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Temperature: molta natura poco AGW

Il peggiornemico – e quindi intrinsecamente nostro amico- del tempo che che cambia perché cambia il clima e’ il tempo che passa. Sull’ipotesi delle origini del tutto o quasi antropiche del riscaldamento globale pende infatti un interrogativo grande come l’ipotesi stessa. Se infatti il mondo non torna a scaldarsi in fretta, visto che il forcing antropico continua a premere, l’ipotesi e’ destinata a restar tale e ad essere archiviata come il più grande abbaglio scientifico della storia.

In attesa che questo accada -siamo già effettivamente a buon punto- vale la pena chiedersi anche il perché. Lo fanno in molti, e c’entra ancora una volta il tempo che passa. Ogni giorno qualcuno tira fuori qualche efficace spiegazione delle dinamiche presenti e passate delle temperature, e l’uomo, con tutti i suoi difetti e con tutte le sue pur accertate malefatte, sembra entrassi sempre meno.

Alcuni giorni fa e’ toccato ad un gruppo di ricercatori che ha pubblicato questo su Climate Dynamics: On the time-varying trend in global-mean surface temperature. Ne abbiamo notizia dal blog di Judith Curry, che pubblica un post con lo stesso titolo.

Nell’articolo, come nel post della Curry, si affrontano i due aspetti fondamentali del dibattito sul clima.

– quanta parte dell’aumento delle temperature e’ attribuibile al forcing antropico,
– quanto e’ realmente inusuale e senza precedenti il rateo di aumento delle temperature.

Analizzando il trend delle temperature per l’ultimo secolo, essi giungono alla conclusione che più di un terzo del riscaldamento e’ attribuibile alle dinamiche dell’Atlantic Multidecadal Oscillation (AMO) e all’accelerazione della circolazione termoalina, agendo queste in particolare modo nell’emisfero settentrionale, pur in presenza di un segnale di fondo a scala globale più probabilmente attribuibile all’aumento della concentrazione di gas serra. Riguardo quest’ultimo gli autori non fanno pero’ alcun riferimento ad un trend condizionato anche da una naturale tendenza del Pianeta ad aumentare la sua temperatura, per effetto dell’attuale periodo interglaciale e per effetto, a scala temporale più breve, dell’uscita dalla Piccola eta’ glaciale.

Nonostante ciò, e nonostante la parziale conferma che gli autori danno di un tangibile forcing antropico sul clima, se come fa la Curry al termine del suo post si prova a tener conto anche delle dinamiche della Pacific Decadal Oscillation (PDO) e dell’ENSO, si arriva ad attribuire più della meta’ del riscaldamento subito dal Pianeta nel passato recente. Questo, oltre a restituire la posizione che le spetta nelle dinamiche del clima alla variabilità naturale e interna del sistema, e’ anche in forte contraddizione con lo statement dell’IPCC che costituisce di fatto la fonte (ingiustificata) di ogni preoccupazione.

La maggior parte dell’osservato aumento delle temperature medie globali dalla meta’ del ventesimo secolo e’ molto probabilmente dovuta all’osservato aumento della concentrazione di gas serra di origine antropogenica

NB: gli autori hanno inserito una precisazione sul post della Curry per evitare fraintendimenti con la suzione espressa dall’IPCC. E’ in fondo all’articolo e, ovviamente, dev’essere letta per comprendere interamente il senso del loro articolo.

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Published inAttualitàNews

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