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Cento e non più cento

E’ stato da poco pubblicato1,2 uno studio condotto da un gruppo di scienziati danesi, Gary Shaffer3, Steffen Malskær Olsen4, Jens Olaf Pepke Pedersen5: “Long-term ocean oxygen depletion in response to carbon dioxide emissions from fossil fuels” (in italiano “Impoverimento di lungo termine dell’ossigeno oceanico, in risposta alle emissioni di anidride carbonica dei combustibili fossili”). Lo studio si è avvalso di un modello climatico sviluppato presso il Danish Centre for Earth System Science (DCESS), modello che, come indicato nell’abstract dello studio, è stato impostato a bassa risoluzione per poter meglio coprire lunghi lassi temporali (qui la descrizione e la validazione del modello).

Fino ad oggi siamo stati abituati a simulazioni con orizzonti temporali tra 50 e 100 anni, con una notevole coda di dibattiti, polemiche e diatribe sull’effettiva validità statistica di questi modelli (per alcuni meri esercizi di stile, per altri vere e proprie linee di tendenza). Ebbene, d’ora in poi con questo studio ci dovremo abituare a ragionare su orizzonti di tempo che arrivano a centomila anni.

Traducendo dall’abstract dello studio: “L’attuale global warming potrebbe perdurare per lungo tempo negli anni a venire, poiché i processi naturali richiedono da decine a centinaia di migliaia di anni per rimuovere dall’atmosfera l’anidride carbonica (prodotta dalla) combustione dei combustibili fossili”.

In poche parole lo studio prende in esame le correnti oceaniche profonde che, contrariamente a quanto pensato fino ad oggi, subiranno un notevole sconvolgimento che porterà ad un aumento delle zone oceaniche anossiche.

Gli scienziati danesi hanno scoperto che, per l’intrinseca natura dei feedback terrestri, il global warming tende ad essere amplificato nella durata e nella portata. La conclusione è che per evitare un impoverimento millenario dell’ossigeno oceanico, è necessario ridurre l’utilizzo dei combustibili fossili.

Concludo con un aneddoto. Il risultato dello studio mi fa venire in mente quando, da bambino, svolgevo dei temi, magari anche interessanti, ma nei quali scivolavo nel finale. La maestra mi diceva: “Interessante lo sviluppo, peccato per il finale davvero scontato” e non mi assegnava nemmeno una striminzita sufficienza.

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  1. Nature: http://www.nature.com/ngeo/journal/v2/n2/abs/ngeo420.html []
  2. AGU: http://www.agu.org/pubs/crossref/2008/2007GB002953.shtml []
  3. Niels Bohr Institute, University of Copenhagen, Juliane Maries Vej 30, 2100 Copenhagen, Denmark; Department of Geophysics, University of Concepcion, Casilla 160-C, Concepcion 3, Chile; Danish Center for Earth System Science, Gl Strandvej 79, 3050 Humlebæk, Denmark []
  4. Danish Center for Earth System Science, Gl Strandvej 79, 3050 Humlebæk, Denmark; Danish Meteorological Institute, Lyngbyvej 100, 2100 Copenhagen, Denmark []
  5. Danish Center for Earth System Science, Gl Strandvej 79, 3050 Humlebæk, Denmark; National Space Institute, Technical University of Denmark, Juliane Maries Vej 30, 2100 Copenhagen, Denmar []
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6 Comments

  1. Lorenzo Fiori

    Ok, molto chiaro.
    Certo però che questi danesi sono strani: loro che erano sostenitori dell’influenza dei raggi cosmici sul Clima e oppositori dell’effetto serra ora ne avvallano l’ipotesi e ne studiano addirittura le possibili conseguenze, segno poi che l’ ‘unanimità‘ non ce l’hanno nemmneno loro come invece qualcuno vuole far credere…

  2. Lorenzo Fiori

    Qual’è il nesso causa-effetto tra impoverimento di lungo termine dell’ossigeno oceanico e emissioni di anidride carbonica dei combustibili fossili”?

    • Lo studio ha preso in esame due scenari (entrambi codificati dall’IPCC): il primo scenario, Business-As-Usual, prevede un forte rialzo della temperatura (più di 4.8°C), il secondo scenario prevede una mitigazione delle emissioni di CO2 e conseguentemente un aumento meno marcato della temperatura media globale. In condizioni di forte rialzo termico, sono state notate delle pesanti interferenze a livello di circolazione oceanica, in particolare il meccanismo del deep oceanic overturning verrebbe a interrompersi. Questo fenomeno fa sì che le acque superficiali, più ricche di ossigeno, si inabissino, arricchendo anche le acque più profonde. Inceppandosi tale meccanismo, i layer oceanici più profondi rimarrebbero anossici.

  3. alessandrobarbolini

    ok ,tra 1000 anni ci riscalderemo va bene? peccato che saremo tutti all,aldila…i ricercatori??? ma che si impicchino invece di spararne una ogni giorno

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