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Ma non andava tutto bene?

Dal il Velino, non il monte, perché in tempi di riscaldamento globale lì ci nevica nonostante sia maggio, ma l’agenzia di stampa:

Roma, 14 MAG 2010(Il Velino) – Parte da Amsterdam il riesame del lavoro svolto dall’Ipcc, il panel dell’Onu sui cambiamenti climatici, deciso dalle Nazioni Unite dopo le accuse piovute sulle relazioni relative al riscaldamento globale presentate nel 2007. Diversi paesi avevano chiesto gia’ nel febbraio scorso, durante una riunione dei ministri dell’UN Environment Programme’s, una rivisitazione del lavoro svolto dall’Ipcc spiegando come le accuse di aver falsificato i dati nella stesura della relazione potevano non solo compromettere la reputazione del Panel, ma anche il futuro delle politiche climatiche dei vari governi fondate proprio sul rapporto Onu. Da qui la decisione del segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon di affidare ad un Consiglio interaccademico indipendente la verifica dei rapporti Ipcc utilizzando i migliori docenti universitari. Secondo quanto riporta il sito online della Bbc, il primo a comparire davanti alla commissione e’ stato il numero uno dell’Ipcc Rajendra Pachauri che ha chiarito come la prima richiesta di riesame e’ stata decisa proprio dallo stesso Panel gia’ a febbraio scorso.
Pachauri ha ammesso che l’Ipcc e’ stata mal preparata per far fronte alla tempesta di accuse che si sono scatenate sugli errori relativi ai ghiacciai himalayani ma anche che “la posta in gioco e’ molto alta” e quindi “occorre essere preparati alla critica”. Pachauri, che ha ammesso l’errore relativo alle valutazioni sullo scioglimento dei ghiacciai himalayani ma ha rigettato qualsiasi altra accusa, si e’ soffermato soprattutto sulla complessita’ del compito affidato all’Ipcc rispetto all’inizio: tra il 1991-1995, ha evidenziato il numero uno del Panel Onu, le pubblicazioni accademiche sui cambiamenti climatici erano circa cinquemila, rispetto al periodo 2001-2005 quando sono salite a 20 mila. E addirittura per la prossima relazione prevista per il 2013-2014 Pachauri stima che si dovranno vagliare qualcosa come 60 mila documenti. Pachauri ha difeso, inoltre, la scelta di utlizzare per il lavoro di sintesi anche materiale non condiviso dal mondo scientifico come il rapporto del Wwf da cui ha avuto origine l’errore sui ghiacciai himalayani e ha ricordato l’utilizzo di materiale proveniente anche da Aie, Ocse Fao, Banca mondiale e l’Asian Development Bank. “Ci sono alcune ONG altamente prestigiose che stanno facendo un lavoro accademico dettagliato e non lo si puo’ ignorare”, ha spiegato Pachauri.
Sul banco degli imputati era finita in particolare la conclusione dell’Ipcc sullo scioglimento dei ghiacciai himalayani nel 2035 e l’analisi dei costi relativi ai disastri naturali dovuti ai cambiamenti climatici. La commissione presieduta dall’economista statunitense Harold Shapiro, un ex consulente alle amministrazioni dei presidenti George Bush e Bill Clinton, dovra’ fornire le sue conclusioni entro la fine di agosto con un documento di “peer rewiew”, vale a dire una valutazione paritaria realizzata attraverso l’analisi affidata a specialisti del settore. Le raccomandazioni finali saranno presentate, invece, all’Ipcc a ottobre.

Una domanda: chi controlla il controllore? Per carità, scherzavo!

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Published inIn breve

Un commento

  1. duepassi

    Vorrei fare una piccola riflessione su una fraase assai significativa di Rajendra Pachauri
    “la posta in gioco e’ molto alta”
    …ebbene, scusatemi, ma mi sembra che con una posta in gioco molto alta, e con costosi provvedimenti da prendere,
    non si possa “giocare” con leggerezza.
    Detto con altre parole,
    Non si possa buttare sul piatto il “principio di precauzione” tanto per “precauzione”.
    Una posta così alta va giocata bene,
    non è tempo in cui si possano buttare dalla finestra cifre enormi in politiche sbagliate,
    e serve una grande serietà e scientificità di comportamento.
    Lo richiede la credibilità futura della Scienza, a cui teniamo moltissimo.
    Secondo me.

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