Per mille e mille volte su queste pagine abbiamo discusso di come il cambiamento climatico s’intrecci praticamente con tutti i campi dello scibile umano, e di come la pratica del consenso scientifico che è una forma alquanto innovativa di approccio alla conoscenza ma ne è anche la sua negazione, sia stata utilizzata sin qui per tentare di condizionare – letteralmente riscrivendo le regole- il funzionamento del nostro modello di società. Lo strumento più di moda, neanche a dirlo, è stato ed è quello dei presagi di sventura, dei cambiamenti epocali ed irreversibili, delle tempeste dei nostri nipoti, delle migrazioni di massa etc etc.
A quanto sopra, evidentemente non sufficiente perché quanto presagito ha avuto sin qui il grave difetto di non accadere, si aggiungono serie minacce di natura economica, che dovrebbero convincere i leader mondiali che tra poco si riuniranno a Cancun, a gettare alle ortiche la volontà dei cittadini che li hanno eletti loro rappresentanti ed agire in nome del benessere comune, non di testa loro, ma seguendo le indicazioni di chi questo mandato non lo ha, ovvero della burocrazia delle organizzazioni sovranazionali.
Appena ieri l’altro, Lord Stern ha rilasciato un’intervista al Times, dove dice apertamente che gli Stati Uniti potrebbero trovarsi di qui a dieci anni a dover fronteggiare un embargo alle loro esportazioni se si ostineranno a non accelerare il loro processo di decarbonizzazione. E chi dovrebbe applicare questo embargo? Europa e estremo oriente, a suo dire molto più virtuosi. Beh, se può essere considerata una virtù promettere di fare e poi infischiarsene o addirittura fare dietrofront come ha fatto e sta facendo il vecchio mondo, o può esserlo costruire una centrale elettrica a carbone a settimana come sta facendo la Cina, allora sì, siamo più virtuosi. Vedremo, per adesso registriamo che dalla minaccia impersonale del cataclisma climatico siamo passati a quella diretta del protezionismo. Il dibattito evolve, non c’è che dire.
Del resto è logico che accada qualcosa del genere, perché, finalmente, quello che credevamo fosse un’organo scientifico e che per anni si è spacciato per tale, ieri l’altro ancora ha finalmente gettato la maschera, senza neanche attendere che arrivasse il carnevale.
Ottmar Edenhofer, economista e co-chair del Working Group III dell’IPCC, ha dichiarato:
“Climate policy has almost nothing to do anymore with environmental protection. The next world climate summit in Cancun is actually an economy summit during which the distribution of the world’s resources will be negotiated.”
“La politica del clima non ha più nulla a che fare con la salvaguardia dell’ambiente. Il futuro summit climatico di Cancun, sarà in realtà un summit economico, durante il quale sarà negoziata la redistribuzione delle risorse mondiali.”
E così, tagliata al mostro la testa del pericolo climatico imminente, sbugiardato in tutte le salse dagli accadimenti degli ultimi anni, ne è subito spuntata un altra, quella vera.
Una gran parte delle risorse fossili -soprattutto carbone- secondo lui dovrà restare sottoterra se si vuole centrare l’obiettivo di contenere l’aumento di temperatura entro i 2°C dall’era pre-industriale. Quando il suo interlocutore gli fa notare che di fatto si tratterebbe di un esproprio perpetrato ai danni di chi quelle risorse le possiede, egli serenamente risponde che certo, potrebbe non essere una cosa gradita, ma del resto il mondo occidentale ha espropriato l’atmosfera al resto del mondo.
E come ci parli con uno così? Sarebbe interessante sapere cosa ne pensano Cina e India di quest’idea, magari lo scopriremo proprio a Cancun, o forse no, è ancora presto, meglio rimandare tutto alla prossima gita fuori porta in Sud Africa del 2011.
Una considerazione. Con questo spirito di cooperazione tra popoli qualcuno appena tre anni fa ha assegnato all’IPCC il Nobel per la pace. E poi una domanda. L’ottimo economista di cui sopra ed i suoi colleghi, quando hanno ricevuto il mandato di riscrivere le regole del mondo? Cos’è, il manifesto elettorale dell’imperatore di Guerre Stellari?
Leggo questo blog sempre con piacere e trovo molto spesso dei commenti puntuali e scientificamente corretti.
Pur occupandomi di tempo meteorologico per professione, da anni tratto ormai l’argomento del riscaldamento globale come una tematica prettamente politica. Sono infatti persuaso che questo argomento celi il tentativo di veicolare il pensiero marxista-leninista in chiave “ambientalista”, avendo quest’ultimo fallito (nella sua totalità) come modello sociale ed economico ormai in tutto il mondo.
Basterà mostrare il vero volto di questo finto-ambientalismo alle popolazioni, perchè queste lo ripudino, così come già fatto per il suo gemello sistema socio-economico. A tutti voi quindi il mio plauso e il mio incoraggiamento per l’ottimo lavoro fin qui svolto.
Ma la sapete l’ultima ? Quella delle barriere da allestire intorno a New York in vista dell’imminente (secondo loro) innalzamento degli oceani ? Chissà, magari le produce Al Gore..
Condivido art. e commenti.
O si riuscirà a fermare questa eco-giostra, o sarà un nuovo medio evo.
Pertanto diffondiamo le pratiche nascoste di chi promulga queste pericolose eco-idiozie.
Il “WWF” mira a SESSANTA MILIARDI DI DOLLARI!
La nostra LEGAMBIENTE tramite FEDERPARCHI non è da meno..
FONTE:
http://www.notiziegenova.altervista.org/index.php/te-lo-nasondono/1446-la-truffa-di-qlegambienteqmolto-business-poca-salvaguardia-e-grande-avidita
Bisogna avere il coraggio di dire chiaramente le cose come stanno, assumersi le proprie responsabilità. Pertanto assumendomele vi dico:
LEGAMBIENTE C.O.N.S.A.P.E.V.O.L.M.E.N.T.E partecipa alla costruzione di centrali a CARBONE 100 volte più RADIOATTIVE.. ” del NUCLEARE!
Nei commenti all’art. sopra indicato, troverete delucidazioni e link che comprovano quanto asserisco.
Augurandomi di non essere il solo a comprenderlo.
Questa eco-giostra và “FERMATA”.
PIERO IANNELLI.
“chi emette più CO2 diventa più ricco”
Facciamo attenzione a non diffondere notizie pericolose: qui a Genova c’è il rischio di trovarsi migliaia di persone al pronto soccorso in stato di iperventilazione.
Tranquillo, siamo, dicono, a 390 ppm. Molto lontani dalle 50 mila ppm, dove potrebbe succedere quel che dici. Pensa che tutti i fossili bruciati finora ci hanno fatto raggiungere questo livello appena, che fa assolutamente bene alla vita, come dimostrano già vari studi, che indicano crescite più rigogliose in piante e anche in alcuni animali sottoposti a quel tipo di studio.
Non ho sottomano i link, e pochissimo tempo per cercarli, ma vari studi dovresti trovarli qui:
http://www.co2science.org/
(non ricordo, ora come ora, esattamente dove ho letto questi studi, se a questo link o altrove…se fosse importante potrei fare una ricerca)
Ogni cosa ha un livello in cui è troppo poca (asfissia, disidratazione, ipotermia, anemia, …ecc. ecc.);
ogni cosa ha anche un livello a cui fa bene;
ogni cosa ha un troppo (anche troppo ossigeno non fa bene, l’acqua era usata come strumento di tortura nel medioevo, senza contare annegamenti e allagamenti, si muore quando la temperatura sale troppo, ecc.).
Non si può essere contro qualcosa, ma contro i suoi eccessi, in un senso o nell’altro.
E credo che questo valga anche nelle idee scientifiche.
Gli eccessi sono sempre deprecabili, e in politica si chiamano fanatismi e fondamentalismi.
Quanto siano negativi, e sotto gli occhi di tutti.
Quindi, ne deduco che ANCHE un eccesso di CO2 farebbe male.
Ma sono convinto che ne siamo ancora molto, ma molto lontani.
C’è una religione che è fondata su questo concetto, il buddhismo, ma questo concetto è ben noto anche a noi (“in medio stat virtus”).
Il mio intento (come disse la gocciolina tuffandosi nell’oceano…) è di contribuire a che si instauri un clima (ideologico, politico, mediatico) corretto. Non faccio il tifo per il caldo, e tanto meno per il freddo, che uccide molto di più del caldo, come provano molti studi, come quelli di Indur Goklany, tanto per citarne uno, e come puoi leggere sfogliando le apgine del suo sito:
http://goklany.org/climate_change.html
Secondo me.
Sembra che la strategia dell’IPCC cambi, a sentire questo Ottmar Edenhofer che è co-chair dell’ IPCC Working Group III.
Se dobbiamo prendere per buone le sue dichiarazioni in una intervista, a Cancun si discuterà una nuova strategia. La base di tutto questo è la constatazione che chi emette più CO2 diventa più ricco, cosa brutta e malvagia, che non si deve fare, assolutamente. E allora, ecco l’idea. Distribuire i permessi di emettere CO2 in maniera uguale in tutto il mondo, in modo che i poveri, come l’Africa, potendo emettere più CO2, diventino più ricchi, e i ricchi, potendone emettere di meno, diventino più poveri.
Al di là delle nuove strategie, risulta finalmente l’ammissione di quel che abbiamo sempre detto, e che cioè la CO2 è ricchezza, è vita.
ps
Questo di Ottmar Edenhofer, se posso dirlo, e non vorrei addentrarmi in un discorso politico, perché non è il mio campo (sono un tecnico che non ama la politica), NON è un discorso “economico”, per “economico” che lo si voglia presentare, ma è un discorso “ideologico e politico” dei più evidenti, e di visti e rivisti (e sui cui risultati ha già parlato la Storia).
Ci si può credere o non credere, e non starò io, che non sono nessuno, e sono comunque un democratico convinto, a sindacare il diritto di altri di immaginarsi le utopie più strambe che possano sognarsi, finché almeno rimangono “fatti loro”, ma qui si vorrebbe forzare il mondo a seguire una ideologia e una politica già sconfitta dalla Storia, forzando il mondo con ogni mezzo, minaccia e ritorsione, perché si pieghi a quella ideologia, e perché abbandoni ogni democrazia, per seguire una politica burocratica imposta dall’alto, da persone che…. beh, mi voglio moderare prima che lo facciano altri, mi limiterò a indicare il caso della malaria e del DDT per indicare quale “amore” abbiano questi per l’umanità e per la vita dei loro cittadini.
E chi vuole capire capisca.
Secondo me.