Salta al contenuto

Il gamberetto che sconvolse gli scienziati

Oggi parleremo di come il ritrovamento di un gamberetto (vivo!) nel posto “sbagliato” possa mandare in corto circuito la scienza: sia chiaro, in modo positivo. Quando qualche settimana fa parlammo della Snowball Earth avevamo introdotto il concetto di microorganismi estremofili. Ben sappiamo, da anni ormai, che esistono anche organismi più strutturati e evoluti che si sono adattati alla vita in condizioni estreme (per temperatura, per umidità  o per pressione).

Esistono poi, in modo molto più semplice, quelle creature viventi di tutti i giorni che, un po’ per una resistenza fisica sottovalutata, un po’ per qualche misterioso adattamento genetico, riescono ad assolvere egregiamente al loro faticoso compito legato alla sopravvivenza.

Dettaglio della zona interessata dai carotaggi

Nel mese di novembre 2009, la notizia tuttavia è stata diramata soltanto pochi giorni fa, la NASA stava effettuando delle trivellazioni nella calotta glaciale Antartica occidentale: a circa 200 metri di profondità  e a 20 chilometri dalle prima acque libere da ghiacci. L’esperimento in sè era già  fonte di interesse: per la cronaca si è trattato della prima trivellazione con successiva esplorazione tramite una particolare telecamera. Questa è in grado di osservare sia verso il basso, sia di roteare per 180° e quindi di osservare verso l’alto. Fino ad oggi nessuno l’aveva mai fatto.

Osservando le riprese effettuate dalla telecamera, ecco che succede qualcosa di imprevisto: compare un organismo complesso che si esibisce per un po’ di secondi sotto gli occhi increduli degli scienziati NASA.

Per renderci conto dello stupore prodoto da questo incontro, vi riporto testuali le parole dell’intervista:

We were like little kids huddling around, just oohing and aahing at this little creature swimming around and giving us a little show […] It was the thrill of discovery that made us giddy; just totally unexpected.

Lo scienziato NASA ce lo dice senza mezzi termini, si sono sentiti come dei bambini che fanno “oh” e “ah”, di fronte a qualcosa di totalmente inaspettato.

Leucothoe incisa - Image by Hans Hillewaert, released under CC license
Leucothoe incisa - Image by Hans Hillewaert, released under CC license

Veniamo all’attore principale di questa rappresentazione. Gli scienziati credono, con una ampia percentuale di certezza, che l’organismo del video appartenga all’ordine degli anfipodi, della più grande famiglia dei crostacei. Per capirci meglio, assomigliano ai gamberetti. Non è insolito, tutt’altro, trovare vita marina al di sotto della banchisa antartica, in prossimità  delle acque aperte. Ma questo incontro è avvenuto a decine di chilometri e una delle scienziate ritiene che sia molto bassa la probabilità  che effettuare un foro nella immensa coltre glaciale antartica possa casualmente generare l’incontro con un anfipode.

A questo punto, cerchiamo di capire l’importanza di questo incontro. I motivi sono due, uno ci porta lontano dal nostro pianeta e per l’esattezza sulle lune ghiacciate di Giove e Saturno. La domanda, sempre meno retorica con il passare degli anni è: quanto devono essere “davvero” estreme le condizioni ambientali, per rendere un pianeta completamente privo di qualsiasi forma vivente?

Il secondo motivo di interesse è strettamente legato alla rappresentazione delle condizioni della Snowball Earth. Sempre più fattori convergono su un punto chiaro, ovvero che la Snowball, oltre ad avere riscontranze geologiche e tanto basterebbe, sta ricevendo questo tipo di prove indirette. A discredito di quelle teorie che vorrebbero la Snowball impossibile, poichè tali glaciazioni massive avrebbero reso definitivamente sterile il pianeta. E come ben sappiamo, non è andata proprio così.

Reblog this post [with Zemanta]
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...Facebooktwitterlinkedinmail
Published inAttualità

6 Comments

  1. ric

    sono ben lontani dal capire che la vita si crea ovunque sia possibile, ma non secondo i nostri criteri..

    • er negro

      Che strano: un gambero che invece che andare indietro va sotto di 200m. forse è questa la vera scoperta!?

  2. Duepassi

    Scherzi a parte, la notizia è da tener presente, in relazione alla teoria della Snowball Earth, anche se mi pare del tutto prematuro trarre conclusioni.

    • Un gambero non fa primavera, e nemmeno una grigliata.

      Fuor di battuta, gli indizi cominciano ad accumularsi. Inizialmente si riteneva impossibile la Snowball proprio per l’ipotesi di “sterilità” portata avanti dai biologi. Successivamente sono stati scoperti i Nunatak, quindi gli estremofili. Ora abbiamo ulteriori due frontiere, una potrebbe essere superata grazie (ma non solo) a questo nostro amico gamberetto. Ma anche no, al momento è giusto registrare l’informazione e attendere. La seconda frontiera potrebbe essere superata nel momento in cui penetreremo all’interno dell’immenso lago subglaciale Vostok.

      Sia chiaro, una Snowball potrebbe già essere vera (dal punto di vista biologico) con le prime due. Se si dimostrassero vere tutte e 4, direi che non ci sarebbero più dubbi e, inoltre, dovremmo cominciare a progettare una qualche missione per capire cosa ci sia effettivamente sotto i ghiacci delle lune gioviane e di Saturno.

  3. Duepassi

    L’intervista di Trepassi.

    – Oggi ho intervistato un personaggio famosissimo, Sebastian –
    – Sebastian, chi ? –
    – Ma come non lo conosce, capo ? Sebastian, il granchietto di Ariel, la Sirenetta… –
    – Ah, quello. E che ti ha detto ? –
    – Abbiamo parlato dell’avventura di un suo amico, tale Eros Gamba, detto anche gambaeros, un tipo molto in gamba, oltre che molto in gambero. –
    – E che ha fatto costui di così notevole ? –
    – Ma capo, come fate a non conoscere queste notizie così importanti ? Si tratta nientemeno che del gambero che hanno trovato gli scienziati in Antartide. La NASA stava effettuando delle trivellazioni nella calotta glaciale Antartica occidentale, a circa 200 metri di profondità e a 20 chilometri dalle prime acque libere da ghiacci. –
    – E cosa hanno trovato ? –
    – Il nostro amico gamberetto. –
    – Stai a di’ che questo gambaeros è un fossile ? –
    – Quando mai! Gli hanno sparato addosso una trivella, poi, quando hanno guardato nella telecamera, si son visti apparire davanti lui, nella sua forma migliore e più smagliante, che nuotava come Michael Phelps, sorridendo e compiacendosi della fresca notorietà. Sai, a tutti fa piacere apparire in tv, e da quelle parti non è che ce ne siano molte di occasioni…-
    – Roba da non credere –
    – Non mi credete ? Ecco qui la registrazione dei commenti degli scienziati al momento dell’incontro col nostro amico:
    We were like little kids – eravamo come ragazzini
    huddling around, – ci accalcavamo intorno
    just oohing – facendo semplicemente “oh”
    (come i bambini di Povia, ma con pronuncia inglese)
    and aahing – e “ah”
    (i bambini scienziati inglesi sono più fantasiosi di quelli di Povia)
    at this little creature – a questa piccola creatura
    swimming around – che nuotava intorno
    and giving us – e ci dava
    a little show […] – un piccolo spettacolo […]
    It was the thrill of discovery – E’ stato il fremito della scoperta
    that made us giddy; – che ci ha dato le vertigini;
    just totally unexpected – semplicemente del tutto inaspettata –
    – Tutto questo per un gamberetto ? –
    – Un gamberetto a circa 200 metri di profondità e a 20 chilometri dalle prime acque libere da ghiacci. –
    – Mio dio, dovrò disdire il mio risotto ai gamberi ! –
    Duepassi si allontanò imbarazzato e rosso come l’amico gamberetto.
    🙂

Rispondi a Duepassi Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Categorie

Termini di utilizzo

Licenza Creative Commons
Climatemonitor di Guido Guidi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso info@climatemonitor.it.
scrivi a info@climatemonitor.it
Translate »