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Nuvole a comando ma anche no!

Foto di Flavia Daneo

Addio ai cannoni per la pioggia, anche perché non hanno mai funzionato un gran che, ora si passa al laser, che l’energia la concentra in un flusso anzichè spararla letteralmente ai quattro venti come fanno le cannonate. Si tratta di un esperimento di cui leggiamo dalle pagine di Repubblica, condotto da un team di ricercatori ginevrini e pubblicato su Nature Photonics. Non più inseminazione artificiale per fornire nuclei di condensazione a masse d’aria sufficientemente umide ma che ne siano povere, ma ionizzazione delle molecole di gas contenute nella massa d’aria, per facilitare la nucleazione.

L’esperimento ha dato buoni risultati in laboratorio e, dicono i ricercatori, sia andato bene anche in aria libera, pur mostrando i limiti di un intervento localizzato in un punto, quando le nuvole, si sa, sono parecchio più grandi.

Al di là  delle considerazioni etiche circa l’opportunità  di “mettere mano” al tempo atmosferico, in un periodo in cui tutti si stracciano le vesti perché avremmo “messo mano” al clima, questa storia è in effetti vecchia di almeno un secolo, e anche se questo tentativo potrà  aprire una nuova frontiera di ricerca, gli stessi autori dichiarano di essere appena al punto di partenza.

Personalmente questa notizia mi ha fatto venire in mente altro. Il processo che si tenta di incoraggiare, è appunto la parte del comportamento della nostra atmosfera che conosciamo meno, e rappresenta anche uno dei punti deboli -ma sarebbe meglio dire invalidanti- delle simulazioni modellistiche del clima. Sono molti gli esperti del settore a ritenere in fatti che nel comportamento delle nubi (formazione, estensione, tipo etc etc) si celi uno dei più potenti sistemi di controllo dell’equilibrio dinamico del sistema terra-oceano-atmosfera. Molti altri ancora pensano poi che questi processi possano essere condizionati dall’attivià  cosmica, cioè dal bombardamento di particelle cariche che arriva dal cosmo, che appunto influenzerebbe i processi di nucleazione, regolando così il cammino del clima.

La correlazione tra flussi cosmici e temperature ad esempio c’è, ma quel che manca sin qui sono i processi fisici attraverso cui questa correlazione possa assumere il rango di rapporto causa-effetto e quindi si possa tentare di simularla aggiungendo un tassello probabilmente fondamentale ai modelli climatici. Chissà  che da queste ricerche non esca fuori proprio qualcosa di utile al riguardo.

Se così fosse, il passo avanti nella comprensione del sistema clima sarebbe enorme, come altrettanto grande sarebbe il progresso dei modelli di simulazione, giacchè oggi questi ultimi, essendo educati a riconoscere esclusivamente nella componente antropica un fattore di forcing del sistema, soffrono di evidenti problemi di attendibilià, dimostrandosi pressoché inservibili ai fini di decisioni strategiche, siano esse di medio, lungo, o addirittura lunghissimo periodo.

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Published inAttualitàNews

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