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Un autentico spasso

Il global warming continua a farne più di Carlo in Francia. Quello di origine antropica però, perché se ci mettiamo le mani noi si parla di climate change o addirittura di climate disruption, come dicono quelli che stanno molto avanti, se invece l’origine delle oscillazioni è naturale allora è “semplice” variabilità.

L’ultima delle malefatte la scopriamo grazie alla verve ironica di Cambi di Stagione, il blog di Piero Vietti, e funziona così: per contrastare o, meglio, mitigare, il forcing antropico sul clima – leggi abbattere le emissioni di CO2- abbiamo bisogno di sviluppare il più possibile le fonti rinnovabili, tra queste soprattutto quella eolica; pare però che uno studio pubblicato sul Journal of Renewable and Sustainable Energy e ripreso da rinnovabili.it, abbia calcolato, anzi, previsto con il solito modello tuttofare, che l’aumento delle temperature globali porterà ad una riduzione della ventilazione, per cui per avere gli stessi benefici dalla forza di Eolo, dovremo installare ancora più pale. Ma, siccome dobbiamo “preservare la fonte all’origine prima che sia troppo tardi” occorre spingere sull’acceleratore e darsi da fare presumibilmente mettendole su subito.

La spiegazione sarebbe nel fatto che al crescere della temperatura, che la redistribuzione del calore sul pianeta vuole che aumenti più alle alte che non alle medio-basse latitudini- corrisponde una diminuzione del gradiente termico orizzontale.

Meno gradiente, meno differenze di pressione, meno vento. Alla fonte della notizia ed a chi l’ha messa in giro, consiglierei innanzi tutto la lettura delle inchieste di cui abbiamo parlato appena ieri qui. Dopo aver preso atto del fatto che la realtà supera sempre l’immaginazione (anche e soprattutto quella dei modelli, nello specifico economici e finanziari oltre che climatici), consiglierei anche di rileggere qualche articolo a caso di quelli che descrivono sommariamente la catastrofe climatica prossima ventura. Troveranno in tutte le salse una gran messe di informazioni circa “l’inevitabile” aumento degli eventi estremi, proprio a causa del global warming.

Bene, da anni ci sgoliamo a dire che a prescindere dal forcing, ad un aumento delle temperature globali deve necessariamente corrispondere una diminuzione del gradiente termico lungo la longitudine. Ci hanno sempre detto che non era vero, e che il nostro destino è quello delle Storms of my grandchildren (Le tempeste dei miei nipoti) come si intitola l’ultimo libro di James Hansen. Ora, con gli stessi identici argomenti, ci vengono a dire che quel gradiente diminuirà e quindi avremo meno vento per salvarci dal global warming per colpa del global warming.

Un autentico spasso.

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Published inIn breve

Un commento

  1. Giuseppe Tito

    Concordo… e il bello deve ancora venire, allorché nei prossimi anni ci servirà molta più energia per riscaldarci. Questi “ventilatori” mangia-spazio, mangia-soldi, mangia-risorse e sputa-degrado, con i quali accendiamo lampadine a risparmio energetico, ma a devastante impatto ambientale, ci sembreranno allora ancora più inutili, ma soprattutto costosi da riparare, rimuovere e ancor più da smaltire.
    Per la cronaca, in Europa, il Portogallo è uno dei paesi a più alto indice di sviluppo per l’eolico: ha superato la Germania e l’Olanda per KW/ab. e sono terzi per KW/Km2; il 13% della loro energia elettrica è di origine eolica, ma la domanda di energia si moltiplica più velocemente dei parchi eolici. Negli ultimi cinque anni inoltre, il tasso di accrescimento della potenza eolica installata è scesa da oltre il 90% a poco più del 20%. In definitiva sono prossimi a gettare la spugna, tanto che lo scorso anno alcuni impianti offshore non sono stati nemmeno rifinanziati.
    Che aria tira lo si intuisce; è solo questione di tempo… e non di clima.

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