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Cassandra è tornata

Già  co-chairman del working group 1 dell’IPCC, ora in forza alla NOAA, avevamo conosciuto Susan Solomon in occasione della presentazione del celebre quarto rapporto del panel delle Nazioni Unite. In quell’occasione fu dispensatrice di presagi di sventura, ma forse sarebbe stato ancora più interessante assistere allo US Climate Science Workshop, allorquando, in qualità  di relatrice dichiarò che avremmo avuto più pioggia e più siccità  (la frase, come riportato da chi vi ha assistito è stata: wet get wetter, the dry get drier“. Questa la chiamerei comunicazione scientifica di alto livello.

Ad ogni buon conto, questo genere di vaticini hanno spesso una matrice di indirizzo politico, specialmente se pronunciati assolvendo ad incarichi direttivi in organi politici quali le agenzie ONU. Sarà  per questo che con una puntualità  più svizzera che nord-americana, il giorno precedente alle dichiarazioni d’intenti in materia energetica del neo presidente degli Stati Uniti, è uscito un comunicato stampa che rivela altre mirabolanti scoperte.

Cambiamenti climatici irreversibili a causa delle emissioni di anidride carbonica. Questo è il titolo del nuovo studio pubblicato sul Procedeings of the National Academy of Science (PNAS). Secondo quanto riportato, per ora il calore in eccesso, che ci assicurano c’è ma non si vede, sarebbe immagazzinato in larga misura dai mari. I quali a loro volta devono avere un sistema di stoccaggio molto all’avanguardia perché, per quanto ci risulta, (l’immagine allegata a questo post è eloquente) negli ultimi anni le temperature dell’acqua non sono aumentate. Però prima o poi cominceranno a tirarlo fuori e saranno dolori. Se tutto va bene, il mare salirà  di soli 0.6-1.0 metri per CO2 attorno a 450-600ppm, 0.6-1.9 metri per picchi di CO2 sulle 1000ppm e poi, splash, arriveremo a “parecchi” metri di innalzamento del livello del mare per scioglimento dei ghiacci. Tutto questo, durerà  per un millennio o più.

Vorrei rivolgere una domanda alla Dott.ssa Solomon: che dice, domani pioverà ?

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9 Comments

  1. […] Wet gets wetter dry gets drier, riassumono climatologi del calibro di Chou, Trenberth, Held e Soden, ripresi poi anche da Susan Solomon della NOAA, in dichiarazioni che abbiamo anche commentato. […]

  2. […] Non meriterebbe parlarne se non per notare con quanta noncuranza condita con una punta di disprezzo si lanciano accuse a uno dei più grandi esperti che la scienza del clima abbia avuto, che viene accusato di: – essere un’imbecille o una banderuola; – non essere uno scienziato in quanto non vuole parlare dei dubbi; – voler spaventare per avere visibilità e risorse Un trattamento anche peggiore a quello riservato da Guidi, sulle stesse pagine di Climate Monitor, ad altri importanti studiosi, da Susan Solomon. […]

  3. […] Solomon, già nota alle cronache climatiche per il suo attivismo sfrenato nella lotta al riscaldamento globale, deve essere stata improvvisamente folgorata. Il cognome […]

  4. Claudio Costa

    @Lorenzo

    nel grafico di Vostok. ma meglio ancora dome concordia la correlazione c’è perchè è la T che determina l’aumento della CO2 non il contrario.
    per il resto: un analisi interessante ci devo riflettere con calma

  5. Lorenzo Fiori

    Sulla carta l’acqua calda non è più ricca di Co2 (conservazione della massa), al massimo ha più alta capacità di emissione di Co2, e non può andare in profondità perchè più leggera; se invece si raffreddasse e andasse in profondità perderebbe la capacità di rilascio di Co2 (anzi l’acquisterebbe) per via della mancanza dell’effetto termico…
    La pompa termoalina poi c’è sempre, dunque anche i suoi presunti effetti, e si dovrebbe dimostrare la sua ‘modificazione’ durante le glaciazioni a favore della teoria del ritardo del rilascio-accumulo di Co2…

    Non è possibile poi che al picco della temperatura globale gli oceani siano ancora ricchi di Co2, anzi dovrebbero essere meno ricchi se si considera il solo ‘degassamento termico’…

    Probabilmente l’enigma dello ‘sfasamento dei picchi di temperatura e dei picchi di Co2’ sta nella ‘località‘ delle misurazioni, ovvero dei carotaggi, i cui valori in realtà si riferiscono ‘in primis’ al continente antartico e la cui generalizzazione a tutto il globo non può essere considerata lineare ovvero scevra di ‘inerzie’:
    infatti il continente antartico, e in generale i poli, risentono molto di più e immediatamente delle variazioni orbitali quindi delle variazioni dell’output solare, amplificate dal solito meccanismo ghiacci-albedo (un pò come accade anche ora con il polo nord che si riscalda di più del resto del globo), facendo registrare subito un incremento-decremento di temperatura ‘locale’ (in fondo è li che si misura la temperatura), mentre gli oceani avrebbero tempi di riscaldamento-raffreddamento più lunghi, dunque sfasati rispetto ai poli, per via della loro grande ‘inerzia termica’ e della iniziale mancanza di forzanti positive-negative in grado di innescarne il riscaldamento-raffreddamento e quindi l’emissione/assorbimento di CO2 per ‘degassamento termico’, la cui concentrazione invece è ‘globale’ per via della diffusione atmosferica…

    Se aggiungi poi il fatto che all’inizio della fase interglaciale, sempre sulla carta, i ghiacci sciogliendosi assorbendo calore portano ad una ‘stasi’ e non ad un crescita della crescita delle temperature degli oceani circostanti (feedback negativo) ecco spiegato il perchè del ritardo di riscaldamento e di emissione della Co2 da parte degli oceani…
    Nella fase opposta di raffreddamento dei poli, dopo il picco interglaciale, il riformarsi dei ghiacci porterebbe alla liberazione di ‘calore di fusione’ dunque ad un’aumento termico o una ‘stasi’ degli oceani circostanti prolungando il rilascio di Co2 da parte degli stessi…

    Mi sembra che così possa andare anche se la cosa avrebbe certamente bisogno di verifiche…

    Il meccanismo della ‘pompa termoalina’ non lo vedo in grado di modificare il bilancio della Co2 per i motivi suddetti: in realtà tale pompa potrebbe subire delle modificazioni proprio nelle fasi di scioglimento/formazione dei ghiacci: allo sciogliomento la pompa si rafforza portando più acqua in profondità e raffreddandola facendole perdere la possibilità di rilascio di Co2 dunque posticipando l’emissione di Co2 coerentemente con i risultati dei carotaggi; nella fase di formazione dei ghiacci esattamente il contrario prolungando il rilascio di Co2 coerentemente con i risultati dei carotaggi.

    In ogni caso ciò dimostrerebbe l’esistenza di ‘inerzie’ nel Sistema Climatico dovuto al suo intrinseco ‘comportamento complesso’ e manterrebbe la possibilità che la Co2 funga da ‘feedback positivo’ durante tutta la fase interglaciale, a meno di eventuali saturazioni nell’assorbimento infrarosso.

    Se la cosa fosse riproducibile con i ‘modelli di simulazione’ per le ‘glaciazioni’ allora sarebbe molto plausibile…

    Nel grafico di Vostok la correlazione c’è eccome, evidente e forte, anche se sfasata, e non può certo essere considerata un caso…

    Che ne dici?

  6. Claudio Costa

    Bravo Lorenzo stavolta sei stato un buon osservtore.

    E’ proprio così: è chiaro che quella di Chilingar è una teoria, ma di fatto Stott ci dice che l’oceano si scalda e dopo 1000 1300 anni sale la CO2!
    La teoria di Chilingar è che quando l’acqua che si era scaldata, più ricca di CO2, riaffiora in superficie, dopo un giretto di 1000 anni circa dovuto alla pompa termoalina: sale la CO2! perchè?
    -o l’oceano ne assorbe meno
    -o perchè ne emette di più

    Probabilmente (ma questo lo dico io e non è cosa scevra da possibili errori) al cambio di trend la temperatura scende ma gli oceani sono ancora ricchi di CO2 per almeno un giro 1000 anni circa.

    Invece la Solomon dà per certo che siamo noi con il nostro 2,5% di emissioni sul totale a determinare la concentrazione della CO2, inoltre attribuisce alla CO2 la vita media di 1000 anni quando è di 4 anni per altri 35 autori.

  7. Lorenzo Fiori

    Ma come Costa prima dici che la curva delle temperature globali dei carotaggi comincia a scendere mentre i livelli di Co2 continuano a salire per altre centinaia di anni, poi tiri fuori la storia della ‘pompa termoalina’ che dipende strettamente dalla temperatura ?

  8. Claudio Costa

    Più che Cassandra la chiamerei menagrama di una menagrama!
    Cassandra aveva ragione, ma era destinata a non essere ascoltata perchè aveva rifiutato Apollo.
    Invece la Solomon fa delle proiezioni partendo da teorie scientifiche mai dimostrate:

    è catastrofista, la temperatura resterà alta per 1000 anni anche se la produzione antropogenica di CO2 dovesse terminare. Dice che la vita media dell CO2 è di 1000 anni?
    Lo so che ci sono frazioni di CO2 atmosferica che non partecipano allo scambio e che restano in atmosfera 1000 anni, ma anche 5000 anni.Quindi perchè 1000 e non 5000 già che ci siamo. Per 35 autori la vita media è 4 anni

    Mi chiedo:

    – come fa la Solomon a conoscere i meccanismi di regolazione della concetrazione di CO2 in atmosfera che molti scienziati dicono ancora sconosciuti, e in particolare da dove salta fuori questo 1000 anni?

    – Come fa la Solomon a predire i livelli di CO2 basandosi su meccanismi per molti scienziati ancora sconosciuti? Stott ci dice che durante la fase interglaciale prima si scalda il mare, dopo 1000 anni cresce la CO2, quindi proprio dopo un ciclo di pompa termoalina.
    Come fa la Solomon a predire i livelli di CO2 basandosi su meccanismi per molti scienziati ancora sconosciuti? Due professori americani Khilyuk e G. V. Chilingar nel 2006 hanno affermato che:

    Рla radiazione solare ̬ il fattore esterno dominante nella fornitura di energia alla terra.

    – le posizioni dominanti nel determinare la concentrazione della CO2 sono la temperatura degli oceani e dall’attività microbica nell’interfaccia tra la litosfera e l’atmosfera.

    – Che la crescita della CO2 attuale si deve al riscaldamento degli oceani nel periodo medievale.

    – Concludono dicendo che l’attività dell’uomo è trascurabile nei cambiamenti climatici e che il riscaldamento antropogenico è solo un mito
    http://www.worldclimatereport.com/index.php/2006/12/01/are-humans-involved-in-global-warming/
    Khilyuk, L.F., and G. V. Chilingar. 2006. On global forces of nature driving the Earth’s climate. Are humans involved? Environmental Geology, 50, 899–910.
    http://springerlink.metapress.com/content/vl7536426072q7j7/?p=ee01106fbcef4cc0b72e82f67b04ff26&pi=19
    G. V. Chilingar O. G. Sorokhtin and L. F. Khilyuk “Response to W. Aeschbach-Hertig rebuttal of “On global forces of nature driving the Earth’s climate. Are humans involved?” by L. F. Khilyuk and G. V. Chilingar” Environ Geol (2008) 54:1567–1572 DOI 10.1007/s00254-007-0925-1

    – Come fa la Solomon a predire i livelli di CO2? dando per scontato che l’incremento sia totalmente antropogenico, il che è impossibile. Il rapporto C12/C13 è cambiato sicuramente per causa antropogenica, ma ancora nessuno sa distinguere la variazione dovuta all’incremento demografico e zootecnico da quella dovuta alla combustione, deforestazione cementificio. La prima quota dovuta alla respirazione e alla fermentazione dei reflui non crea alterazioni nella concentrazione di CO2 ma varia enormemente il rapporto C12/C13 perché è tutto carbonio che proviene dai vegetali che selezionano il C12.

    – Come fa la Solomon a predire i livelli di CO2? dando per scontato che l’incremento sia totalmente antropogenico, il che è impossibile: Per Luciano Lepori la quantita` di CO2 di origine antropogenica presente attualmente in atmosfera e` pari al 5.8-8.5% che corrisponde ad una concentrazione di 20-30 ppm su 370 ppm, e non 24%, o 90ppm cioè l’incremento degli ultimi secoli su 370ppm, come sostiene l’IPCC. Questo dato è coerente con una vita media della CO2 di 5,4 anni (L. Lepori, GC Bussolino, E. Matteoli, A. Spanedda Istituto Processi Chimico-Fisici, CNR, Pisa, Italia, AICAT 2008 – XXX Congresso Nazionale sulla calorimetria, Analisi Termica, e Termodinamica, Pisa, 9-12 dicembre)

    – Come fa la Solomon a fare proiezioni sul clima futuro? quando ancora non è chiara l’azione della CO2 sulle temperature visto che nel passato della terra non ha mai avuto influenze

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