Salta al contenuto

Temperatura media globale: un numero o un dato? Illusione o realtà?

Quando aspettiamo il risultato delle elezioni, siamo abituati mentalmente a dare pesi diversi al fatto che i dati forniti siano “exit poll” o la prima proiezione o le varie successive o i risultati finali. Tutto dipende dalla consistenza del campione utilizzato per effettuare le inferenze statistiche.

Passiamo al calcolo della temperatura media globale, recentemente balzato alla cronache perché il mese di Aprile 2010 è stato “il più caldo mai registrato” con una anomalia preoccupante di 0,76°C.

Calcolare la temperatura “rappresentativa” dello stato di un sistema complesso non è cosa banale, ad esempio per il corpo umano sarebbe forviante mettere numerosi sensori a copertura di tutta l’epidermide e successivamente calcolare la media, molto più indicativo è misurarla in un punto come l’ascella, la bocca o l’ano.

L’analisi del dato è banale come ricorda Massimo Troisi nel filmato qui sotto.

Per il sistema climatico ci si è accontentati di quello che storicamente era disponibile, banalmente rappresentativo del sistema si è ritenuta la temperatura media globale superficiale calcolata partendo da tutte le stazioni “ufficiali” che ricoprono il nostro globo (evitiamo in questa sede la problematica del distinguere tra variabilità fisiologica o patologica della grandezza). Facciamo l’ipotesi irreale che le misure effettuate presso quelle stazioni siano senza errore e tutte di qualità (ne abbiamo discusso quiqui), senza problemi di cambiamento nel tempo,etc. Ma quante e dove sono le stazioni “ufficiali” attuali? Se si vuole approfondire i dati si può andare sul sito della NOAA dove si potrà trovare tutti i dettagli sulle medie mensili di molte grandezze meteorologiche; per la temperature si deve andare alla sezione “Temperature Rankings and Graphics”. Per leggere dove sono le attuali stazioni di misura c’è il box “Did you know?”, ed in questa c’è una mappa globale con dei punti rossi che serve a darvi l’idea. Si parla dei messaggi meteorologici CLIMAT (qui per i dettagli su questo tipo di messaggi). Alla pagina 11 di questo documento trovate gli errori presunti (esattamente è “risoluzione”) secondo cui si codifica (che son ben diversi dai reali e comunque almeno un ordine di grandezza maggiore di quello relativo alle cifre con cui si forniscono normalmente i valori medi), inoltre per la temperatura si specifica come è calcolato il valore medio giornaliero utilizzato poi per la media mensile, cioè con 4 o 8 valori, e quindi con campionamento ogni 3 o 6 ore1.

Per conoscere la consistenza del campione formato dai CLIMAT che arrivano in banca dati, anche se non è detto poi che questi siano calcolati avendo tutte le misure previste nel mese (esistono spesso lacune), si possono utilizzare appositi prodotti di “climate monitoring“, in particolare a questo link potete produrre quando lo desiderate carte del tipo di quelle qui sotto.

Fig 1 -Percentuale dei climat ricevuti da Aprile 2008 a Marzo 2010
Fig 2 -Percentuale di climat ricevuti per stazione tra Aprile 2009 e Marzo 2010
Fig 3 -Percentuale di climat ricevuti per stazione a Marzo 2010

Periodicamente vengono prodotti anche dei documenti riassuntivi. Per l’Italia rappresentative del suo clima sono cinque e fino a 7-8 anni fa credo fossero differenti (sono passati i tempi in cui Cristofaro Mennella diceva che per l’Italia occoreva parlare di climi e non di clima) ((In particolare 16022 PAGANELLA 46 09N – 11 02E 2,129 ; 16134 MONTE CIMONE 44 11N – 10 42E , 2,173 ; 16224 VIGNA DI VALLE 42 05N 12 – 13E 266 ; 16258 MONTE S. ANGELO 41 42N – 15 57E 848 ; 16550 CAPO BELLAVISTA 39 56N – 09 43E 150)).

La rete del GCOS-WMO (Global Climate Observing System del World Meterological Organization) è molto meno densa per e risulta così più omogenea (info quiqui)2

Mappa aggiornata del GSN - http://www.wmo.ch/pages/prog/gcos/documents/GSN_Station_Map_2010.png

Dal sito del GTS (Global Telecomunication System) si può conoscere che il mondo meteorologico è definito nelle seguenti regioni: Region I – Africa , Region II – Asia , Region III – South America , Region IV – North America, Central America and the Caribbean , Region V – South-West Pacific , Region VI – Europe , The Antarctic – Antarctic Data Telecommunication Arrangement. Se riprendiamo la fig.1, ad esempio si potrà evincere che dalla regione I, il continente africano, dei Climat che vi aspettereste (non la copertura dell’intero globo) ne ricevete effettivamente circa il 50% nei due anni in esame. Badate bene che ora siamo nell’epoca più progredita dal punto di vista della tecnologia e telecomunicazioni, un secolo fa probabilmente da quel continente ne ricevevamo sensibilmente di meno. Quindi di una stazione africana, ammesso e non concesso che tutto sia perfetto, mediamente di 365 giorni se ne ricevono i dati di 180. Per i giorni non coperti da misure, con una sofisticata matematica “si ricostruiscono”, come fate per tutte le parti del Mondo dove non ci sono stazioni. La cosa più meravigliosa è che alla fine della ricostruzione tramite modello, vi viene offerto un dato di temperatura media globale con la certezza del millesimo di grado (altrimenti non si sarebbe potuto differenziare tra la temperatura globale dell’oceano di Aprile 2010 con 0.57°C da quella seconda classificata del 1998 con 0.56°C (sempre da qui) che è di ordini di grandezza migliore di quanto potevate fare con una misura diretta della temperatura dell’aria.

Naturalmente stiamo parlando della condizione attuale della disponibilità dei messaggi meteorologici, sicuramente nei decenni scorsi le cose andavano molto peggio in tutte le parti del Mondo.

Sul voto sulla scheda elettorale non c’è possibilità di errore come sulla temperatura dell’aria, nonostante ciò generalmente non c’è politico che ritenga utile commentare gli “exit poll”. Nello studio della serie storica delle temperature globali, si rischia non solo di commentare l'”exit poll” ma di confrontarlo con gli “exit poll” dei secoli precedenti senza mai far cenno ai possibili errori, basando su questo delle scelte epocali. Occorrerebbe stare attenti all’interpretazione dell’elaborazioni statistiche, altrimenti si rischia che una canzone analoga a quella che segue tra qualche anno potrà essere scritta a sfondo “climatologico”.

Addendum
Per tutti quelli che sono interessati all’argomento temperature, alla loro misura ed al controllo delle serie storiche ricordiamo il progetto Milleannidiclima, all’interno del quale Paolo Mezzasalma sta via via producendo delle analisi delle serie storiche delle stazioni italiane più rappresentative, al fine di definire un dataset di temperature il meno possibile affetto da bias che ci metta in condizione di “leggere” sulle serie dei segnali eventualmente diversi da quelli di origine naturale.Trovate tutto qui. 
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...Facebooktwitterlinkedinmail
  1.  Applicando il teorema di Shannon si vede quali frequenze taglia ed i fenomeni che vengono “visti”, anche per dire che farla su 4 o 8 dati non è la stessa cosa. Dove non c’è ancora l’elettronica o dove non c’era, spesso si ricorre alla media tra Tmax e Tmin, utilizzata molto probabilmente poi nei grafici del trend secolare []
  2. Attualmente si stanno portando avanti progetti d’integrazione delle boe, un esempio per le “drift” è a questo link http://www.meds-sdmm.dfo-mpo.gc.ca/isdm-gdsi/drib-bder/gts-smt/index-eng.asp?year=2010&actn=&month=April []
Published inAttualitàClimatologiaNews

15 Comments

  1. Scusate eh, ve lo dico con il sorriso.

    In questo post e commenti vari, abbiamo uno che vuole buttare le temperature old style in quel posto lì ed un altro che vuole mettere i sensori di temperatura senza schermatura.
    Due rivoluzionari!

    La cosa più probabile è che non abbia capito quello che volete dire.

    • Tore Cocco

      🙂 Paolo, dicevo solo che non è vero che data la temperatura di capannina, tu hai definito bene il sistema e puoi per giunta calcolare l’energia della massa d’aria, magari fosse vero ma la cosa è piu complessa.
      Per quanto riguarda la radiazione e la schermatura, volevo solo mettere in evidenza che non essendo il sistema all’equilibrio lo strumento e la schermatura sono importanti al fine del risultato, infatti sai benissimo che strumenti diversi e schermature differenti danno risultati differenti, e si fanno da sempre dei test per confrontare le caratteristiche dei vari sistemi, e non sono tutti buoni uguali…il perchè? ne ho illustrato uno serio tutto qui.

  2. “La temperatura dell’aria tiene conto solo del calore trasmesso per conduzione, mentre in atmosfera molta energia viaggia per radiazione; a mio modesto parere questa non è rappresentata in modo completo solo da quanto misura il termometro.”

    Certo che si!
    La temperatura di un certo volume di aria, ad una certa pressione, è una misura diretta dell’energia interna.
    Non vedo questa contrapposizione tra energia e temperatura.
    La radiazione ci descrive soltanto una parte degli scambi di energia di quel volume di aria con quelli circostanti o con lo spazio siderale.
    Ed ogni scambio non equilibrato si riflette istantaneamente nella temperatura.
    Quindi, se conosci la temperatura e la densità, conosci alla perfezione la distribuzione dell’energia!
    La radiazione non serve, se non per conoscere gli scambi, che è tutta un’altra cosa.
    Una volta che conosci la temperatura, e per questo basta un termometro, conosci anche la radiazione emessa da ogni singolo elemento di materia.

    Un momento, non so dove devo andare a parare perché mi sa che non ho capito dove porta il tuo discorso.

    Vuoi per caso cancellare tutte le misure di minima e massima fatte nel secolo scorso?
    Vuoi solo occuparti dei sistemi di misura più recenti perché ti soddisfano di più, ti sembrano più precisi?

    Prego, fai pure.
    Ma poiché non vivo isolato dal contesto, io mi occuperò ancora dei sistemi antiquati di misura, cercando di stimarne le incertezze.

    In ogni caso, non avendo compreso bene il tuo discorso, non so più se la mia risposta è pertinente.

    • Tore Cocco

      Carissimi, state mettendo tanta carne al fuoco, troppi concetti che richiederebbero tante discussioni ciascuno, ma Paolo permettimi di fare almeno una precisazione vista l’ora tarda.
      La temperatura dell’aria del termometro non è all’equilibrio termico con la temperatura di radiazione della stessa massa d’aria, inoltre non esiste una vera temperatura di radiazione, visto che fuori dall’equilibrio termodinamico esiste sempre la temperatura maxwelliana (quella del gas -termometro-) ma essa non coincida con la temperatura plankiana (quella della radiazione), questo perche mentre all’aquilibrio termodinamico le 2 coincidono ed è facile misurare la temperatura plankiana (basta la temperatura di brillanza a qualunque frequenza), fuori dall’equilibrio non si puo stabilire la plankiana visto che alle diverse frequenze abbiamo una temperatura plankiana apparente diversa, a sua volta la radiazione totale integrata per lo spettro, dipende solo dalla distribuzione degli oggetti alle diverse termperature sull’orizzonte dello strumento, in pratica l’unica cosa da fare sarebbe lasciare immerso il termometro sia al gas sia alla radiazione, altrimenti la temperatura dipende dal tipo di schermatura che si da allo strumento. Il problema tra temperatura plankiana e maxwelliana in un sistema fuori dall’equilibrio sta alla base della raffrontabilità tra misure satellitari e misure terresti delle temperature.

  3. Fabio,
    tutta la discussione climatica verte, essenzialmente, sul confrontare l’oggi col passato, sia esso 30, 60, 600, 6000 o 600.000 anni fa, e l’oggi col futuro.
    C’è poco da discutere. Se nel corso del ‘900 i dati erano presi in quella maniera, Tmin e Tmax, ancora oggi conviene fare così. Questo non vuol dire che non si debbano riempire altre banche dati, ma se vogliamo tracciare l’anomalia in un tempo abbastanza lungo, bisogna fare quello anche quello che conviene.
    Poi la convenzione di usare minime e massime non è che viene dal sogno di un pazzo. Lo vedo normale per un essere umano confrontare un giorno con l’altro adoperando due numeri che ti dicono subito quanto freddo hai avuto al risveglio e quanto caldo dopo pranzo.

    Per altri scopi, ad esempio per conoscere l’energia radiata dal suolo verso lo spazio, è probabile che due numeri (o otto) non sono sufficienti. Ma sono finalità un po’ diverse.
    I nuovi sistemi per conoscere lo stato del sistema sono già in funzione, satelliti e Argo, ma quando le misure tradizionali sono diventate abbastanza diffuse, tra le due guerre, forse si riesce anche ad avere una stima dello stato del sistema, se si ha cura di mettere insieme i vari metodi senza avere degli obiettivi preconfezionati.
    Per quanto riguarda le stime dell’NCDC (alias Tom Karl), mi riferivo al momento in cui hanno cambiato l’algoritmo eliminando la correzione per l’isola di calore urbana, ottenendo, guardo caso un belzetto in su.
    In ogni caso se vuoi avere notizie su Tom Karl, puoi cominciare da qui:
    http://pielkeclimatesci.wordpress.com/2009/12/20/comment-on-tom-karls-interview-in-the-washington-post/

    A proposito, se al meteorologo interessa sapere come si muoverà la troposfera, se riuscirà a misurare la T dell’aria sopra gli oceani tropicali, probabilmente avrà fatto un passo da gigante. Sapere che la biosfera è tutta al sole, mi pare che sia del tutto ininfluente.

    • Fabio

      Caro Paolo,
      non la discussione climatica ma la discussione sul “cambiamento climatico” verte sul confronto del del clima attuale con quello passato (spesso senza domandarsi più cos’è il clima). Questa prospettiva porta ad aberrazioni come il museo delle scienze londinese, la cui apertura è prevista tra qualche mese, che dopo il climategate sarà intitolato fortunatamente “Galleria della Scienza del Clima”, invece di Galleria sul Cambiamento del Clima come era stato deciso in precedenza http://www.blitzquotidiano.it/ambiente/clima-il-riscaldamento-globale-fa-meno-paura-e-gli-ecologisti-si-preoccupano-391766/ . Sarebbe opportuno tornare a ridiscutere di come poter descrivere al meglio il sistema climatico prima che del cambiamento climatico. Se nel ‘900 calcolavano la media con la Tmax e Tmin allora facevano il meglio possibile, consapevoli che non era una descrizione corretta e l’errore sulla stima era notevole. Ora con sensori elettronici, potenti Pc, linee di trasmissione a banda larga continuiamo a fare quello che si faceva con i termometri a mercurio ed i conti a mano. Questo è il problema di quest’epoca decadente. L’unico cambiamento è che ce ne infischiamo dell’errore, anzi illudiamo le persone neanche menzionando gli errori, invece comportandoci come un secolo fa l’incertezza è ancora non trascurabile. E’ come se l’altezza media di un gruppo di persone fosse definita come la media tra altezza max e min, facendo intendere che l’errore è al decimo di millimetro. Benvengano i nuovi sistemi di misura di cui parli, ma se vogliamo fare i conti con il passato è scorretto far finta di conoscerlo esattamente.
      La temperatura dell’aria tiene conto solo del calore trasmesso per conduzione, mentre in atmosfera molta energia viaggia per radiazione; a mio modesto parere questa non è rappresentata in modo completo solo da quanto misura il termometro. Due versanti di una casa hanno la stessa temperatura dell’aria (se la capannina fosse perfetta), ma gli effetti dell’esposizione sono sensibili. Più in generale questo vale anche su ghiacciai esposti in maniera differente. Grazie della segnalazioni.

  4. Le convenzioni sono quelle che sono e servono per capirsi con chi sta dall’altra parte del mondo.
    Si possono proporre mille modi diversi di calcolare un parametro statistico, ma non serve a molto lamentarsi se non è quello che sembra “giusto”.
    Per cominciare, la temperatura media mensile non è, in genere, calcolata usando le letture agli orari sinottici (4 o 8). E’ standard comune usare il valor medio delle 30 Tmax e delle 30 Tmin, facendo la media aritmetica dei due valori.
    Nel messaggio CLIMAT è anche proposta una media mensile ottenuta dalle sole letture sinottiche, ma è ormai usanza secolare usare i valori delle massime e delle minime. Se poi di una stazione si usano solo i valori sinottici, niente di scandaloso, basta che non si passi da un tipo all’altro senza stimare l’errore associato.
    La rete GSN (GCOS Surface Network) individua un sottoinsieme di tutte le stazioni meteo per le quali si garantisce lo scarico dei dati nel GTS in tempo reale e di cui i singoli paese membri dovrebbero garantire una certa aderenza allo standard del WMO.
    Questo non è detto che sia, e già su CM ci siamo occupati di tre stazioni della rete GSN. La cosa è stata fatta proprio di recente e non dovrebbe essere difficile ritrovare gli argomenti (chiedere aiuto in caso di assistenza o andare al box colorato in alto a destra).
    Purtroppo non è vero che la situazione africana fosse peggiore nel passato, tutt’altro. Vuoi perché prima c’era il sistema coloniale, vuoi perché il deterioramento delle stazioni è più recente, vuoi perché i dati vecchi sono stati raccolti su carta, mentre oggi sono più che altro scambiati in automatico, l’Africa ha meno dati oggi che ieri, soprattutto in tempo reale.
    Infine, quando si ripropongono le anomalie di temperature calcolate dalla NOAA (o dal GISS che ne è diretta discendenza), si sa da tempo che Tom Karl & c. ha un bias ampio e documentato, mentre il vituperato UKMO-CRU (Jones & c.) almeno sembrano riportare i dati più vicini al misurato. Non per nulla le stime HadCRUT (quelle inglesi) non mostrano un grande aumento delle temperature nell’ultimo decennio, mentre quelle NOAA-NCDC e GISS sì.

    In definitiva, per quanto si spari sul concetto di temperatura media superficiale, è vero che ormai abbiamo strumenti più sofisticati che ci permettono sia una migliore stima della stessa, sia una migliore stima del contenuto energetico del sistema (che è poi quello che conta). Nonostante questo, però, fino ad una trentina di anni fa non c’erano altri metodi. Quindi la classica temperatura superficiale va ancora stimata se si vuole fare un paragone col passato (ed è quello che si vuole). Questo non vuol dire che lo si debba fare alla maniera di Tom Karl, ma questo è tutto un altro discorso.
    Se qualcuno volesse approfondire il motivo per cui la temperatura superficiale media è ancora importante, può andare al link sotto:
    http://www.drroyspencer.com/2010/05/in-defense-of-the-globally-averaged-temperature/

    • Fabio Spina

      Caro Paolo, le convenzioni spesso sono temporanee perché nascono da un accordo e non da una “verità”. Quindi chi si lamenta, se lo fa dietro un ragionamento cerca solo di dare un contributo costruttivo. Per mettersi a dieta la cosa più difficile è convincersi di cominciare, fatto questo passo la dieta da seguire poi la si trova. La temperatura media può essere calcolata considerando la grandezza continua temperatura da campionare (secondo teorema Shannon) oppure come se le singole misure sono “risultati” esperimento per stima valore vero e quindi li tratto statisticamente. Il calcolo come media Tmax e Tmin è uno scandalo (anche perché gli errori strumentali su tali termometri “non elettronici” sono molto più alti del semplice termometro a mercurio), così come lo è con i 4/8 valori, sarebbero corrette se se ne tenesse conto negli errori associati. Ricostruire un segnale di 24 ore con 2,4 o 8 0 24 campionamenti farebbe inorridire qualsiasi ingegnere, non so perché lascia indifferenti i meteorologi. Il discorso è lungo e credo meriti un post, però le differenze nei diversi tipi di conti non sono trascurabili, un anticipo può essere http://www.bom.gov.au/wmo/climate/ccl/Guide_Clim_Prac_CLIMAT_mean_temps_vers3.0.doc
      . Il problema è anche l’omogeneità con i metodi di calcolo del passato.
      Per quanto riguarda l’Africa nei 150 anni trascorsi, ci sono stati periodi limitati di tempo (decenni), come presso le colonie italiane quello di Fantoli, in cui si effettuavano molte misure. Generalmente però il problema era poco sentito e visto come una spesa, nell’ottocento si misuravano con continuità le grandezze utili alla marina, nel novecento all’aeronautica (vicino costa e sugli aeroporti e rotte).
      Quello che dici è di buon senso, ma che senso hanno confronti con il passato se non avevamo all’epoca misure in grado di descrivere in modo esaustivo il sistema?Torniamo all’”exit poll” confrontato con l’”exit poll”? Non sarebbe un modo di pensare alle nuove generazione l’iniziare a pensare il “nuovo sistema”?
      Hai qualche riferimento da segnalarmi quando dici “Questo non vuol dire che lo si debba fare alla maniera di Tom Karl”.
      Leggerò con attenzione lo scritto di Spencer, ma come fa ad essere importante qualcosa che è misurata “all’ombra”, mentre gran parte della biosfera è al sole?
      Ciao e grazie. Fabio Spina

  5. duepassi

    In un argomento come questo una persona incompetente come me non può che entrare in punta dei piedi e porre delle domande in tutta umiltà.
    Perché anche gli ignoranti come me hanno dei dubbi.
    Si parla di temperatura media globale.
    Se lo dico al fruttivendolo sotto casa mia, che è una bravissima persona, di viva intelligenza, ma che è distratto dai problemi pratici della sua vita, e non dimostra particolare interesse per la climatologia, anche lui capisce cosa sia la “temperatura media globale del pianeta”.
    Lo capiscono tutti.
    Ma se poi andiamo a chiedere un po’ più in profondità, quell’evidenza clamorosa nasconde anfratti oscuri e inquietanti.
    Tanto per dirne una, sappiamo tutti che mentre nell’emisfero settentrionale la temperatura cresce, in quello meridionale cala e viceversa.
    La temperatura è forse uniformemente distribuita ?
    Gli scienziati sostenitori dell’AGWT ci spiegano di no, assolutamente no. Infatti è vero che quest’inverno è stato, in Europa, freddo e piovoso, ma nell’Artico c’è stata un’anomalia positiva che ha portato l’intero inverno ad essere molto caldo, così dicono, se ho capito bene.
    Come anche la siccità. Che io sappia ci sono varie anomalie, alcune positive ed altre negative, in giro per il mondo. Correggetemi se sbaglio.
    Non fosse che per questo, mi vien da pensare che non possa esistere, a differenza del corpo umano, un punto in cui “misurare la febbre” (a dir la verità, per esperienze personali ho il dubbio che anche nel corpo umano le cose non vadano così banalmente come si pensa, ma lasciamo stare questo discorso).
    Per cui, se fin qui il mio pensiero fosse corretto, mi verrebbe da pensare che la famosa temperatura media globale del pianeta NON possa essere misurata in un punto qualsiasi, e sia una media di valori che dovrebbero essere necessariamente rappresentativi.
    Ma visto che esistono anomalie, la scelta delle stazioni mi sembrerebbe particolarmente importante e delicata, e mi verrebbe da pensare che scegliendo opportunamente alcune stazioni piuttosto che altre, quel benedetto unico numero che esprime l’andamento termico del pianeta, potrebbe variare, e anche di molto.
    Sarò forse un malfidato ?
    Secondo me.

    • Caro due passi,
      il problema è ben noto e gli istituti seri lo trattano adeguatamente.
      Ad esempio il GISS ha i valori di una manciata di stazioni terrestri alle alte latitudini e pretende di conoscere l’anomalia di temperatura fino a 90° N. Questo è un modo non serio di procedere.
      Altri (Jones e gli inglesi) non se lo sognano neanche di fare una cosa del genere, peccato che poi si perdano sull’influenza delle città sulle misure storiche.

    • Fabio Spina

      Caro due passi, la provocazione di fare la similitudine con la “temperatura media” del corpo umano serviva solo per stimolare una riflessione sul problema, anche io non pensa che possa valere un solo punto, ma siamo sicuri che la grandezza temperatura media globale superficiale (ammesso che si conosca) sia così rappresentativa dello stato dell’intero sistema climatico? Che lo stato fisiologico sia la quasi costanza del suo valore? E’ come aver deciso di “misurare” l’energia nel sistema oceano avendo delle stazioni solo sul fondo. Comunque se rispondiamo di si a questa domanda nasce il problema di quanto conosciamo il sistema. Ammettiamo, ben sapendo che non è così, che non ci siano i problemi strumentali, di rappresentatività, di modifica dell’ambiente circostante, ben descritti su http://www.milleannidiclima.it/wiki/stazioni_meteo/temperatura , ci chiediamo dove sono e quanto sono affidabili le stazioni su cui basiamo i nostri calcoli. Ci si accorge che in realtà non è tutto così semplice e che le cifre significative utilizzate nei conti sono molto probabilmente sofisticata matematica ma non fisica. La realtà potrebbe essere altra. Ciao. Fabio Spina

    • duepassi

      Scusi Fabio Spina, magari quel che dico è una scemenza, ma io ci vedrei una fondamentale differenza tra la misura della temperatura nel corpo umano, e quella del pianeta.
      Se io misuro la temperatura, ovunque la misuri, nell’uomo, sono ragionevolmente sicuro che mi dia conto di un simile comportamento dell’intero corpo umano. In altre parole, se misuro 39 sono ragionevolmente sicuro che la persona abbia la febbre, ovunque faccia la misura.
      (Esistono tecniche per simulare febbri non esistenti, ma sono imbrogli che facevano quelli che non volevano partire per il militare o cose del genere, e non ne so molto).
      Ma, se misuro la temperatura di una stazione meteorologica, sono invece ragionevolmente sicuro che essa NON rappresenti necessariamente l’andamento termico dell’intero pianeta, ma potrebbe tranquillamente essere una stazione dell’Artico dove c’era una forte anomalia positiva, o una stazione presso Washington, dove c’era invece una forte anomalia negativa. Senza contare che quando in Canada tendenzialmente si va verso il caldo, in Australia si dovrebbe andare verso il freddo. In Artico e in Antartide le temperature non crescono assieme e nello stesso verso.
      Voglio dire che il comportamento termico del pianeta non mi sembra così immediato, ma penso che debba essere dedotto attraverso una opportunamente calibrata raccolta di dati in più punti del pianeta.
      Credio che questa diversa metodologia implichi qualcosina…sbaglio ?

    • Fabio

      Quelle che dici sono tutte osservazioni interessanti. Premesso che l’esempio della temperatura corporea era solo provocatorio e strumentale per far vedere che non è così scontata la scelta di una variabile rappresentativa dell’intero sistema, la determinazione dello stato febbrile avviene perché si ha a disposizione una sintomatologia che per il sistema climatico non si ha, questo fa sì che neanche sappiamo se tutto il sistema può esser descritto da quella sola grandezza. Per quanto riguarda la febbre questa varia da individuo ad individuo, ad esempio su http://it.wikipedia.org/wiki/Febbre l’intervallo d’incertezza è 0.8°C, inoltre la diagnosi è facilitata perché Lei si misura quando pensa di averla. Le posso assicurare che se mettesse dei sensori sui piedi di mia moglie la temperatura sarebbe analoga a metterli sull’Antartide, così se lei mettesse numerosi e sensibili termometri su tutto il corpo, 24 ore su 24, senza sapere cosa sta facendo e come sta l’individuo, la diagnosi sarebbe molto difficile. Troverebbe una variabile in continua oscillazione, che supera la soglia patologica per una semplice corsa o mentre fa l’amore, per una “vampata”, cambia a seconda dell’ora del giorno, etc. Sicuramente studiare l’andamento della temperatura superficiale è opportuno, la domanda successiva è chiedersi se è esaustivo per descrivere il sistema. Tenga conto che la misura della temperatura dell’aria è fatta in capannina per non essere influenzata dalla radiazione, quindi tiene conto della sola trasmissione del calore per conduzione mentre in atmosfera c’è tanto irraggiamento. Il discorso sarebbe lungo, ma cominciare a confrontarsi sui temi alla base della climatologia lo vedo come molto positivo. Il tema del post era quante stazioni “affidabili” utilizziamo per conoscere la temperatura media globale, sono poche e poco continue, non un punto come per il corpo umano ma molti pochi, e discontinui, per l’intero globo. I satelliti da qualche anno ci danno una mano, ma la misura indiretta comporta sicuramente errori maggiori. Saluti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Categorie

Termini di utilizzo

Licenza Creative Commons
Climatemonitor di Guido Guidi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso info@climatemonitor.it.
scrivi a info@climatemonitor.it
Translate »