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Mirror posting da Svipop – I Giorni del Merlo Climatologo

La tradizione contadina, con il contatto giornaliero con la natura, ha lasciato le conoscenze accumulate attraverso molte generazioni nei proverbi che le sintetizzano. Naturalmente questi non sono da leggere come se fossero l’orario dei treni, ma con buon senso, sapendo che hanno valore come tendenza e spesso sono legati al luogo di origine.

Non solo i contadini ritengono importante l’osservazione della natura per scopi meteorologici, anche un famoso esperto del CNR nel 2002 affermava:

“[…] Ma l’osservazione della natura rappresenta un fatto importantissimo in climatologia e consente di fare previsioni sino a tre mesi[…]”

Il testo integrale è qui, sarebbe interessante conoscere l’affidabilità del sistema.

Un proverbio spesso citato è quello relativo agli ultimi tre giorni di gennaio, detti “i giorni della merla” che per la tradizione sono frequentemente molto freddi (li cita anche Dante Alighieri nella Divina Commedia, Purgatorio XIII-123, girone degli invidiosi).

Nel 2007 un famoso esperto del CNR ricordava ai lettori il freddo periodo dei giorni della merla, ma evidenziava che ormai per colpa del riscaldamento globale questa previsione non era più attendibile. Le parole esatte furono:

“I famosi giorni della merla, il 30 e 31 gennaio, saranno il test piu’ importante per l’intero periodo. Ma l’inverno edizione 2006-2007 sembra il piu’ pigro degli ultimi tempi.[…] E’ attesa per i giorni della merla, il 30 e 31 gennaio, quando il clima sul Mediterraneo, almeno secondo le tradizioni meteo, e’ il piu’ rigido. ”Ma ormai non si può piu’ dire”.

Il testo completo è qui.

Nel 2010 invece il periodo è stato effettivamente freddo, tanto che un famoso esperto CNR, oltre a legare il tradizionale freddo dei giorni della merla al recente riscaldamento globale, ha dichiarato:

“Naturalmente quella dei giorni della merla è una storia che non ha alcun riscontro scientifico o statistico, ma quest’anno casualità vuole che si avveri”

Il testo integrale è qui.

Avrete sicuramente capito che le tre dichiarazioni, che hanno avuto tutte ampio spazio sui mass-media, sono della stessa persona. Per lui sembra che il proverbio, quando smentito ha una valenza meteorologica e l’accaduto conferma che ormai il clima è impazzito. Quando lo scenario presentato dal proverbio si realizza, questo non serve con la stessa logica a dire che il clima è simile al passato, ma il proverbio perde di validità scientifica e tutto diviene una casualità naturalmente dovuta “paradossalmente per effetto del riscaldamento globale” (leggete qui).

Certo sarebbe interessante conoscere gli studi che in due anni hanno declassificato il freddo dei  “giorni della merla” da tradizionale a senza alcun fondamento.

Quanto descritto sopra ci offre inoltre la possibilità di notare che un’affermazione per essere scientifica non basta che a farla sia uno con la qualifica di scienziato, per prima cosa deve essere “falsificabile” (esemplificazione di Popper che approssima molto bene la realtà). La caratteristica distintiva della scienza, per la quale le teorie scientifiche si distinguono dalle quelle pseudoscientifiche, è che le prime possono essere contraddette dall’esperienza. Le teorie pseudoscientifiche, o metafisiche, sono invece infalsificabili o per la loro forma logica (ad es. la categoria dei dogmi religiosi) o per l’atteggiamento metodologico dei loro sostenitori che le rende immuni dalla confutazione leggendo la realtà ogni volta con occhi diversi al solo scopo di confermare la tesi (ad esempio l’astrologia o le ideologie).

Queste teorie infallibili sono in grado di “spiegare” praticamente tutto e trovare conferma in ciò che affermano in ogni evento, ma i loro sostenitori non sono in grado, anzi si rifiutano, di specificare di fronte a quale tipo di evidenza contraria sarebbero disposti a considerarle confutate. Quando siamo di fronte al cosiddetto fenomeno del “riscaldamento climatico” che viene descritto come l’entità che può spiegare senza alcun dubbio ogni evento climatico e meteorologico, ciò potrebbe essere interpretato con la malafede o la scarsa conoscenza o da un approccio tipico della fede o…continuate voi. Tutto tranne che applicazione del metodo scientifico.

NB: questo articolo è uscito anche su Svipop, lo trovate qui.

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Published inAttualitàNews

7 Comments

  1. Pietro

    Scusate ma tutta questa discussione è nata per le dichiarazioni dal “famoso esperto del CNR” Giampiero Maracchi? Vorrei far notare che quest’uomo si ritiene capace di previsioni a lungo termine che puntualmente vengono smentite. Una per tutte, aveva previsto che l’Estate del 2003 sarebbe stata fredda e piovosa. Generalmente quando sento parlare questo illustre scienziato dal viso rubicondo alla televisione mi viene subito in mente questa simpatica filastrocca:

    “Trinca, trinca, trinca,
    buttalo giù con una spinta
    poi vedrai che bella festa
    la medicina del mondo in rovina
    stai tranquillo è questa qua”

  2. Luca Fava

    Concordo in pieno.
    Quando si spiega il freddo con il riscaldamento globale significa che abbiamo abbandonato il campo della scienza per entrare nel campo della metafisica.

    • Duepassi

      Premesso che parlo da incompetente, e quindi quel che dico va preso colle molle, non trovo così strano che un aumento di temperatura possa portare del freddo.
      Ho sempre pensato che il sistema climatico sia molto più complesso di quel che pensano i geni dell’IPCC, e non sia governato da un sol parametro, meno che meno dalla CO2.
      Dato per accertato che la CO2 sia un GHG (gas a effetto serra), e avuta notizia che in epoca antica la quantità di CO2 sarebbe stata anche 20 volte maggiore di quella attuale (con buona pace dell’onorevole principe di Galles e del suo fantomatico punto di non ritorno), e constatato (è questo è un fatto) che il mondo è sopravissuto a tale quantità pazzesca di CO2, tanto da arrivare fino a noi, mi sono immaginato che debba esistere una “risposta” del sistema, tale da neutralizzare questo maggiore effetto serra, ovvero una reazione negativa (nel senso di opporsi al verso in cui va la temperatura per effetto della CO2).
      In quest’ottica, troverei logico ed illuminante quest’effetto di raffreddamento dovuto all’aumneto di temperatura, secondo un meccanismo di cui vorrei avere conferma:
      l’aria calda “sfonda” la troposfera, determinando un sensibile aumento di temperatura in stratosfera (chiedo scusa a Guido Guidi per eventuali errori che spero vorrà correggermi), e, come l’alta temperatura all’equatore richiama aria fredda dai poli (cella di Hadley), così la maggiore temperatura in stratosfera determinerebbe un indebolimento del vortice polare stratosferico, determinando una discesa di aria freddissima dalla stratosfera in troposfera, con gli effetti che possiamo immaginare.
      Incidentalmente, quest’aria fredda si opporrebbe al riscaldamento, e quindi costituirebbe una reazione negativa rispetto al riscaldamento che l’ha causata, tendendo quindi a stabilizzare il sistema.
      Se quel che ho descritto non è pura fantasia di un profano, nel qual caso chiedo scusa fin d’ora, questo effetto spiegherebbe perché il nostro sistema, lungi dal comportarsi come lo descrive al gore, reagirebbe al riscaldamento in modo da neutralizzare quantità di GHG molto maggiori di quella attuale.

      Secondo me (non mi picchiate, mi farei male)

    • Mario

      Non so se sarai picchiato, ma il ragionamento a me piace e mi sembra molto logico 🙂

    • Claudio Costa

      Ciao duepassi

      anche a me piacerebbe saperne di più sul riscaldamento stratosferico,
      penso però che un aumento del vapore e degli altri gas serra determini in teoria un raffreddamento della stratosfera, perchè vi sono più ir assorbiti in troposfera che quindi non giungono in stratosfera ..in teoria.
      a meno che più vapore determini un aumento della nuvolosità che:
      – raffreddi il pianeta per oscuramento
      – e rifletta la radiazione solare in stratosfera scaldandola
      – ..e come conseguenza il riscaldamento stratosferico raffreddi la superficie terrestre

    • Beh, dirimere questa questione così all’impronta sarebbe da premio nobel (no, quello no), però è indubbio che i meccanismi dei piani alti hanno molta più influenza sui piani bassi di quanto si creda, sia in termini di tempo atmosferico, che in termini di clima. Ti consiglierei la lettura degli scritti di Earl Happ al riguardo (li trovi nel post “La Porche nel Maggiolone), nonchè un po’ di pazienza, perchè con l’aiuto di Luigi Mariani, stiamo per dare il via ad un ambiente di discussione che riguarda proprio gli eventuali meccanismi di mantenimento dell’equilibrio dell’effetto serra. Il progetto si chiama “Show the Decline”, è già in home page ma ci sto ancora lavorando. Quanto prima sarà on line.
      gg

  3. Pinco Palla

    Non conosco una sola teoria scientifica che regga la prova della falsificabilità.
    Tra qualche decennio penso sarebbe opportuno che gli epistemiologi e gli storici della scienza si mettessero a studiare la contemporanea climatologia e ne tirassero fuori qualche considerazione utile, perchè non ho memoria di gnoseologi della scienza che abbiano affrontato i temi del consenso scientifico, e della commistione scienza-potere tanto approfonditamente quanto è richiesto dagli eventi a cui oggi assistiamo.

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