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Outlook – Bollettino del 27 febbraio 2012

Analisi stratosferica e degli indici teleconnettivi

27/02/2012

La situazione stratosferica nei piani più elevati, compresi tra 1 e 5 hPa, è caratterizzata da una intensa circolazione zonale accompagnata da un moderato raffreddamento. I piani compresi tra 10 e 30 hPa risentono ancora del warming stratosferico di gennaio e la circolazione è piuttosto lenta.

Per quanto concerne la circolazione zonale troposferica si introduce in via sperimentale un indice di zonalità che rappresenta l’anomalia della circolazione zonale sia a livello emisferico che in area atlantica alla quota isobarica di riferimento di 250hPa. La fascia latitudinale in esame corrisponde ai 55°N e 65°N con longitudine per l’area atlantica compresa tra 40°W e 0°W. La fonte dei dati è deterministica, quindi derivante, nel nostro caso, dall’output del modello globale GFS. Al fine di attenuare eventuali picchi anomali dei dati, che emergono statisticamente in maniera più rilevante dopo il 5° giorno di prognosi, si procede alla armonizzazione della serie attraverso la media delle ultime due corse delle ore 00z. Tale indice suggerisce la propensione ad una circolazione di tipo zonale in caso di valori positivi e meridiana in caso di valori negativi, con l’insorgere delle onde stazionarie o semi-stazionarie.

Attualmente la circolazione troposferica emisferica è ancora piuttosto lenta e favorevole a scambi meridiani, come visualizzabile dal relativo indice in figura 1. In zona atlantica lo stesso indice (vedi figura 2) evidenzia una zonalità complessivamente elevata mantenendosi positivo anche nel corso delle prossime settimane e suggerendo quindi una certa dinamicità della corrente a getto uscente dal comparto canadese.

L’onda convettiva equatoriale individuata dall’attuale fase 2 della MJO determinerà la propagazione delle Gravity Waves verso la stratosfera nei piani isobarici compresi tra 1 e 5 hPa con conseguente interessamento dei piani più bassi accompagnato da un incremento dei geopotenziali sul comparto asiatico in graduale migrazione verso la zona pacifica. Successivamente, attorno alla fine della prima decade di marzo, è atteso il suo spostamento verso il comparto canadese incentivato dal passaggio della MJO verso la fase 5. Le fasi 2 e 3 della MJO sono in grado di favorire una maggiore zonalità in atlantico, in congruità con quanto già evidenziato dai grafici dell’indice di zonalità. Il grafico dell’EP-Flux e dell’Heat Flux indica una discreta propagazione dei flussi di calore che dovrebbe mantenersi tale anche nei prossimi 7-10 giorni e saranno a carico della wave 1 e della wave 2. Alla quota isobarica di 10hPa, infatti, è atteso un minor warming in area siberiana orientale in trasferimento in zona aleutinica e poi verso i settori canadesi occidentali con parziale coinvolgimento delle prospicienti zone artiche. Un riscaldamento interesserà anche il comparto atlantico centro-settentrionale.

Tale situazione determinerà una destabilizzazione del VPS nei piani compresi tra 10 e 30 hPa in trasferimento al VPT. L’attività solare permane modesta ed è evidenziata sia dai bassi valori del solar flux (circa 100) che da una bassa attività magnetica, in considerazione del fatto che la stella si avvia verso il massimo di attività del corrente ciclo 24. La QBO su base mensile, per il mese di gennaio ha segnato un valore di –16,09 alla quota isobarica di 30 hPa e un valore di 0,27 alla quota isobarica di 50 hPa in discesa verso una fase negativa. La fase ENSO negativa volge verso il suo minimo previsto per il mese di marzo. Concludiamo questa carrellata visitando i maggiori indici oceanici con la AMO lievemente negativa con un valore di –0,031 e la PDO con un valore di –1,38.

L’evoluzione stratosferica sarà condizionata da una serie di fattori. Lo spostamento della zona convettiva equatoriale dall’Oceano Indiano verso il Pacifico occidentale determinerà la graduale migrazione dell’HP delle Aleutine verso il comparto canadese a partire dalla metà della prima decade di marzo. A seguito di quanto appena descritto i seppur modesti flussi di calore a carico delle relative onde 1 e 2 determineranno una forzatura al VPS alla quota isobarica di 10 e 30 hPa con una sua parziale bilobazione in circolazioni semidistinte più evidente alla quota di 30 hPa. Il primo lobo andrà ad insistere tra la Groenlandia e la parte nord orientale del continente nord americano e l’altro verso la Siberia orientale. Verso la fine della prima decade lo spostamento dell’HP delle Aleutine verso il comparto canadese obbligherà il VPS a ruotare in senso antiorario favorendo da un lato il riassorbimento della parziale bilobazione e dell’altro un graduale spostamento del suo asse verso il comparto europeo. L’ingresso della MJO in fase 5 per la fine della prima decade di marzo determinerà un graduale rafforzamento dell’HP stratosferica posta sul continente nord americano in estensione al comparto atlantico determinando una forzante che potrebbe predisporre il VPS ad una nuova bilobazione nel caso di un più fattivo contributo della wave 3 e con uno dei suoi centri motore in posizionamento sull’Europa settentrionale.

La circolazione troposferica sarà condizionata non poco dagli avvenimenti stratosferici. L’alta pressione insistente in questi giorni sul Mediterraneo centrale tenterà una migrazione verso nord in direzione del comparto scandinavo. Per la metà della prima decade di marzo è attesa in rinforzo anche in atlantico favorendo la discesa di qualche contributo nord atlantico verso l’Europa centro-meridionale in successivo cut off in area mediterranea e accompagnato da un primo calo delle temperature per il richiamo di correnti fredde orientali.

Ad inizio della seconda decade l’HP in zona scandinava sarà demolita dalla temporanea ripresa della corrente a getto in uscita dal comparto canadese. Attorno alla metà della seconda decade un nuovo rallentamento del getto favorirà la spinta meridiana dell’HP in atlantico. Dopo la metà di marzo, in congruità con l’evoluzione sopra descritta, è atteso il concretizzarsi di una discesa artica verso l’Europa con probabile interessamento del Mediterraneo centrale. L’ingresso della MJO in zona 6 previsto tra il 15 e il 20 marzo. In relazione alla magnitudo che conseguirà, potrebbe determinare una nuova espansione dell’HP atlantica verso l’Europa nordorientale con asse sudovest-nordest. Tale circolazione determinerebbe l’insorgere di blocchi scandinavi favorendo la discesa di apporti freddi continentali.

In conclusione a partire dalla metà della prima decade di marzo è atteso nel Mediterraneo centrale un primo calo termico che andrà consolidandosi a partire dalla metà del mese aprendo un periodo con temperature sotto media e tempo generalmente instabile.

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Crediti

Un sentito ringraziamento a Carlo Colarieti Tosti che, come i lettori più affezionati di CM ormai sanno, è la fonte principale di queste analisi, oltre ad essere l’anima del CIMAT, il Centro Informazioni Meteo di Alta Montagna.
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