni o ostacoli orografici.

    I valori sarebbero quindi in linea con quelli precedenti il 1985, che nel grafico presenta una rottura di pendenza notevole, spiegabile solo con un cambio di tecnologia, di operatore, o chissà cosa.

    In definitiva, tutti i dati dal 1990 in poi, andrebbero pressoché raddoppiati. Il 2014 avrebbe un valore altissimo, ma l’annata è nota per essere stata una delle più umide e fresche degli ultimi decenni, soprattutto in estate.

  2. rocco

    meglio lasciar perdere la climatologia; una pseudoscienza basata sulla media e sull’ ideologia della stabilità.
    E’ tutto ANOMALO secondo questa volgare pseudoscienza utile solo al mercato ed alla politica.
    A chi mi trova nella storia della Terra 150 anni di periodi climatici stabili (ossia 5 periodi climatici secondo l’attuale definizione di clima) regalo un mese del mio stipendio.
    Con dati reali, eh, non con dati farlocchi, modificati, aggiustati o equilibrati.

  3. AleD

    l’autore ha avvisato l’ISTAT o si è divertito a raccattare consensi e basta?

  4. roberta

    i dati che sembrerebbero anomali sono riferiti a Venezia????

  5. Luebete

    Se è accaduto per questi dati, è lecito pensare che possa valere anche per altri dati.

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