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Un mondo alla ricerca della qualità

“Io affermo che quando voi potete misurare ed esprimere in numeri ciò di cui state parlando, voi sapete effettivamente qualcosa” diceva Lord Kelvin, sicché è un grande passo avanti la notizia:

CLIMA: IL MONDO SI ACCORDA SULLE MISURE METEOROLOGICHE

(ANSA) – TRENTO, 16 APR – Tutte le misure di parametri meteo e climatici d’ora in poi verranno effettuate con strumenti tarati e riferibili a campioni. E’ l’impegno preso nei giorni scorsi a Ginevra durante un workshop mondiale sulla riferibilità delle misure climatiche, effettuato dalla WMO (World Meteorological Organization-Organizzazione mondiale della meteorologia) nella propria sede. La WMO ha firmato infatti il Mutual Recognition Arrangement (Mra-Accordo di mutuo riconoscimento) del Comitato internazionale di pesi e misure (Cipm), secondo quanto riferisce l’unico meterologo delegato italiano tra i 120 partecipanti al workshop, Andrea Merlone, responsabile delle ricerche sui campioni di temperatura dell’Inrim, Istituto Nazionale di Ricerca Meterologia Italiano, con sede a Torino. L’accordo risulta di fondamentale importanza, come spiega la stessa WMO, per assicurare la riferibilita’ delle misure di tutto il mondo verso gli standard internazionali, cioe’ una catena ininterrotta di controlli dallo strumento di misura al campione che definisce la grandezza misurata. Serve inoltre a dare una garanzia alle conclusioni che emergono dagli studi sui cambiamenti climatici. La WMO e’ la seconda organizzazione intergovernativa ad aderire a tale protocollo dopo la IAEA (International Agency for Atomic Energy-Agenzia internazionale per l’energia atomica). (ANSA). TOM 16/04/2010 15:391

In meteorologia descrivere tutto in numeri non è cosa banale, ad esempio per le nubi non esiste un’unità  di misura, ma quando è possibile è sempre bene farlo al meglio. Non speriamo che a breve concetti come controllo di qualità , assicurazione di qualità  e qualità  totale siano applicati a tutti i servizi meteo, ci basta sapere che gli strumenti saranno tarati ed ispezionati con la dovuta frequenza. Le informazioni e/o dati di qualità, non sono necessariamente eccellenti, ma è necessario che il loro requisito di qualità  sia noto e dimostrato e che soddisfino i requisiti dettati dallo scopo per cui sono stati prodotti o utilizzati. Ci saranno stazioni meteorologiche per scopi aeronautici ai quali è più che sufficiente garantire ad esempio nella misura della temperatura l’accuratezza di un grado, quelle per studi climatologici che dovrebbero scendere al centesimo. Finora tutti i dati sembrano buoni per tutti gli scopi, con il rischio che come affermava Abraham Maslow “Se l’unico strumento che hai in mano è un martello, ogni cosa inizierà  a sembrarti un chiodo”. Invece ora si cambia.

Qualcuno potrà  chiedersi:”ma finora come si è fatto”? Quale era la normativa? Temo che la risposta sia che si è fatto come si era sempre fatto (garantendo l’omogeneità  nel tempo), ma purtroppo in alcune organizzazioni dire “Si fa così da anni” è la confessione che il sistema non funziona” (secondo Deming William Edwards – guru della qualità).

Ora l’intenzione è descrivere la realtà  con l’accuratezza richiesta dallo scopo, come può essere ad esempio poter verificare le previsioni di “piccole” variazioni decennali. “La grande tragedia della scienza: il massacro di una bella ipotesi da parte di un brutto dato di fatto” affermava Thomas Henry Huxley, l’importante è che la “tragedia” e le scelte avvengano per fatti e dati di qualità  certa.

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  1. http://www.ansa.it/ambiente/notizie/notiziari/natura/20100416153935063653.html []
Published inAttualitàNews

6 Comments

  1. Filippo Turturici

    Questo articolo mi fa venire in mente solo due pensieri:
    a) avevo ragione a dubitare della “esattezza” delle misure riportate [a sostegno di qualunque tesi, antropica, solare o altro] come dati;
    b) se non esistevano né unità di misura internazionalmente fissate, e se non esistevano strumenti di misura internazionalmente standardizzati, oltre che “su cosa diamine ci si è basati finora”, ma quale preparazione ed autorità tecnico-scientifica aveva certa gente? [qui mi riferisco in particolare all’IPCC, al GISS ecc.]
    Ad un umile ingegnere, abituato a trattare con normative fin troppo estese e particolareggiate, tutto ciò sembra semplicemente assurdo: se un simile atteggiamento fosse stato usato nel campo dell’aviazione o del nucleare, avremmo avuto disastri aerei quotidiani e decine/centinaia (non una sola, per altro capitata proprio perché fuori dai più rigorosi standard occidentali) di Chernobyl. Non mi dilungo sul perché (a meno che qualcuno non me lo richieda). E sul fatto che aggiungerei anche un bel corso di “misure e collaudi” al bagaglio del buon climatologo.
    Sbaglio?

    P.S. credo che il problema sia ben più complesso e delicato della semplice distinzione tra °C e °F, con la quale si potrebbe convivere come si convive tra nodi e km/h, o tra newton e libbre ecc.

    • Filippo Turturici

      P.S. appunto il commento incluso nel penultimo paragrafo, ma con migliaia di stazioni e milioni di dati, inclusi le radiosonde ed i satelliti, le temperature ed il flusso solare, la radiazione infrarossa ed il calore “contenuto” negli oceani…nessuno ha mai pronunciato quelle due semplici paroline inglesi, “quality assurance”? Vorrei inoltre precisare che l’organismo di “controllo qualità” deve, non dovrebbe, DEVE, essere autonomo e trasversale: deve esserlo in una singola azienda industriale, figuriamoci in marasma di enti scientifici; altrimenti tale controllo si risolve solo in una buffonata, per di più pericolosa.

    • teo

      La difesa da questa critica (critica corretta) e’ che sui grandi numeri gli errori ci si aspetta che si elidano quindi nessuna quality assurance! (sentito veramente ad una conferenza sul clima).
      Che un po’ vuol dire che mettendo termometri sui cofani di centinaia di auto parcheggiate al sole prima o poi gli errori si elideranno ottenendo la vera temperatura dell’aria.
      Se poi un umile ingegnere si arrabbia ha tutta la mia solidarieta’

    • Fabio

      Mai sentito parlare della “fantasia al potere”?
      Tutto già detto anche da Giorgio Gaber in una sua famosa canzone, in questa epoca “la qualità non è richiesta, è il numero che conta”.
      Saluti

  2. teo

    Descrivere la realta’ con l’accuratezza richiesta dallo scopo!

    Grande concetto! Me lo diceva il Prof. Gambi (professore di fisica e matematica dalla 1a alla 3a media), quel professore che faceva entrare in testa la dinamica a colpi di “una corpo resta nel suo stato di quiete o di…” a memoria e se la memoria non aiutava… Eravamo piccolini e capivamo poco (ma sono convito che ancora oggi tutti i miei compagni di classe possano aiutare i nipotini in fisica e matematica). Quello che capisco e’ che la societa’ e’ cambiata parecchio ed il concetto di usare uno strumento adatto allo scopo non fa piu’ parte del bagaglio culturale di questi tempi.

    Benvenuta quindi questa notizia che e’ effettivamente una grande notizia.

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